Freddo e spietato

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La carovana di carri marciava sotto il sole, che nel terzo e in teoria ultimo giorno di viaggio riscaldava più del solito, lasciando dietro di loro una piccola nuvola di polvere. Sballottati qui e là dalle buche nella strada di terra battuta, i passeggeri osservavano il panorama che piano piano diventava sempre più collinare e arido.

I bambini, pieni di energia, scendevano dalle carrozze per giocare qui e là mentre gli adulti parlavano tra di loro o sbuffavano sotto il peso dei bagagli che portavano per lasciare spazio ai figli sui carri.

Accanto a loro con sguardo annoiato marciavano i mercenari, non molto entusiasti del lavoro di scorta che era toccato loro, allontanando stizziti i bambini che si avvicinavano troppo. Questi ultimi avevano cercato di integrare nei loro giochi anche Kisuke e Owashi, ma Joyo, guardando i volti stanchi dei due, li aveva mandati via dicendo loro di lasciarli in pace.

<Dev'essere stata dura per loro> mormorò una donna a un'amica, lanciando occhiate veloci ai due ragazzini. Ottenne un cenno d'assenso.

<Non voglio immaginare quanto...> rispose l'altra mentre mentalmente alzava una preghiera agli dèi affinché proteggessero i due ragazzini da altri pericoli e che la stessa sorte non toccasse anche alla sua famiglia. Distratta dalla sua preghiera, non sentì il cavallo e il mercenario che gridava di spostarsi, ma prima che venisse schiacciata fu tirata in salvo dalla compagna.

<La strada è stretta, devi stare più attenta> borbottò l'amica guardando il frettoloso cavaliere che probabilmente stava portando qualche messaggio importante al superiore.

<Ero persa nei miei pensieri> disse mesta la donna, guardando la collina dietro di loro, direzione da cui era arrivato il mercenario. <Cosa sarà successo?>

<Non lo so, però credo niente di buono> rispose l'amica lanciando a sua volta un'occhiata alle spalle per vedere se riusciva a intravedere il problema.

<Che c'è?> chiese Daichi, preoccupato, vedendo il volto teso del messaggero.

<Il luogotenente Yamana ha avvistato degli inseguitori> rispose l'uomo usando, essendo un sottoposto di questo, il cognome di Tadaie. <Circa una ventina, a cavallo, probabilmente a meno di tre kanshi di distanza>.

Daichi alzò un sopracciglio e si prese qualche secondo per riflettere. <Dannazione neanche un po' di tranquillità> sospirò. <Rimani qui con tre uomini e continuate ad avanzare> disse girando il cavallo per correre verso la retroguardia, portandosi dietro tutti gli uomini che proteggevano i fianchi della carovana.

<Siamo su una collina, abbiamo il vantaggio. Se sono dei nemici dovremmo riuscire a respingerli facilmente> osservò una volta in cima prendendo dalla sella l'arco, imitato dagli altri mercenari. Aspettò che i cavalieri fossero alla base della collina prima di gridare l'ordine di fermarsi e identificarsi.

<Abbassa l'arco, mercenario. Siamo esploratori di Oyama!> urlò in risposta un uomo facendosi avanti. <Veniamo da un'esplorazione a est, io sono il capitano Satou Naga!>

Daichi alzò un sopracciglio e guardò uno dei suoi uomini, ottenendo in risposta un'alzata di spalle. Non potevano sapere se fosse vero oppure no, ed era meglio non fidarsi del colore delle armature; perciò, l'unica cosa che potevano fare era sperare in bene e lasciarli avvicinare senza rinfoderare le spade e riporre gli archi.

I cavalieri iniziarono ad avvicinarsi, tenuti sotto tiro da un manipolo di arcieri, mentre da entrambe le parti gli uomini si studiavano a vicenda.

Daichi osservò ogni volto, cercando un indizio che gli suggerisse qualche intenzione malvagia, ma non ne trovò negli sguardi a loro volta circospetti. Forse non c'è niente di cui preoccuparsi pensò dopo averli osservati per un po'. Gli stemmi sugli spallacci sono autentici e non ci sono tracce sulle armature che indichino che siano state sottratte. È molto probabile che non stiano mentendo avvicinò il cavallo a quello di uno dei suoi uomini e si piegò verso di lui. <Sembrano a posto, ma non perderli di vista> sussurrò mentre gli passava accanto, dirigendosi verso quello che si era presentato come Satou Naga.

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