Capitolo Quattro

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"Non giurare sulla luna, questa incostante che muta di faccia ogni mese, nel suo rotondo andare!"

(Romeo e Giulietta- W. Shakespeare)




"Ti prego, lasciami spiegare." Ced mi stava inseguendo per i corridoi.

Ero sorpresa di come avesse recuperato terreno dopo che era rimasto nella Sala Grande per assistere alla sua menzogna.

"Non ho niente da dirti, Cedric." I miei tacchi risuonarono per i corridoi quasi vuoti, colmi solo degli studenti ritardatari diretti nei loro dormitori.

"Y/n, per favore... almeno fermati!"

"Due ore. Sono passate solo due ore da quando mi hai promesso che non avresti partecipato, e ora questo? Vedo Herbert incitarti a mettere il tuo nome in quel Calice come se fosse la cosa migliore del mondo?" Gridai e ciò che scorsi quando mi voltai fu solo il suo sguardo afflitto. "Ti prego, dimmi che è stata solo una follia dell'ultimo minuto e non qualcosa di premeditato, o puoi salutarmi per questa sera."

Cedric si era avvicinato a me in silenzio. Mi guardava con occhi afflitti; era dispiaciuto, certo, ma non di quel tipo di rammarico che mi sarei aspettata di vedere dopo che aveva saputo mentirmi così facilmente. Era dispiaciuto, sì, ma nei suoi occhi scorgevo anche l'orgoglio di essere uno dei partecipanti.

"Come immaginavo."

Proseguii verso i sotterranei di Serpeverde, ma stavolta non mi girai a guardarlo. D'altra parte, lui non si era scomodato a seguirmi e lo preferii. Non avrei mai pensato che Cedric fosse in grado di eludere una promessa così facilmente. Non mi aveva mai mentito prima, e sapere che le sue azioni sarebbero rimaste a brancolare nel buio della mia ignoranza se non lo avessi scoperto, era ciò che mi feriva di più.

Spalancai la porta della mia stanza, camminando verso il letto. In quel momento se ci fosse stato qualcun altro non lo avrei neanche notato. Parkinson non c'era, nemmeno la Greengrass sembrava essere nei paraggi. Dovevano essere rimaste giù in Sala Comune a chiacchierare con Malfoy e i suoi scagnozzi.

Mi sedetti sul letto ma la superficie morbida del materasso contrastava troppo con il mio umore rude e mi alzai. Fuori dalla finestra potevo vedere l'oscurità della notte riflettersi nelle profondità del Lago Nero. Il Calamaro Gigante non si vedeva da nessuna parte e niente nella quiete dell'acqua faceva presagire allo spostamento dei suoi tentacoli.

Forse dormire mi avrebbe aiutato a calmare i nervi. L'avvento del Torneo non bloccava il comune andamento dell'anno scolastico e la mole di studio non sarebbe diminuita se avessi continuato a crucciarmi perché Cedric aveva deciso di prendervi parte.

Mi spogliai della divisa e feci una doccia veloce. La vestaglia di seta scivolava sulla pelle abbracciandone le curve. Approfittai dell'assenza delle mie compagne di stanza per completare la lettura di uno dei miei libri, fin quando le parole non si fusero con i miei incubi.

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La gracchiante risata di Parkinson fu uno spiacevole risveglio. Lei e la Greengrass gridavano euforiche dal bagno, ignorando di trovarsi a Hogwarts e non a un concerto delle Sorelle Stravagherie. Massaggiai le tempie e sollevai il capo, mi ero addormentata con il libro sotto la guancia. Lo poggiai sul comodino e mi alzai.

Erano appena le otto, cosa ci facevano Parkinson e Greengrass già sveglie? Il sabato non si sarebbero alzate presto nemmeno se l'intero castello fosse crollato.

"Sbrigati, avanti! Sai che voglio quell'autografo entro oggi!" Si lamentò Greengrass. Ah, già... Krum.

Uscirono di corsa dal bagno, bloccandosi appena in tempo prima di travolgermi. "Per le mutande di Merlino, McLaird! vuoi farci ammazzare?" Fu l'unico saluto che mi rivolse Parkinson, prima di afferrare la mantella buona e correre fuori dal dormitorio con Greengrass.

Blood Traitor || Draco X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora