"Mi dispiace" dissi e le parole mi uscirono riflessive.
Ero davvero dispiaciuta, davvero desolata di averle dato questo dispiacere.
Non avrei mai voluto ferirla ma in qualche modo sentivo di averlo fatto.
"Lo so" sussurrò lei.
Wanda si era da poco addormentata e quindi noi due rimanemmo a parlare.
Mi raccontò degli eventi post Russia, degli Avengers, di Banner ed io del resto della mia vita dove purtroppo lei non era potuta esserci.
Bussarono alla porta e lei andò ad aprire
"Ciao Visione" sussurrò.
"Wanda è qui?" chiese lui.
"Sì e si è da poco addormentata"
"Posso..."
"Sì certo, entra pure" rispose lei.
"Grazie"
Gli sorrisi e lasciai che prendesse delicatamente Wanda per portarla nella sua stanza.
La guardai e per qualche istante mi parve così fragile da poter andare in pezzi.
Nonostante non la conoscessi a fondo sentivo una sorta di affinità tra le nostre storie.
Lei aveva un dono, un dono che nessun altro aveva ed in un certo senso anche io.
Lei poteva capire quanto profondo potesse essere il bene nei confronti di qualcun altro, poteva capire quanto dispositi a tutto si potesse essere pur di proteggerlo e più di tutto poteva capire quanto male potesse fare essere costretti ad esserne separati.
Sapeva vedere il bene in chiunque ed era strano considerando il fatto che proprio lei fosse una persona alla quale il bene era stato portato via.
La differenza?
Natasha era viva, suo fratello non più.
Cercai di scacciare quel pensiero e mi concentrai su Clint che dall'altra parte della porta mi invitò a seguirlo.
"Io..."
"Certo, ci vediamo dopo" acconsentì Natasha dirigendosi in bagno.
"Voglio chiamare la mia famiglia.
Ti andrebbe di parlare con Laura?" mi domandò Clint una volta che lo ebbi raggiunto.
"Sì, certo!" rispose elettrizzata.
"Ero rimasta al passato! Non ci credo! Sei sposato!" dissi chiamando l'ascensore.
"Sai che tua sorella è felice che tu sia qui?" domandò sorridendomi.
"Sì, anche io lo sono" confessai.
"Non c'è stato giorno in cui non ti abbia pensata.
Sarebbe voluta venire a cercarti ma era preoccupata che questo ti avrebbe potuta mettere in pericolo"
"Perché me lo stai dicendo?" chiesi sapendo che determinati dettagli Natasha avrebbe preferito tenermeli nascosti.
"Mia moglie non risponde, credo che richiamerà a breve e....
Sai che non te lo avrebbe detto, almeno non per ora.
Io volevo che tu lo sapessi perché..."
"Ho sentito la sua mancanza davvero tanto.
Sono passati..." inizai.
"Sono passati più di sessanta anni e non è poco nemmeno per..."
"Pensi si stia chiedendo perché sono tornata proprio adesso?" domandai.
"No, non credo le importi.
L'unica cosa che le importa è che tu sia tornata"
"Ho aspettato, io non ne avevo il coraggio.
Avevo paura che fosse pericoloso per me e per lei.
Poi è entrata a fare parte del vostro team e mi sono convinta che fosse al sicuro.
Ho lasciato passare qualche tempo, volevo che si creasse una famiglia, la famiglia che non ha mai avuto e..."
"Valerie sei sempre stata tu la sua famiglia.
Sì, noi magari lo siamo ma tu sei sempre stata la persona più importante della sua vita e anche un pò della..."
"Oh Clinton" lo interruppi abbracciandolo.
Sentivo il bisogno di farlo, la necessità di stringerlo.
Aveva fatto così tanto per me da quando c'eravamo conosciuti ed io non gli sarei mai stata abbastanza grata per tutto.
"Ricordi quando ti ho conosciuta?" domandò lui.
"Sì certo, eri un bad-boy all'epoca!" scherzai.
"Sapevi che..."
"Che eri d'accordo con Natasha?
Sì certo, sapevo che eri suo amico" confermai e Clinton si allontanò sorpreso.
"E perché non mi hai mai chiesto di lei?" domandò poi.
"Perché quando mi hai consegnato quei passaporti per l'Australia sapevo che se ti avessi chiesto di lei, tu mi avresti risposto"
"Avresti potuto chiedermi qualsiasi cosa eppure..."
"Non era necessario.
Mi bastava sapere fosse viva, non volevo sapere altro"
"E lei?" domandai.
"Non mi hai mai domandato dove fossi diretta, non ha mai voluto sapere cosa avessi intenzione di fare.
Le bastava continuare a vedere comparire il tuo nome su quel display.
Per lei significa che stavi bene"
"Ti dobbiamo molto" dissi, lui le sorrise e un secondo dopo squillò il telefono,
《Chiamata in arrivo da: Base》comparve sul suo cellulare.
"Ottima idea" commentai sbirciando.
"Lo so" rispose lui aprendo la telefonata.
"Hey Laura"
"Io vado vi lascio parlare, poi dopo..."sussurrai allontanandomi.
Mi diressi alle vetrate ed iniziai ad osservare la città.
Parigi di notte mi era sempre piaciuta, anche in tempi difficili come in passato.
"Valerie" sentii chiamarmi.
Mi voltai e vidi Steve.
"Hey Steve" lo salutai rendendomi conto poco che non fosse solo, con lui c'erano Carter e Jake.
"Signorina Romanoff"
"Agente Carter" risposi guardandola.
"Valerie"
"Jake" sussurrai.
"Jake io vado.
Steve perché non..."
"Oh sì, certo.
Agente Riley buonasera, Valerie ci vediamo dopo.
Buonanotte"
Jake lo salutò con un cenno ed io sorrisi.
Eccoci soli ancora una volta, sessanta anni dopo.
"Come stai?" mi chiese dopo qualche istante di silenzio condiviso.
"Bene, io bene e tu?"
"Bene, sì, bene"
"Fantastico" bisbigliai sperando che da lì a poco Clint sarebbe arrivato per tirarmi fuori da quella imbarazzantissima situazione.
"Scusa per prima, non avrei dovuto dire che ti conoscevo ma mi è venuto spontaneo e..."
"No, non c'è problema.
Non preoccuparti"
"Magari volevi non..."
"Jake non volevo tenerlo segreto.
Quello che c'è stato non si può negare ed io non..."
"Neanche io" rispose lui interrompendomi.
"L'unica cosa che rimpiango è di essere andato via quella notte" aggiunse.
"Mi hai salvato la vita e io ti sarò per sempre debitrice"
"Si ma ti ho lasciata andare e ti ho persa per..."
"Signore mi scusi, c'è sua moglie a telefono" si fece avanti uno dei suoi uomini sbucando da un angolo del corridoio.
"Mi dispiace non volevo interromperla" aggiunse poi chinando la testa.
"Non preoccuparti Lex" rispose Jake guardandolo.
Rimasi senza fiato.
"Tua moglie?
Wow!
Sono...sono davvero felice per te...wow..." iniziai dosando al meglio le mie parole.
"Ricordi quando ti dissi di tornare in Russia?" chiese lui.
"Sì certo e grazie.
Beh sì, sai a cosa mi..."
"Non potevo lasciare che ti prendessero, non avrei mai tradito la tua fiducia"
"Grazie" bisbigliai.
Non volevo esternarlo, volevo sembrare indifferente ma qualcosa in me si era spezzato.
"Ti stavo aspettando sai.
Sì, quando ti presero al confine io..."
"Oh"
"Ti stavo aspettando ma vennero a prendere anche me"
"Mi dispiace"
"Non dispiacerti, ero lì perché avevo deciso di smettere di fuggire, avevo deciso che dovevo smetterla di nascondermi.
Avevo deciso che era il momento di fermarsi, di ricominciare una nuova vita"
"In Russia?" chiesi.
《Che stupida!》pensai.
《Stava per rifarsi una vita ed io credevo che fosse per me》
"Sì"
"Mi dispiace, io non volevo che..."
Jake sorrise.
"Era con te che volevo ricominciare la mia vita"
"Jake..." iniziai titubante ma la voce mi si spezzò.
"So cosa stai per dire.
Sarebbe stata una cosa impossibile.
Tu non potevi fermarti, non potevi restare in Russia ma io ci volevo provare.
E mi sarei accontentato anche di continuare a scappare se fosse stato quello che volevi.
Mi ero convinto che fosse la cosa giusta, che non me ne sarei pentito e adesso, dopo mezzo secolo e oltre, non ho mai avuto l'occasione per chiedertelo"
"Signore" tornò il suo agente a chiamarlo.
"Arrivo" disse accennandomi un vago sorriso.
Il mio cuore implose, voleva chiedermi di sposarlo.
"Non era questo che avevo previsto come finale.
Ricordi?
«навечно и всегда» (sempre e per sempre)" concluse facendo un passo indietro.
Rimasi in silenzio e con gli occhi spalancati.
Non ero in grado di parlare.
"Signore c'è sua figlia Valeria che..."
"Eccomi!"
Cosa avevo appena sentito?
Valeria?
Mi tremarono le gambe.
"Andiamo Lex, la signorina Romanoff voleva solo informazioni riguardo a domani"
"Buonanotte signorina Romanoff" mi salutò l'agente.
"Buonanotte a lei" risposi macchinarimente, il mio cervello era troppo confuso per carburare.
"Buonanotte Valerie"
"Buonanotte" mi limitai a dirgli guardandolo andare via.
Rimasi ferma, come pietrificata.
Non credevo alle mie orecchie e non sapevo cosa fare.
Non ero nemmeno più in grado di pensare.Spazio autrice:
Vi aspettavate una rivelazione del genere?
Valerie avrebbe dovuto sposarsi secondo voi?
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Romanoff Sisters | Pietro Maximoff
Fiksi PenggemarWanda non riesce a superare il fatto che Pietro, suo fratello, sia morto a Sokovia. Da quando sono rimasti soli Wanda è stata la famiglia di Pietro così come lui quella di lei. Entrambi avrebbero protetto l'altro a qualunque costo. I gemelli Maximof...