Gelido abbraccio

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Kisuke sentì il suo cuore battere sempre più forte, e iniziò a respirare affannosamente. Per paura che lo potessero sentire, d'istinto si portò una mano davanti alla bocca. Non era di certo la prima volta che li vedeva, ma il fatto che non ci fosse suo nonno a tenergli la mano e proteggerlo lo fece sentire vulnerabile e in pericolo; come se a un cucciolo venisse portata via la madre e improvvisamente si trovasse ad affrontare da solo le difficoltà della natura.

Calmati, sei troppo grande per essere rapito pensò, cercando di calmarsi, ma la paura di essere scoperto era troppo forte per riuscire a ignorarla e ricacciarla nel profondo della mente. Quel terrore nasceva principalmente dal fatto che non sapeva cosa gli sarebbe potuto accadere se fosse stato preso da loro: sicuramente non li avrebbero lasciati andarsene, ma cosa li avrebbero fatto? La paura dell'ignoto lo tormentava, insieme a quella del dolore che avrebbe patito per mano di quegli uomini.

<Dobbiamo andarcene da qui. Non sappiamo cosa ci possono fare se venissimo presi> sussurrò Akahi agli altri, strappando Kisuke dalla sua angoscia e riportandolo alla realtà.

Fece un cenno affermativo con la testa e, incoscienti di essere troppo lontani dall'accampamento per essere sentiti, iniziarono allontanarsi il più velocemente ma silenziosamente possibile.

Stando ben attento a dove metteva il piede, Kisuke indietreggiava tenendosi dietro la sagoma di un albero. Con il cuore in gola sperava con tutto sé stesso che non venissero presi, una paura tale da non permettergli di guardarsi alle spalle per paura che i mercanti spuntassero in quel breve momento di distrazione davanti a lui. Con la mente annebbiata da questa, non teneva conto del fatto che i suoi amici al suo fianco sarebbero stati in grado di avvistare il pericolo anche se lui non guardava.

<Ancora qualche passo e poi ci giriamo e corriamo> sussurrò Owashi abbastanza forte per farsi sentire dagli altri, a meno di due metri da lui.

Kisuke deglutì e si preparò per il segnale dello scatto, ma il suo petto era pieno d'ansia. L'inquietudine che provava era la paura che proprio all'ultimo sarebbero stati scoperti, proprio in quel momento che erano a un passo dalla salvezza; la stessa sensazione che probabilmente prova un topo quando viene inseguito da un gatto e corre verso la sua tana per mettersi in salvo, ma quando sta per entrarci viene catturato.

I muscoli erano tesi e l'unica cosa che aspettavano era il segnale della mano di Owashi per scattare, un'improvvisa forza ed energia li attraversava. Il tempo parve congelarsi, nessuno fiatava e la foresta sembrò improvvisamente silenziosa, nonostante gli uccelli in lontananza continuassero a cantare. L'unico suono che riuscivano a sentire era il soffiare del loro respiro e i battiti impetuosi del cuore.

Gli otto occhi che stavano osservando la mano captarono il movimento tanto atteso, trasmettendo il segnale al cervello che ci mise meno di una frazione di secondo a passarlo ai muscoli.

Kisuke iniziò a girarsi ed era sul punto di iniziare a correre quando, mentre si voltava, notò con la coda dell'occhio che stava per andare a sbattere contro qualcosa fino a quel momento dietro di lui. Gli occhi si spalancarono, come quelli dei suoi amici, e poi si chiusero immediatamente quando sbatté contro la cosa che gli bloccava la strada, un'esclamazione di sorpresa gli uscì dalle labbra. Mentre Kisuke metteva a fuoco quello che aveva davanti a sé, il sangue iniziò a scorrere giù dal naso indolenzito

Ci sono quasi sempre pensò Nami, vedendo in lontananza gli alberi. Era stanca, ma fece un ultimo sforzo per arrivare almeno ai confini della foresta che si sviluppava fino alle pendici delle montagne.

Huh, stanno diventando sempre più forti, mentre io sembra che mi stia indebolendo si disse mentre, ansimando, si sedeva sotto un albero e appoggiava la testa al tronco. Dovrebbero avere un piccolo vantaggio su di me, ma sono sicura che riuscirò a sorprenderli anche questa volta, sorridendo al pensiero delle espressioni che avrebbero fatto quando sarebbe spuntata dal nulla alle loro spalle.
Ah, non correvo così da un po', e preso un ultimo profondo respiro, si alzò e inoltrò nel bosco.

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