Un minuto prima era sotto di me, sempre più aggressivo e carnale. Un minuto dopo ha chiuso gli occhi, facendomi capire che le pillole avevano funzionato. Non era mia intenzione drogarlo, ma ha iniziato a pormi troppe domande. Dovevo agire, e così mi sono ritrovata a sciogliere compresse di psicofarmaci nella sua birra. Dal suo insolito comportamento, avevo presupposto che in passato avesse avuto dei problemi. Sono scivolata via da lui, coprendolo con un lenzuolo. Potevo andarmene e basta. Sparire e non rivederlo mai più. Ciò nonostante, quando ho visto il suo cellulare sul comodino ho pensato di agire da fidanzata ossessiva e gelosa, impostando un GPS che mi avrebbe aiutato a geolocalizzare il suo telefono. Lo avevo già fatto in passato. È una procedura molto semplice, se sei già portata per gli aggeggi tecnologici. Vado su playstore e scarico l'app che mi permetterà di localizzare in poco tempo il suo Iphone. Mi registro e concedo i permessi di accesso al dispositivo. Subito dopo, per far sì che lui non scopra l'app sulla schermata home, devo mascherare l'icona per farla sembrare un semplice gioco. Lascio aperta la schermata dell'app, pigiando sul pulsante Toggle Camoufflage per poi ripetere l'operazione e confermare l'azione. Collego il suo Iphone al mio, e infine posso riporlo sul comodino. Guardo il mio ragazzo disteso nel letto. Le labbra socchiuse, la barba ispida. Se non fosse così bello, sarebbe più semplice per me fargli le stesse cose che ho fatto a Scott. La questione è completamente diversa. Questa volta si tratta della mia anima gemella. Non credevo potesse esistere, dopo tutto quello che mi è successo. Lui potrebbe uccidere mio padre per me.
Mi sporgo su di lui, osservando il suo petto che si abbassa e si alza ad ogni respiro. Gli accarezzo i capelli, restando a pochi millimetri di distanza dalle sue labbra. "Non ti preoccupare. Io e te resteremo insieme per sempre". Lo bacio e vado via. Torno nel mio appartamento, e udendo un clic dal cellulare scopro che lui è al Blaggards, sicuramente con Tom. Spero non mi abbia mentito. Mentre lo tengo d'occhio, ricevo una chiamata dalla mia collega. Alzando gli occhi al cielo, le rispondo. "Che c'è, Julianne?". "Ehi, ti ho scritto su whatsapp. Io e le ragazze stasera usciamo per locali. Ti va di venire?".
"No, passo. Non ne ho voglia. Me ne starò a casa a vedere un film". "Non è da te rifiutare un invito simile..." prende tempo e nel mentre raggiungo la cucina, inserendo la busta dei popcorn nel microonde. "...dimmi un po', problemi con il fidanzato?".
"Juls, non rompere. Ti ho detto che non ne ho voglia" le chiudo il telefono in faccia, e poi aspetto che i popcorn siano pronti. Dopo mi posiziono sul divano, facendo zapping tra i vari canali. Non c'è nulla di interessante nella programmazione serale. Divoro ugualmente la mia ciotola di popcorn formato famiglia e dopo poso gli occhi sulla mia libreria. Le cimici sono ancora lì. Credeva di poterla fare franca. Le ho scoperte il giorno stesso in cui le ha nascoste dietro i libri. Le ho lasciate lì, stando al suo gioco ma adesso mi hanno stufato. Il mattino dopo, lui bussa alla mia porta. Fronte corrucciata e denti digrignati. "Se mi avessi avvertito, ti avrei aspettato".
"Non mi fermo" mi rasenta, fermandosi al centro del salotto. Per un momento, ho il terrore che lui abbia scoperto il modo in cui l'ho messo ko dopo aver fatto l'amore. Invece mi va molto peggio. Ha scoperto che Scott è innocente. "Dovevo farlo, se lo merita". Arranca verso di me, e con una mano mi sbatte la testa contro la parete, così forte che per qualche secondo mi sento mancare. "Puttana! Hai agito da psicopatica".
"Lo sono, amore mio... non hai ancora capito nulla di me". Quando provo a toccarlo sulla sporgenza del suo pantalone, mi spintona facendomi cadere sul pavimento. Lo guardo dal basso. Il pugno chiuso come se avesse voglia di picchiarmi. La sua aggressività non mi ha toccata, anzi. Ha confermato quello che ho sempre provato nei suoi confronti. Penso ancora che io e lui siamo anime gemelle, altrimenti non gli avrei mai permesso di fotografarmi.
***
Continuo a tenerlo d'occhio per tutta la giornata di venerdì. Si sposta in vari punti, ma la sera, quando il cellulare lo colloca in un locale, sento crescere la rabbia e per questo mi ritrovo con l'auto parcheggiata fuori dalla discoteca. Alle due è ancora dentro, mentre i suoi colleghi vanno via. Li riconosco dalle loro foto su Instagram. Eddie e Oscar, due segaioli nerd che vivono per il mondo virtuale. Il mio uomo è diverso. Ad un tratto lo vedo uscire dalla porta in compagnia di una bionda. Allungo la schiena sul sedile, raggomitolandomi per non farmi vedere. La segue all'auto, sedendosi al lato del passeggero. In pochi secondi vanno via. Aspetto qualche minuto per mettere in moto. Dal GPS scopro che si trova nei pressi di Central Park. Accendo la radio e lo seguo. La ragazza sembra guidare a vuoto, finché non raggiungono un posto appartato. No, non voglio pensare male. Lui non lo farebbe mai. Mi ama e quella ragazza non è per niente il suo tipo. Parcheggio a distanza di sicurezza, in un punto dove posso tenere la situazione sotto controllo. Ad un tratto la vedo sul lato del passeggero e in pochi secondi si sfila la maglia. No, sto sognando. L'auto sembra muoversi. Il veloce e frenetico movimento mi assicura che si tratta proprio di lui, e infatti ad un certo punto prende il suo posto, facendola stendere per poter reclinare il sedile.
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𝐕𝐎𝐘𝐄𝐔𝐑 | 𝙂𝙪𝙞𝙡𝙩𝙮 𝙋𝙡𝙚𝙖𝙨𝙪𝙧𝙚 (𝟏) 𝘾. 𝙀.
Mystery / ThrillerUn voyeur è un osservatore morboso. Colui che ottiene l'eccitazione esclusivamente guardando l'oggetto del suo desiderio. Si nasconde, fotografa, analizza, raccoglie informazioni. Il suo, diventa un vero e proprio pensiero persistente, che potrebbe...