Prologo

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"... Due famiglie di pari dignità piombano per rancori antichi in una nuova discordia che insozza le mani dei cittadini con il loro stesso sangue. Dai lombi fatali di questi nemici, trae vita una nuova coppia di sfortunati amanti, le cui sventurate e pietose vicende seppelliscono con la loro morte l'odio dei genitori."

(Romeo e Giulietta- W. Shakespeare)





3 anni prima...



Mio padre mi guidò verso un negozietto curioso; era piccolo e impolverato, sembrava quasi inattivo da anni. Adoravo andare a Diagon Alley, anche se avevo fame e avrei preferito mi avesse portato al negozio di dolciumi.

"Papà, avevi detto mi avresti comprato le Cioccorane. Io ho fame." Sbuffai, incrociando le braccia.

"Y/n, tesoro, sai che siamo venuti in città per fare compere scolastiche. Eri così contenta quando è arrivata la lettera."

"Sono felice, però ho anche fame." Incrociai le braccia al petto, tenendo stretto il libro di Cenerentola sulla stoffa preziosa dell'abito.

"Avanti, prima prendiamo tutto il necessario e poi compriamo le rane." Sorrise mio padre, tuttavia continuò a mantenere una postura rigida. La giacca scura gli fasciava con eleganza le spalle larghe, la camicia setosa era accompagnata a una cravatta argentata e l'anello di famiglia, lo stesso che indossavo io, gli circondava l'anulare della mano destra. Rigirai una ciocca di capelli tra le dita, alzando lo sguardo per leggere finalmente l'insegna del negozio: 'Ollivander: fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C'.

La scritta dorata appariva su un'insegna ricurva scortecciata, mentre in vetrina era presente una sola bacchetta su un cuscino color porpora impolverato. A prima vista il negozio sembrava scarno, ma lo sguardo fiducioso negli occhi di mio padre mi rassicurò.

"Sai? Anche io ho preso qui la mia bacchetta. È stato qui che mi ha scelto." Parlò di nuovo, aprendo la porta e salendo sul gradino di marmo. Mi ero documentata sulla loro esistenza ancor prima di essere accettata alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Era buffo sapere che fossero loro a sceglierti e non il contrario, come con un comune oggetto babbano. Mi ero chiesta più volte come fosse possibile che un normale pezzo di legno fosse in grado di riconoscere il suo compagno tra tanti acquirenti.

Lisciai la gonna dalle pieghe con la destra e seguii papà. Un lieve scampanellio accolse i nostri passi. Il luogo era molto piccolo e all'apparenza vuoto, tranne che per una sedia dalle zampe esili che sostava alla destra dell'ingresso. Ero curiosa di scoprire quale sarebbe stata la mia bacchetta, per un momento persino la fame venne a mancare. 

Papà si diresse verso un anziano uomo dietro il bancone con gli occhi grandi e scoloriti; sembrava conoscerlo, infatti l'anziano mago dai folti capelli bianchi gli sorrise e si scambiarono un paio di battute. Esitai ad avvicinarmi, continuando a guardarmi intorno. Attraverso il riflesso sul vetro, sistemai i capelli che avevo legato indietro con il raffinato fermaglio di famiglia.

Papà si voltò, chiamandomi e facendo un cenno elegante con la mano. Il suo anello d'argento luccicava sotto la luce fioca delle candele.

Blood Traitor || Draco X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora