<Ma quanto sono belli e strani i capelli di Aki?> chiese Nami sapendo quanto infastidisse il ragazzino che quella sua caratteristica fosse al centro dell'attenzione.
<In effetti...> mormorò Owashi con un sorrisetto di scherno.
Akahi lanciò un'occhiataccia ad entrambi e rientrò nella casa per prendere un altro dei tre sacchi di tela contenenti le sue cose. Era seccato, sia perché avevano iniziato a parlare dei suoi capelli sia perché doveva portare al carro le sue cose, un lavoro pesante che secondo lui non avrebbe dovuto fare.
Prima di mandarlo al villaggio suo padre aveva imposto che qualsiasi cosa che non fosse oltre le sue possibilità lui avrebbe dovuto compierla senza fare affidamento su servi o altre persone. Dopo tre anni in un modo o nell'altro si era abituato a cavarsela da solo, ma c'erano comunque cose inusuali, come trasportare i suoi bagagli, che la sua testardaggine non aveva accettato.
Sbuffò mentre raccoglieva l'ultimo sacco e lo portava all'esterno. <Neanche io so perché i miei capelli siano così> borbottò mentre passava il bagaglio a un soldato, che lo caricò sul carro.
<Dovresti scoprirlo, perché sono curiosa del perché> disse Nami con un sorrisetto.
<Non m'importa molto. E poi mi piacciono> rispose prendendo tra le dita un ciuffo che gli cadeva sulla fronte per lisciarlo.
Nami, imitata da Kisuke, fece un cenno affermativo. <Anche a me piacciono>.
Due vecchi, forse incuriositi dai preparativi o forse perché non sapevano farsi i fatti loro, si avvicinarono. <Ma sapete che c'è una leggenda secondo la quale le persone con i capelli bianchi siano molto più forti di una persona normale?> disse uno di questi che osservava il via vai che c'era intorno al carro.
Un vecchio batté il bastone sul terreno. <Io dico che sono anche maledetti> borbottò con voce rauca.
<Sono tutte dicerie nate perché qualcuno è diverso dagli altri> disse Arinaka, provando ad interrompere quel discorso su leggende che aveva già sentito; erano cose a cui non credeva e diceva ad Akahi di fare lo stesso. Le considerava solo voci nate per dare una spiegazione a qualcosa di diverso, se fossero poi vere o meno non importava. Non poteva cambiare quello che era.
<Nelle leggende c'è sempre della verità> borbottò infastidito, per essere stato interrotto, l'anziano con il bastone.
<Probabilmente sarà stato qualcuno un po' più forte o veloce della media, tutto qui> ribatté Sano.
Il vecchio testardo però non volle sentire ragioni, convinto che il tutore fosse nel torto. <Sono sicuro che il signorino Shiguchi crescendo le dimostrerà che avevo ragione> sbuffò, iniziando ad allontanarsi con passo zoppicante seguito a ruota dal suo amico.
<Non farci caso, sono solo storielle che servono a spiegare perché qualcosa sia diverso> disse il tutore ad Akahi.
<Lo so, me l'ha già detto tante volte> rispose il ragazzino dai capelli bianchi, per nulla toccato dalle parole dell'anziano. <E poi i vecchi sono fatti così, l'ha detto anche lei: vecchi creduloni>.
Sano sorrise e con una mano disordinò i capelli del ragazzino. <Vecchi creduloni> mormorò.
<Bene, siamo pronti Sano. Partiamo?> disse Nobuo avvicinandosi al gruppetto.
<Dobbiamo partire proprio oggi?> chiese Akahi con un'espressione corrucciata, restio a partire.
Nobuo e il tutore si scambiarono uno sguardo, non sapendo cosa rispondere. Non conoscendo i movimenti e le intenzioni di quelli Ikuna dovevano presupporre che avrebbero fatto la loro comparsa da un momento all'altro per razziare il villaggio; erano perciò costretti a scortare il figlio di Shiguchi al castello il prima possibile. Entrambi sapevano che non dovevano sottostare ai capricci di Akahi, soprattutto quando questi erano ingiustificati, ma ora si trovavano davanti a una situazione in cui il capriccio era in parte giustificato dalla partenza senza un preavviso, ma ingiustificato dal fatto che Akahi sapeva che in situazioni del genere non doveva fare storie.
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Grey World
FantasyIn una giornata nevosa un vecchio mette tra le mani di Kisuke un acchiappasogni, simbolo dei guerrieri di un popolo ormai estinto, invitandolo a inseguire il sogno di diventare un eroe e restituirgli l'oggetto quando questo avrà una storia da raccon...