Epilogo

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Il mio piano è sempre stato quello di redimermi, e infine di provare a diventare pura fino all'osso. Così ho accettato di seguire una terapia, prendere parte a quelle insulse riunioni con la dottoressa Whitmore. Ogni giorno, quando sedevo su quel divano logoro da tutti i pazienti che ci erano passati negli anni, mi interrogavo su ciò che avrei dovuto dirle. Comunque sono rimasta sul vago, omettendo la faccenda Scott e l'omicidio di Sylvie. Altre due cose della mia vita da gettare nel dimenticatoio. "Devo prescriverti dei farmaci affinché la terapia funzioni". Ho accettato, dopotutto ero lì per la redenzione. Lui mi ha accompagnata fino alla terza seduta, e dopo la dottoressa ha tenuto a specificare che sarei stata più diretta con lei se lui non ci fosse stato. "Spero che tu sia più sincera con me d'ora in avanti, data l'assenza del tuo ragazzo".

"Non lo è. Ci siamo lasciati" stavo torturandomi le mani come il giorno in cui ho deciso di dichiarare al mondo che Scott Dunne mi aveva molestata. È una risposta condizionata dal mio subconscio. Sapevo di sbagliare ma mi ostinavo a fare ogni cosa come dicevo io. Nessun errore, nessun risentimento.

"A questo proposito, ci tengo a dirti che nelle tue condizioni non dovresti avere delle relazioni. Almeno finché non capiremo la gravità del tuo disturbo". Non potevo avere relazioni. Non potevo più vedere Hayden o provare a ritornarci insieme. Ho accettato anche quelle condizioni. Alla fine, quando la sua terapia dialettico comportamentale sarebbe finita, io e lui ci avremmo potuto riprovare. In qualche modo, i farmaci hanno alleviato la sofferenza e mi hanno aperto gli occhi, dandomi una nuova ragione di vita. Ammetto di aver provato a non assumere lo risperdal un giorno, per vedere come avrei reagito. Il mio primo pensiero è andato a lui. Volevo scrivergli, o presentarmi a casa sua con una bottiglia di champagne in una mano e un vestito semitrasparente addosso, per poterci fare l'amore come siamo sempre stati soliti fare. Ero vicina al flacone, e ho buttato giù i 4gr consigliati dalla dottoressa. Avevo ancora un po' di sale in zucca, e il mio lato migliore ha avuto la meglio sul resto. Questo fino a quel giorno di settembre. Sembrava una normale giornata afosa, in cui avrei dovuto studiare per poter presentare l'esame di psicoterapia cognitiva posticipato alla fine del mese. Hayden è apparso sul mio zerbino. Vestito di tutto punto, capelli pettinati e barba ancora incolta. Un vero schianto. "Che ci fai qui?" gli ho domandato, respirando a fatica. "Volevo sapere come stavi. È da un po' che noi due...".

"Sto benissimo. E tu invece? Come mai sei così elegante?". Matrimonio di Tom e Emma. È stata quella la sua risposta. Qualcosa si è spezzato, e mi si è accesa una lampadina. Ho compreso che io non avrei mai potuto sposare nessuno, dato il mio carattere impulsivo e psicotico. Quando la terapia sarebbe giunta al termine, avrei dovuto continuare a imbottirmi di farmaci per tutta la vita, per evitare di diventare di nuovo violenta e ossessivamente gelosa. Mi sono sporta su lui, bramando le sue labbra che non sfioravo da così tanto tempo. Gli ho posato un bacio tra la fossetta e la bocca, accarezzandogli la guancia. "Fa loro gli auguri da parte mia, e divertiti". Sapevo che sarebbe stata l'ultima volta che lo avrei visto. Lui sarebbe stato molto meglio, non convivendo più con il peso di avermi nella sua vita. Prima di tutto sono scoppiata in lacrime al centro del mio soggiorno. In secondo piano, ho preso il cellulare per chiamare Julianne. Era in giro, precisamente sulla quinta strada per poter riempire il suo guardaroba.

𝐕𝐎𝐘𝐄𝐔𝐑 | 𝙂𝙪𝙞𝙡𝙩𝙮 𝙋𝙡𝙚𝙖𝙨𝙪𝙧𝙚 (𝟏) 𝘾. 𝙀.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora