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Un mese dopo

Un mese dopo

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Non ho avuto più notizie di Sylvie, e al locale non mi hanno saputo dire molto. Ho provato ad informarmi riguardo ciò che è successo. Alla tv non hanno detto più nulla, forse perché il caso è stato archiviato. Ho quella conoscenza adesso, in polizia. Potrei domandare allo sceriffo Andrews di aiutarmi, ma così diventerei un sospettato, no? Dopotutto sono l'ultimo ad averla vista. E se quella ritrovata nel fiume fosse proprio lei, sarei nei guai. So che era figlia unica, è figlia unica. Sto sbarellando. Penso ancora che quella ritrovata nel fiume sia lei. Nell'ultimo mese mi sono comportato normalmente, costretto a stare con una donna che non sopporto più. Ho evitato in tutti i modi di andarci a letto. Ogni volta cerco una scusa, sgattaiolando via dal suo appartamento. Quando le ho detto che avrei bruciato le foto, lei ha reagito in modo insolito: "No, non devi gettarle. Anzi, ti concedo di farmene altre". In quel momento ho capito. Lei è l'unica a trarre vantaggio da questa cosa. Mi sta minacciando. "Resta con me o chiamo la polizia". Queste le sue esatte parole, e sono abbastanza eloquenti. Il problema è che glielo sto lasciando fare, senza potermi difendere. Mi incontro con Adam un lunedì mattina prima che vada in ospedale. "Laura è entrata nell'ultima settimana. Ci siamo quasi, amico". Mi congratulo con lui, restando serio. Mi conosce fin troppo bene e infatti comprende in poco tempo che c'è qualcosa che non va. "Sai che puoi dirmi tutto".

"Sto bene. Problemi amorosi, ma tutti ce li abbiamo". "Non proprio. Senti, non volevo dirtelo ma Laura ha percepito qualcosa quando ha conosciuto la tua ragazza. Dice che non si fida, per questo ha chiesto un secondo incontro". Mi limito a fare un cenno con la testa, inarcando le sopracciglia. "Ha ragione?" domanda Adam in risposta. "Non ti posso nascondere che lei è un vero mistero, ma non ha niente che non va". "Perché sei così ossessionato da questa ragazza? So per certo che avresti la fila fuori casa se dovessi lasciarti".

"Mi ricorda Adaline" sbotto all'improvviso, e mi accorgo troppo tardi di aver parlato a sproposito. "Adaline chi? Adaline Benford, la cheerleader del nostro liceo?" annuisco, sorseggiando la mia spremuta d'arancia. "E perché mai dovresti ricordartene? È morta da più di dieci anni". Lui non ha mai saputo niente di me e Adaline, perché a malapena riuscivo a comprendere io stesso quello che mi stava succedendo. La ragazza più sexy della scuola che viene a letto con me.

"Adam, c'è una cosa che dovresti sapere". Lui posa il bicchiere sul tavolo, mettendosi a braccia conserte. "Io e lei abbiamo avuto una storia". Il mio amico soffoca una risata, divertito dalla mia dichiarazione. "Cosa c'è?". "No, scusa. Mi ero dimenticato di quanto fossi simpatico".

"Non sto scherzando" resto serio, digrignando i denti. "No, è impossibile. A malapena sono riuscito a portarmela a letto io. Lei era una che difficilmente si concedeva ai ragazzi".

"A me si è concessa" dichiaro, irritato dalla sua poca fiducia nei miei confronti. "Ok, per poterti credere ho bisogno dei dettagli". Annuisco, tornando con la mente a quella sera di dodici anni fa. Ci eravamo spaparanzati su quel divano disuso. Adaline si è sollevata, mettendosi a sedere. L'ho guardata mentre si infilava la camicia, per poi abbottonarla sul seno. "Che cosa abbiamo fatto?". Lei ammicca. "Abbiamo fatto sesso. Ti è piaciuto?". "Abbastanza. Intendevo dire, perché lo hai fatto con me?".

𝐕𝐎𝐘𝐄𝐔𝐑 | 𝙂𝙪𝙞𝙡𝙩𝙮 𝙋𝙡𝙚𝙖𝙨𝙪𝙧𝙚 (𝟏) 𝘾. 𝙀.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora