Appena entrata in auto ho pensato che era finita. Tom mi avrebbe lasciata. Stiamo insieme da due anni e non si è ancora deciso a mettermi un anello al dito. Andiamo entrambi per i quaranta, lavoriamo e non saremo mai più giovani come adesso. Si passa da questo punto una volta sola, e dopo è una lunga corsa verso un traguardo che si spera di raggiungere quanto più tardi possibile. Un ritardo, e tutto è cambiato. O almeno ho creduto che potesse finire. Tutto è iniziato una settimana fa. Mal di testa, mal di stomaco e facendo mente locale ho ricordato il mio calendario mestruale che aveva saltato un paio di settimane, cosa che non è mai accaduta.
Abbiamo usato sempre precauzioni, preservativi e pillola ma non potevo vivere con quel dubbio. Ne ho parlato con Tom prima che prendesse il suo solito caffè prima di andare in ufficio. I suoi occhi azzurri si sono alzati furtivi su di me, che ero in panico totale ma con gli anni ho imparato a saper nascondere le emozioni. "Pensavo stessi prendendo la pillola".
"Non sempre funziona". "E da quando?" narici dilatate, fronte corrucciata, occhi iniettati di sangue. Bene, era arrabbiato. "Sono stata con l'influenza, ricordi? Alcuni farmaci annullano i benefici di altri farmaci". "Non ne sapevo nulla".
"Perché tu sei un uomo. Gli uomini non hanno mai un cruccio. Non vi preoccupate di niente. Lasciate a noi donne tutte le sofferenze e le preoccupazioni". Sapevo che non avrei dovuto dirlo. Lui ha allontanato prontamente la sedia dal tavolo, venendo verso di me. "Non farmi sentire in colpa adesso. Il problema è di entrambi".
"Il problema?" ho soffocato una risata isterica, dandogli una piccola spinta. "Tu ci hai messo in questo problema, io e te ci usiamo a vicenda per i nostri piaceri e alla fine è la donna a rimanere fregata".
"Non mi è sembrato che tu ti sia mai lamentata..." si è allontanato, prendendo la sua ventiquattrore. "...mi vedo con gli altri e poi vado in ufficio. Non torno a pranzo". Ha sbattuto la porta ed è andato via, così. Mi ha lasciata a bocca aperta, da sola. Ho chiamato subito Laura per confrontarmi con qualcuno di affidabile e soprattutto con qualcuno che ci era già passato. "Non voglio metterti in allarme, ma quelli sono chiari sintomi di una gravidanza. Devi fare il test".
"No" ho scosso la testa, spaventata "...temo che Tom mi possa lasciare". "Non scherzare. Lui ti ama e prima o poi ti chiederà di sposarlo. Adam è appena uscito. Ti va di venire da me? Facciamo colazione insieme". Ho preso borsa e giacca e sono uscita. Non potevo stare chiusa a casa a crogiolarmi. Laura era sulla porta, vestaglia e capelli scompigliati.
Ci siamo messe a sedere e abbiamo chiacchierato. "Dimmi il tuo segreto. Perché Adam non si è spaventato quando gli hai detto che eri incinta?".
"Tra noi era un po' diverso. Siamo sposati, quindi un bambino era già nei piani... ci ha messo un po' a digerire la notizia. Penso che sia ancora terrorizzato dato che il parto si avvicina, però quando lo vedo angosciato gli prendo le mani e lo rassicuro. Gli dico che andrà tutto bene finché saremo insieme". In quel momento ho evitato in tutti i modi di commuovermi, ma una lacrima è sfuggita al mio controllo. "Emma...". Laura mi ha preso la mano sul tavolo. "Tom non è come Adam. È già tanto se stiamo ancora insieme".
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𝐕𝐎𝐘𝐄𝐔𝐑 | 𝙂𝙪𝙞𝙡𝙩𝙮 𝙋𝙡𝙚𝙖𝙨𝙪𝙧𝙚 (𝟏) 𝘾. 𝙀.
Mystery / ThrillerUn voyeur è un osservatore morboso. Colui che ottiene l'eccitazione esclusivamente guardando l'oggetto del suo desiderio. Si nasconde, fotografa, analizza, raccoglie informazioni. Il suo, diventa un vero e proprio pensiero persistente, che potrebbe...