Epilogo

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Il capitolo non é revisionato, perdonatemi per eventuali errori o ripetizioni♥️

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"Quando non sarai più parte di me ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte."

(Romeo e Giulietta- W. Shakespeare)


Voldemort era tornato. Quel pensiero aveva avuto il potere di perseguitarmi nelle ore che precedevano la partenza da Hogwarts. Ma per Caramell era una constatazione irrilevante che il marchio nero sul braccio di Piton stesse riprendendo colore. Non aveva preso in considerazione nessuno dei suggerimenti del preside; aveva rifiutato di sottrarre Azkaban alla guardia dei Dissennatori e aveva ignorato il suggerimento di allearsi con giganti.

Papà era certo, come il Preside, che se il Signore Oscuro avesse di nuovo preso il dominio del mondo magico, le creature oscure si sarebbero unite a lui e aveva appoggiato Caramell opponendosi a un'unione con i giganti. Le aveva definite creature pericolosamente violente e imprevedibili, non sempre civili come il professor Hagrid o la preside della scuola di Beauxbatons. Caramell era stato sollevato di vedere che 'la ragione aveva finalmente ripreso a parlare', ma mio padre era convinto che la disapprovazione del Ministro provenisse dalle sue ferme convinzioni sulla purezza del sangue e non per la letalità delle creature.

Il preside aveva desistito, ma a mio padre non convinceva la dipartita del Preside. Silente non si sarebbe arreso e avrebbe di certo interferito con i piani di Caramell. La conversazione si era poi spostata in luoghi in cui a mio padre non era concesso udire.

Era rimasto accanto a me fino a tardi, non avendo intenzione di tornare alla Magione. La mamma ci aveva raggiunti non appena aveva ricevuto la notizia via gufo, smaterializzandosi con l'aiuto di Moppy. Avevano pernottato in una delle stanze del Paiolo Magico, così che saremmo tornati a casa insieme.

Preparare i bauli la sera prima della partenza sembrò l'azione più ardua che potessero mai chiedermi. Nell'armadio avevo ancora la felpa gialla di Ced. Gli avevo promesso che un giorno o l'altro gliel'avrei ridata, ma alla fine avevo rimandato sempre. In quel momento avrei preferito che l'avesse lui. Giaceva nell'armadio, come il fantasma di quello che eravamo stati.

Strinsi le labbra, la gola faceva male per le lacrime trattenute. Gli occhi erano stanchi e cerchiati di rosso, così lividi che nemmeno Parkinson e la Greengrass avevano avuto il coraggio di aprir bocca.

Scossi la testa, poi raccolsi con uno strattone tutti gli abiti dalle grucce e li gettai nella valigia. In quel momento pensai che sarebbe stato meglio lasciare lì la sua felpa; forse qualche elfo l'avrebbe trovata e l'avrebbe gettata nel cesto degli oggetti smarriti degli studenti. Ma appena terminato di riporre il profumo e i gioielli nel baule a mano- insieme alla foto di me e Cedric al ballo del Ceppo- mi precipitai verso l'armadio e la riposi nella valigia.

Non ce la facevo a lasciarla lì, per me sarebbe stato come se lui mi avesse abbandonato di nuovo. L'annusai un'ultima volta; odorava ancora di muschio e le sfumature calde dei suoi occhi mi tornarono alla mente in quel mite pomeriggio di marzo, quando eravamo seduti in riva al lago a ripassare i nomi dei Goblin per il test di Storia della Magia. Il suo corpo non odorava di niente, invece.

Quando lasciai la Sala Comune, gli studenti erano riuniti a conversare sul divano, sussurrando al mio passaggio. Forse erano solo impietositi, ma in fondo sapevo che stavano discutendo sulle dinamiche della morte e se Potter fosse realmente pazzo. Avrei davvero voluto pensare che lo fosse.

Blood Traitor || Draco X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora