10

983 36 38
                                    

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Non è stato poi così difficile trovarlo. Ho dovuto spulciare un po' sui suoi social, e lui è saltato fuori all'improvviso. Scott Dunne, ex campione del mondo di pugilato che è arrivato primo almeno sei volte prima di doversi ritirare. Ha quarantotto anni, perciò venti anni in più di lei. Beh, mi aveva avvisato che era più grande. Dal suo sito internet, ho appreso che è uno stronzo. Pieno di tatuaggi, fisico scultoreo. Insomma, uno che se la tira perché possiede diverse cinture. Quando me lo ritrovo davanti, devo metterci una enorme forza di volontà per non ridurre la sua faccia di cazzo in una palla da rugby schiacciata. Mi guardo intorno. La palestra è piena di ragazzi, miei coetanei. Prevalentemente dei pugili. Nessuna donna. Due di loro si affrontano sul ring, con guantoni cacciati alle mani piene di calli e i paradenti. Scott incrocia il mio sguardo. Mi osserva dalla testa ai piedi e dice: "Amico, sei qui per allenarti?". 

Amico. Brutta testa di c... "Sì" rispondo, senza pensarci troppo. Ero venuto per parlargli senza peli sulla lingua, per affrontarlo sulla faccenda ex. Invece ho capito che voglio arrivare alla soluzione con i miei tempi. Scaverò a fondo, me lo farò amico finché non si fiderà di me al punto che mi parlerà di lei. Della loro storia. Non ho trovato foto sui social. Solo una, in cui erano ad una festa insieme qualche mese fa. "Hai già combattuto in passato?".

"No, questa è la mia prima volta". Torna ad osservarmi. "Il fisico ce l'hai, ma non posso farti salire sul ring se prima non superi un intenso allenamento". Mi invita a seguirlo nel suo ufficio. Quando supero la porta, noto i trofei e le cinture. Diverse targhe esposte sul muro come se fossero opere d'arte. Nessuna foto personale. Mi porge un modulo da firmare. Mi dimostro interessato alla sua carriera, quindi commento una delle targhe appesa alle sue spalle. Lui gira la sedia verso il muro, indicandola: "Campione del mondo per la categoria pesi mediomassimi a Detroit. Avevo trentacinque anni".

"Posso chiederti perché ti sei ritirato?" torna con le mani giunte sul tavolo. "Ho subito una lesione alla cornea. Vedo ancora piuttosto bene, ma non abbastanza per prevedere il pugno di un avversario. Boom, addio ai lunghi anni di prove, controprove e allenamenti. La mia carriera sul ring è finita, ma di certo non mi impedisce di allenare nuove promesse del pugilato. Tu sei determinato a diventare un pugile?".

"Voglio solo diventare abbastanza bravo da saper incassare un colpo, e a rispondere con la giusta determinazione". Gli porgo il modulo firmato. Scott sorride, si alza dalla sedia e mi invita a cambiarmi. Sfilo la felpa, lasciandola sull'appendiabiti all'ingresso. Lo seguo nella palestra. Mi indica un altro uomo, che è alto quanto me, spalle larghe. Un tatuaggio sulla carotide e uno sulla scapola. "Lui è Harold, Harry per gli amici. Vi allenerete insieme appena sarai in grado di batterti". Ci stringiamo la mano, facendo un cenno con la testa.

Scott mi indica il sacco veloce appeso alla parete. "Ti allenerai con questo. So che non ti ispira – non ispira neanche me – ma è necessario. Hai i guantoni?". Scuoto la testa. "Ok, te li presterà Harold ma domani procuratene un paio". Harold me li consegna. Mi impunto davanti al sacco veloce, ascoltando i consigli di Scott per migliorare la mira. Allarga le gambe, piega le ginocchia. "Sposta il peso su un'unica gamba, e colpisci il sacco veloce con le nocche. Non con l'intero pugno, con le nocche. Così..." me lo fa vedere. Harold è dietro di lui e ci guarda. "Avanti, prova".

𝐕𝐎𝐘𝐄𝐔𝐑 | 𝙂𝙪𝙞𝙡𝙩𝙮 𝙋𝙡𝙚𝙖𝙨𝙪𝙧𝙚 (𝟏) 𝘾. 𝙀.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora