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Quella sera di tre anni fa, non avevo molta voglia di uscire. Ero stato tutto il giorno sul computer, e si prospettava una serata in discoteca. Preferivo sprecare il mio tempo in modo diverso, e non mi ero ancora avvicinato alla fotografia amatoriale. Ciò nonostante accettai l'invito di Adam, a quel tempo ancora scapolo e sempre pronto a divertirsi. Anche allora cercò di cambiare il mio look, ma senza risultati. Quando ci imbattemmo nell'infinita fila all'ingresso, iniziai ad innervosirmi. "Andiamo via, Adam. Non è il posto adatto a me".

"Devi iniziare a cambiare stile di vita. Hai trenta anni, vuoi continuare a rimanere in panchina? Come pensi di trovare una fidanzata?". Non mi era mai passato per la mente di averne una, anche se spesso mi ritrovavo su siti di incontri dove potevo impersonare qualcun altro. A nessuno sarebbe mai piaciuto un tipo come me. Un nerd, un capellone, un solitario. Tom e Adam erano la mia unica costante, coloro che mi tenevano a galla. Gli unici in grado di riuscirci. In quel momento, un gruppo di ragazze ci passò accanto. Molto appetibili, che si presentavano sui loro tacchi dodici e le minigonne che lasciavano poco spazio alla fantasia. Adam mi diede immediatamente una gomitata.

"Visto? E dentro ce ne saranno molte altre..." rasentammo il buttafuori, e il mio amico sorrise "...andiamo! Si va in scena". Lui era evidentemente il più in gamba tra i due. Tra i corridoi del nostro liceo, si faceva sempre spazio tra la folla avvicinando le cheerleader per poterle conquistare con il suo fascino e con gli occhi di ghiaccio. A volte vorrei avere un briciolo del suo carisma, ma poi mi guardo allo specchio e scopro il vero me stesso. Io sono questo, sono un uomo che si nasconde dietro ad un computer per paura di far scoprire al mondo di cosa è capace. "Tom ci raggiungerà?" gli domandai, sedendomi al bancone accanto a lui. "Non lo so, doveva vedersi con Emma".

"E tu quando ti sistemerai?". Adam alzò le spalle. "Nessuno può mettermi in gabbia. Sono giovane, sono ricco e sono bello". Soffocai una risata, afferrando il bicchierino di whisky. Alzando il gomito per poter bere, sfiorai qualcuno alle mie spalle. Mi voltai per chiedere scusa, però la ragazza non si era nemmeno accorta del mio tocco fugace. La squadrai dalla testa ai piedi, soffermandomi sui suoi capelli del colore dell'ebano. Da lei emanava un profumo inebriante, che mi entrò dritto nelle narici e mi ottenebrò i polmoni. Misi le dita sulla sua spalla, richiamandola. Per un momento fugace i nostri sguardi si incontrarono, intanto che l'amica la richiamò per poter andare via. Sapevo il suo nome. Avevo potuto discernerlo da sopra il rumore della musica, ma lo avrei tenuto per me. Lo avrei custodito a lungo, e mi sarei dimostrato particolarmente possessivo verso quel fiore di ragazza dagli occhi da cerbiatta e dal fisico curvilineo. Quando mi voltai di spalle, mi accorsi che Adam aveva adocchiato una rossa appetitosa seduta vicino all'ingresso. "Beh? Cosa stai aspettando?".

"Non voglio lasciarti solo" lo allontanai con una leggera spinta, restando seduto al bancone. Ogni tanto potevo voltarmi in direzione di quella ragazza, osservandola da lontano. Lei non incrociò più il mio sguardo, ma era già entrata nella mia mente e quella stessa notte mi venne in sogno.

Immaginai di stringerle la carne delle cosce tornite, per portarmele sui fianchi. Fu mia in pochi secondi, poiché non riuscì a liberarsi della mia presa decisa. Avrei continuato a sognarla costantemente per mesi, finché non la rividi nella stessa discoteca in estate. Adam aveva iniziato a frequentare una ragazza seriamente, Laura. Non ero completamente fiducioso, ma lui si mostrò piuttosto preso. Era la rossa appetitosa di qualche mese prima. Colei che sarebbe diventata sua moglie. Adesso i miei unici amici erano entrambi impegnati per la vita, e continuarono imperterriti a cercarmi una compagnia. Parlai con Adam della ragazza. "Se ti piace così tanto, perché non le chiedi semplicemente di uscire?".

"Non è così semplice. Non sono il suo tipo. Per ora devo accontentarmi di guardarla". Lui iniziò a temere quei miei atteggiamenti furtivi, e non avrebbe mai compreso appieno quello che stava accadendo nella mia mente abbuiata dalla presenza di lei. "Dimmi chi è. Cerco di mettere una buona parola" lo bloccai con una mano ferma sul suo petto. "Non farlo. Me la vedrò da solo". Uscii dalla discoteca, ritrovandola con la sua amica a bere e scherzare. Quando entrambe tornarono a casa, le seguii restando in disparte. La ragazza rimase presto da sola, e finalmente riuscii a scoprire la sua abitazione. La osservai dal marciapiede intanto che si spogliava, poi spense la luce e tutto diventò oscuro. La mia improvvisa passione per la fotografia incominciò il giorno dopo. In seguito alle mie lunghe giornate di lavoro, mi mettevo la reflex al collo camminando furtivamente e con il cappuccio in testa per raggiungere il suo appartamento a Brooklyn. Ben presto scoprii di potermi arrampicare sulla scala antincendio del palazzo difronte, quindi ottenni una migliore visuale del suo bellissimo corpo. Catturai ogni dettaglio, ammirandola dal mirino. 

Ero come un cacciatore in cerca della preda, solo che al posto del fucile ero armato di una fotocamera che mi avrebbe regalato parti del suo corpo che mai avrei potuto toccare con le mie mani. Mi passai la lingua sul labbro superiore, guardandola ammirarsi nello specchio. Una notte ho rischiato di essere scoperto, poiché il flash della reflex aveva lasciato un riflesso sulla sua finestra, facendola voltare terrorizzata. Dopo aver guardato all'esterno, aveva chiuso le tende. Quel lungo percorso di smania e ossessione perdurò, intanto che Tom e Adam mi presentavano sempre più ragazze, ed ogni volta dovevo sorbirmi i loro sguardi colmi di compassione mentre si domandavano: "Ma da dove è uscito questo nerd fallito?". Potevo leggere questa domanda nei loro occhi. La ragazza era diversa da loro. Aveva un cervello, che però non riuscì a prevalere sulle parti del suo corpo da cui ero ossessionato. Un pomeriggio l'avevo fotografata mentre dipingeva. I miei occhi si soffermarono ancora una volta sul suo crine cioccolato. Ogni volta dovevo metterci un'enorme forza di volontà per non andare alla sua porta e saltarle addosso. Iniziai a pensare che forse Adam aveva ragione. Avevo bisogno di un upgrade da cima a fondo, che mi rendesse più affascinante ai suoi occhi. Passano tre anni dal primo sguardo con lei per poter pensare ad un cambiamento sistematico. Quando vado da Adam per chiedergli aiuto, lui spalanca le braccia. "Finalmente, vieni di là". Lo raggiungo in camera da letto, vedendolo spulciare tra le camicie nel suo armadio. Me ne getta un paio. "Prima di indossare quelle, dovrai darti una sistemata ai capelli. E pensa di comprare delle lenti a contatto".

"Alle donne piacciono i nerd". Adam fa una smorfia, invitandomi a seguirlo dal barbiere. I capelli mi sfiorano le spalle e non li taglio da qualche anno. "Allora? Come procediamo?". Adam mi guarda nello specchio. "Gli faccia un taglio simile al mio, la barba accorciata". Alzo gli occhi al cielo, sentendomi un bambino. Prima che il barbiere mi faccia chinare all'indietro, il mio amico poggia le mani sulle mie spalle. "Stasera ti porto fuori. Attirerai ragazze come mosche con il nuovo look". Non ho intenzione di attirare donne qualsiasi, voglio solo lei. L'oggetto del desiderio, la protagonista delle mie foto, la figura che ossessiona i miei sogni. Tiro un grosso respiro prima di vedere le ciocche di capelli sfiorare la mantellina. 

𝐕𝐎𝐘𝐄𝐔𝐑 | 𝙂𝙪𝙞𝙡𝙩𝙮 𝙋𝙡𝙚𝙖𝙨𝙪𝙧𝙚 (𝟏) 𝘾. 𝙀.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora