Capitolo Cinque

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"M'ami tu? So bene che dirai "sì" e io accetterò il tuo verbo; però, se giuri, potresti riuscir falso: agli spergiuri degli amanti, Giove dicono ride."

(Romeo e Giulietta- W. Shakespeare)




Il lunedì giunse a tradimento come una secchiata di acqua gelida le prime ore dell'alba. Avevo dormito malissimo pensando al Torneo e alla partecipazione di Ced, senza contare che ero ancora arrabbiata con lui. In quel momento sentivo di odiare la sua ambizione e sapevo che non avrei potuto rimandare il confronto con lui per sempre.

I miei capelli erano crespi e avevo delle terribili occhiaie. Feci del mio meglio per coprirle con del trucco e legai i capelli con il solito fermaglio. Alla prima ora avevamo Pozioni, quindi presi la borsa e ci misi dentro solo la penna con l'inchiostro, avendo già riposto i libri necessari durante lo studio con Goyle. Le altre ragazze erano già uscite, quella fu l'unica cosa buona della giornata, che però mi ricordava anche di essere terribilmente in ritardo.

Corsi per i corridoi, rendendo il mio aspetto ancora meno presentabile. Sospirai di sollievo nel notare che il professore non era ancora arrivato; alcuni studenti erano fuori l'aula e nessuno avrebbe tentato una mossa tanto stupida con Piton in classe. Riconobbi Malfoy e il suo gruppo battibeccare con Potter e i suoi amici.

Lanciai loro uno sguardo compassionevole, ma entrai in classe. Non avevamo mai parlato, se non un paio di volte quando c'era Ced, e sempre perché era stato lui a iniziare la conversazione. Di certo non erano loro a cercare me, una Serpeverde. Nonostante ci salutassimo per i corridoi ogni tanto, non potevamo davvero considerarci amici.

Pansy mi porse un distintivo, qualcosa che stava distribuendo dall'inizio della mattina, a quanto sembrava, perché tutti in classe ne avevano uno. C'era la faccia di Cedric che lo acclamavano come il "vero campione di Hogwarts", cambiando poi nella faccia di Potter con uno slogan verde che recitava POTTER FA SCHIFO.

Scossi la testa e raggiunsi l'ultimo banco, quello che ormai era diventato il mio e rivolsi lo sguardo alla finestra. Da fuori riuscii a vedere gli avvincini, che con le loro lunghe dita avevano afferrato un pesce più piccolo per divorarlo. Proprio come avrebbe potuto essere Cedric, nelle grinfie di chissà quale creatura potenzialmente pericolosa. Distolsi lo sguardo e lo riportai nella classe con fastidio; non c'era una sola cosa che non mi ricordasse lui e quello stupido torneo.

Il professore era appena entrato. Ci disse di prendere i libri e accennò qualcosa circa il progetto che ci aveva assegnato. Non stavo davvero ascoltando ed ero grata che non dovessi condividere il banco con nessuno; qualcuno doveva essere assente, o non sarebbe avanzato nessun posto.

Una voce familiare mi risvegliò e notai ancora una volta Goyle in piedi, davanti a me. Lo guardai annoiata, consapevole che stesse per rivolgermi qualche parola sgradevole; sicuramente voleva recuperare la stima dei suoi amici persa la sera precedente, dopo averlo messo in imbarazzo. Così aspettai, ci fissammo per qualche secondo, il suo sguardo confuso.

"Che c'è?" Dissi alla fine, esasperata.

"Dobbiamo continuare." Rispose, alzando il libro e facendo un cenno agli appunti che avevamo iniziato a scrivere la scorsa sera. Dovevo essermi persa qualche parola di Piton, lo vedevo già aggirarsi per la classe. Gettai un rapido sguardo a Parkinson, seduta accanto a Malfoy e indicai a Goyle di sedersi. "Ci sei?" chiese, probabilmente accennando al fatto che tra i due ero io quella che sapeva le cose e capitanava il progetto.

Blood Traitor || Draco X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora