Rimasi in silenzio e nonostante non lo volessi iniziai a piangere.
Vederla in quello stato mi spezzava il cuore, non riuscivo a restare impassibile se si trattava di lei, di noi.
Natasha iniziò subito a calmarsi e ad asciugarsi le lacrime.
"Nat" dissi avvicinandomi
"No, non siamo qui per ricordare.
Non volevo dirtelo.
Avevo deciso che te lo avrei detto solo quando..."
"Solo quando sarei stata pronta!" la interruppi.
"No, quando sarei stata pronta io" rispose lei.
"Ti ho fatta quasi uccidere" dissi sforzandomi di non pensarci.
Mi sentivo così in colpa, così egoista.
"No!
È stata colpa mia!
Ti ho fatto passare tutto quello che loro hanno fatto passare a me.
Ti ho reso la macchina da guerra che volevano e..."
"Lo hai fatto per salvarmi!
Se non fosse stato per te sarei morta!" la ammonii.
"Avrei potuto trovare qualche altro modo per salvarti, avrei potuto evitare..."
"Nat non potevi fare altro.
Io sì invece.
Se avessi accettato prima loro..."
"Io sto bene"
"No Nat, no!" urlai prima che lei mi abbracciasse.
"È tutto okay, va tutto bene" cercò di tranquillizzarmi.
"Ti prego non difendermi!"
"Guardami Val!" disse Natasha facendomi alzare lo sguardo.
"Se io non avessi fatto quello che ho fatto tu non saresti qui e se tu non avessi fatto quello che hai fatto io non sarei qui.
Tu mi hai salvata quando hai scelto di non andare e hai scelto di rimanere a farti torturare, così come io ti ho salvata quando ho deciso di fare lo stesso"
Aveva ragione, aveva completamente ragione.
"È che ho paura, ho paura che ti possano fare del male.
Se resti qui qualcuno potrebbe..."
"Se resto qui, sono con te.
Ne abbiamo superate tante e il tempo della guerra fredda è finito Tasha"
"Si ma adesso ci sono nemici peggiori!"
"Qualunque sia non è invincibile" risposi prendendole la mano.
"Se siamo insieme possiamo batterli, se siamo insieme possiamo vincere" aggiunsi.
"Hai ragione, se siamo insieme possiamo farcela" rispose lei intrecciando le sue dita con le sue.
Ci calmammo, prendemmo un respiro profondo ed iniziammo a cambiarci
"C'è qualcosa di tuo che potrebbe andarmi?" dissi avvicinandomi al suo armadio.
"Mhh...ne dubito.
Sei troppo pelle e ossa per essere mia sorella" rispose lei raggiungendomi.
Riflessivamente le lanciai un vestito.
"Sto scherzando, stai benissimo" cercò di scusarsi lei ridendo.
"Anche tu" risposi ricambiando lo sguardo.
"Che ne dici di questo?" chiesi.
"Valerie quello non è mio.
Dove lo hai preso?"
"Era qui tra le cose dimenticate" sussurrai.
Natasha sorrise,
"Non so..."
"Invece si, io esigo che tu lo metta.
Provalo mentre cerco disperatamente qualcosa per me" dissi incominciando a cercare più approfonditamente.
Natasha aprì un'anta di un altro armadio e tirò fuori un vestito.
"Sono certa che lì non troverai niente" disse.
"Mai dire mai.
Io posso fare magie"
"Mentre cerchi di fare la tua magia vedi di venire fuori.
Ho messo il vestito."
"Mhhh...davvero veloce!" dissi uscendo dalla cabina.
"Stupida sorella! Non hai messo il vestito!" dissi accorgendomi che mi avesse preso in giro.
"Davvero furba la ragazza.
Tieni, ho questo per te.
Non lo metto da anni" disse Natasha porgendomi un abito bianco.
"Davvero vuoi prestarmelo?" chiesi con occhi innamorati, era davvero spettacolare.
"Certo, anzi puoi tenerlo.
Ho una reputazione da rispettare ora"
"Oh certo! Sei vecchia ora!" scherzai mentre lei mi lanciava la sua spazzola per capelli.
"Allora vecchia signora, io vado fare la doccia.
Tu cerca di non vestirti troppo da ottantenne!"
"E tu vedi di non morire affogata" mi rispose.
Qualcuno bussò alla porta,
"Si, avanti"
"Natasha la cena è pronta tra trenta minuti ma che dico!
Sono i trenta minuti di Clinton, quindi hai ancora un'ora circa" disse Steve entrando.
"Ha cucinato Clinton?" domandò Natasha spalancando gli occhi e facendo cadere il vestito.
"Per quanto avesse voluto farlo lo abbiamo convinto che non era il caso di far morire tua sorella il primo giorno" rispose lui ridendo.
"Grazie al cielo!" rispose lei facendo lo stesso.
"Quindi chi ha cucinato?
Sai per prepararci!" domandò poi.
"Ho cucinato io" rispose Steve,
"Ah...Val...sai ripensandoci morire affogati sotto la doccia non è poi tanto male!" mi urlò Natasha.
"Simpatica" rispose Steve.
Indossai l'asciugamano ed uscii, avevo sentito Natasha chiamarmi così mi apprestai a vedere cosa volesse.
"Cosa hai da urlare Nat?!" chiesi mettendo la testa fuori dalla porta del bagno.
"Oh..." aggiunsi vedendo Steve, il quale socchiuse la porta.
"Pensavo fossi sola!
Scusami Capt.."
"Oh no! Scusami tu! E chiamami pure Steve" rispose lui.
Natasha iniziò a ridere e per risposta le lanciai il bagnoschiuma.
"Hey!" urlò guardandomi e schivandolo.
"Comunque stavo dicendo che annegare nella doccia non mi sembra tanto una brutta idea dato che ha cucinato Steve!"
"Ma piantala!
Steve non darle retta.
Se sai come cuocere la pasta hai già vinto.
Mia sorella non sa nemmeno come si accende un fornellino!" dissi ridendo.
"Si, beh lo so.
Il suo punto debole è certamente la cucina!"
"Punto debole?
Io lo chiamerei tallone d'Achille!" ironizzai e lei mi strigliò con un'occhiata.
"Tu fila a farti la doccia mentre tu vai via prima che Clinton bruci la cosiddetta "cena" !" urlò.
"Okay capo, agli ordini!" dissi tornando in bagno e chiudendo la porta.
"Certo signora antipatica!" rispose Steve andando via.
"Da quando vai d'accordo con il nemico!?" mi domandò Nat entrando in bagno.
"Ma chi?
Steve?
Beh,
punto primo non è il nemico,
punto secondo anche se fosse il nemico non è per niente male e punto terzo..."
"《Non è niente male?》
Sorellina stai invadendo un campo che non ti compete!" mi ammonì.
"Sarebbe a dire?"
"L'Agente Carter!"
"Steve e Sharon?"
Nooo!
Non ci credo!" risposi aprendo l'acqua della doccia.
"Sì, invece sì.
Lo sanno tutti"
"Beh sorellona non preoccuparti, non è un problema!"
"Cosa vorresti dire?!" chiese Natasha alzando la voce,
"Niente, non preoccuparti!" risposi cercando tra le varie creme qualcuna che potesse piacermi.
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Romanoff Sisters | Pietro Maximoff
FanfictionWanda non riesce a superare il fatto che Pietro, suo fratello, sia morto a Sokovia. Da quando sono rimasti soli Wanda è stata la famiglia di Pietro così come lui quella di lei. Entrambi avrebbero protetto l'altro a qualunque costo. I gemelli Maximof...