Are you teasing me?

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Spazio autrice:
Direi che è giunto il momento...vi ho fatto soffrire abbastanza...
Avete aspettato tanto...forse troppo...ma...godetevi la lettura!😘

"Ah, però!" sussurrò Pietro passandosi una mano tra i folti capelli.
Era seduto a bordo letto con le gambe a penzoloni e le braccia allungate all'indietro.
Lo guardai meticolosamente.
Un dio greco, ecco cosa mi ricordava.
"Ti sei perso?" domandai cercando di mantenere calma e compostezza nel tono anche se dentro di me la situazione era tutt'altro che 《pacata》.
"No, per niente" esclamò lui restando impassibile.
Uscii dal bagno, non potevo restarmene impalata e perciò arrivai in camera.
"Ti ho portato questa" disse poi indicando una fetta di torta al cioccolato che aveva poggiato sul mio comodino.
"Ringrazia Wanda da parte mia e dille che mi dispiace di non essere..."
Pietro con un gesto del capo mi fece intendere che lo avrebbe fatto.
"La vuoi?
Vieni a prenderla" sussurrò togliendo l'involucro di plastica che la copriva.
Sapevo riconoscere una trappola quando ne vedevo una e quella lo era sicuramente.
"Mi stai stuzzicando?" chiesi inclinando leggermente la testa.
Pietro sorrise spavaldo,
"Potrei...
Perché non vieni a scoprirlo da sola?" rispose iniziando a squadrarmi dalla testa ai piedi.
Avevo indosso la camica da notte di Natasha, il che tutto sommato si era rivelato un bene.
Nonostante l'abito fosse leggermente più lungo e grande rispetto le mie misure abbracciava perfettamente ogni curva...
Calzava a pennello.
"Te lo chiederò ancora una volta.
Stai cercando di provocarmi?"
Lui sorrise ancora e questa volta si rimise dritto con le spalle.
"E tu con quella mise striminzita non stai cercando di provocarmi?" disse.
"Punto primo non è striminzita e punto secondo..."
"Punto secondo starebbe meglio sul pavimento" mi interruppe rimettendosi in piedi.
Rimanemmo a guardarci mentre la sua frustrazione raggiungeva picchi altissimi.
"Dovrò aspettare ancora molto?" ricominciò avanzando cautamente verso di me.
Magari ripensandoci l'abito di Natasha non era proprio così perfetto.
Ogni respiro che davo faceva sì che il tessuto tirasse leggermente all'altezza del seno, probabilmente la misura era leggermente inadatta per me sotto quel punto di vista.
Ero sempre stata più abbondante di mia sorella in quella parte del corpo.
Pietro guardò proprio lì e si punzecchiò il labbro con i denti.
Il mio silenzio lo stava facendo diventare matto.
Stava per perdere il controllo.
《Scacco matto》 pensai.
"Visto che non ti decidi ad aprire bocca faremo a modo mio" bisbigliò prima di sollevarmi per i fianchi.
Portai le gambe dietro la sua schiena e le intrecciai al suo girovita mentre lui ci condusse al muro.
Mi spinse con la schiena contro la parte ed iniziò a baciarmi.
Diversamente dalla prima occasione questo bacio fu carico, passionale fin da subito.
Le sue mani prontamente percorsero ogni millimetro di me.
Le nostre bocche combattevano per la dominanza quando con un gesto fece in modo che il mio vestito finisse al suolo.
"Così va meglio" sussurrò trionfante allontanandosi per un attimo e poi ricominciando a baciarmi con più intensità di prima.
Infilai la mano tra i suoi capelli e lui lo interpretò come uno spunto per passare alla fase successiva.
Lo avvertii sorridere nonostante fossimo ancora impegnati a baciarci.
Lasciai stare i suoi capelli e con entrambe le mani lo spinsi costringendolo ad indietreggiare.
Era letteralmente in fiamme.
Afferrai entrambi i lembi della sua maglia e li sollevai.
In un attimo il suo fisico marmoreo era davanti ai miei occhi.
Adesso ero io ad essere in fiamme.
Pietro deglutii a forza e una volta presa la mia mano destra ci trascinò entrambi sul letto.
Si sedette e mi tirò sopra di sé.
Proprio come la prima volta ero seduta sul suo corpo.
Presi un respiro e ricominciai a baciarlo mentre con entrambe le mani cercavo disperatamente di raggiungere i bottoni dei suoi jeans.
Le sue dita partirono dal retro delle mie ginocchia e salirono fino a raggiungere il fondoschiena.
"Questo è per aver limonato il tuo cosiddetto amico dopo avermi baciato" disse dandomi uno schiaffo sul sedere.
L'enfasi con la quale pronunciò la parola 《amico》mi fece trasalire.
《Accidenti!》 pensai.
《La gelosia deve averlo proprio logorato》
"Non sono tua proprietà, Maximoff" dissi facendo forza sul suo petto affinché toccasse il materasso.
"Lo vedremo Romanoff, lo vedremo" sussurrò lasciandomi fare.

Romanoff Sisters | Pietro Maximoff Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora