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L'ho vista ancheggiare a tre passi da me. I capelli scuri che le sfiorano la schiena. "Hai l'auto?" domanda. Mi limito a scuotere la testa, ancora perplesso riguardo quello che è successo poco fa nel locale. È la prima donna ad aver stuzzicato la parte di me che cerco di nascondere. È la prima ad avermi avvicinato. "Andiamo con la mia, ma guida tu" mi passa le chiavi al volo, sedendosi sul lato del passeggero. Mi metto al volante e con la mano tremante inserisco la chiave nel quadro. I suoi occhi castani mi scrutano. Cioccolato fondente misto al caramello fuso. Sento il mio corpo andare in fiamme, e queste divampano dalla vita in giù.

"Dove vuoi andare?". Lei tiene un braccio spinto contro lo schienale, è leggermente rivolta verso di me. "Dimmelo tu. Come hai intenzione di concludere questa serata?". I miei occhi si abbassano, scendendo verso le sue gambe lunghe. Stringe le cosce, facendo sfiorare le ginocchia. "Andiamo da me. L'indirizzo è...". Non la ascolto. So perfettamente dove abita. Sono troppo preso ad immaginare il suo seno sotto quella scollatura esorbitante. Metto in moto, dirigendomi al suo appartamento. Accosto nel vialetto, seguendola verso le scale antincendio. Preme la schiena contro la porta prima di aprirla. "Non faccio entrare chiunque in casa mia. Tu mi ispiri qualcosa di buono". Buono? Mi mordo l'interno delle guance, pregando di poter essere abbastanza bravo. Una come lei merita il meglio, ed io desidero esplorarla in ogni dove. 

Serro le sopracciglia, mostrandomi audace quanto lei. "E allora che cosa aspettiamo ad entrare?". Ammicca, aprendo finalmente la porta. L'appartamento è buio. Un unico sprazzo di luce proveniente dalla grande finestra nel soggiorno illumina la sala pranzo. Lei si avventa su di me, alzandosi in punta di piedi. Non perde tempo nell'infilarmi la lingua in gola, mentre con la mano scende verso il pantalone spingendo contro il cavallo. Cerca di eccitarmi con il suo tocco non proprio delicato. Le sue labbra aderiscono alle mie, voraci e pronte a mordere. Preme il seno contro il mio petto, liberandomi della giacca. Esita prima di sfilarmi la camicia. Lascio che le mie dita tremolanti si immergano nella sua folta chioma scura, mentre la attiro a me con veemenza per poterla esplorare con la lingua. Lei sibila un piccolo gemito e finalmente mi libera anche della camicia, esitando con le mani sui miei pettorali. Li agguanta con le unghie smaltate, per poi risalire verso il collo. La spingo verso la camera da letto, gettandola sul materasso.

Inclina la schiena intanto che gliela sfioro, continuando a baciarla dall'ombelico in su. Indugio nell'incavo del seno, premendoglielo con le mani. Un altro gemito. Forse sto sognando, o forse è la realtà. La donna che ho bramato per tre anni è nuda sotto di me, ed io sto per entrargli dentro in un modo tanto piacevole quanto rude. La mia lingua guizza intorno ai suoi seni turgidi e pieni. Le strappo un singulto soffocato, intanto che alza il braccio sopra la testa per potersi mantenere alla testiera del letto.

Le sfilo le calze lentamente, facendogliele scivolare lungo le cosce. Nel frattempo le lascio piccoli baci tra le gambe. Alzo gli occhi per poter incontrare i suoi. Sta contemplando ogni mio movimento. Ammicca, mordendosi il labbro inferiore. "Non ti fermare" dichiara tra i denti. Non ho alcuna intenzione di farlo. Ora che sono qui, in questa casa con la donna che occupa il mio cuore e la mia camera oscura, sento qualcosa farsi spazio dentro di me. Una forza quasi sovrannaturale e animalesca si impadronisce del mio corpo, liberandosi nelle ossa e nelle vene come un veleno. Aspetto a farmi spazio dentro di lei. Voglio godermi questo momento fino in fondo. Non voglio perdermi nessun dettaglio.  

Mugola il mio nome, aggrappandosi alle lenzuola. Intervengo su di lei con la lingua, muovendomi lentamente, con prudenza. "Sei mai stata toccata in questo modo?". Scuote la testa sul cuscino, inarcando la schiena. Torno su di lei, cercando le sue labbra. Vorace, mi bacia con trasporto mentre la spingo sul materasso ad ogni affondo. Le sue dita affusolate indugiano troppo a lungo nei miei capelli. Sembra piacerle questa posizione. Dopo averle fotografato ogni dettaglio di questo magnifico e curvilineo corpo, è inesplicabile il modo in cui necessito di poter toccare ogni fibra di lei. Ghermisco i suoi fianchi, affondando le dita nella carne. Indugio nell'incavo del suo collo, sentendola rantolare. "Ti voglio" la mordo piano sulla giugulare. Eseguo i suoi ordini, quindi le afferro le cosce e me le porto sui fianchi. Adesso posso prenderla, viverla, affondare dentro di lei. E dopo sarà troppo tardi. Sprofondo il membro tra le sue gambe, e per la fermezza e l'audacia sussulta allungando la mano per potermi aiutare. Ci guardiamo dritto negli occhi per diversi secondi.

Mi afferra il viso con le mani, attirandomi a sé per potermi baciare mordace. Nel frattempo il mio inguine si fa spazio dentro di lei, senza precauzioni, senza alcuna voglia di fermarsi. Non me l'ha chiesto, ed io di solito evito di usare preservativi. Nel caso riuscirò a trattenermi, o forse no. Sono quasi al culmine, e sembra esserlo anche lei. I nostri corpi smaniosi e madidi di sudore si cercano con avidità. Sposta il peso, prendendo il mio posto. Sembra che voglia stare sopra, prendere le redini della situazione. Mi metto a sedere, tenendola cavalcioni su di me. La sua schiena è illuminata da un lieve sprazzo di luce, che le mette in risalto le fossette di Venere. La voglio ancora. Non ne ho abbastanza. Infilo le dita tra i suoi capelli, sentendoli scivolare lungo le braccia.

Le afferro i fianchi, guidandola su e giù su di me. Mugola ancora il mio nome, che nella sua bocca risuona come una poesia. Torno con le mani sui suoi seni, stringendoli tra le dita. Le stuzzico le aureole, sentendola rantolare contro la mia fronte. Questa resterà la mia posizione preferita, perché ho ampia visuale del suo seno e del suo viso. La posso cingere a me, attirandola con le braccia. La mano scende sempre più giù, finché non agguanta la carne dei suoi glutei.

Torna a stendersi sotto di me in un movimento fugace e intenso. Continuo a stuzzicarla con la lingua, mordendo, esplorando, agguantando mentre lei si muove convulsamente sotto il mio tocco leggero e caldo. Al culmine, esplode per me in un orgasmo che sentivo sopraggiungere dalle movenze spinte del suo petto contro il mio. Tenta di soffocarlo, premendo le labbra. Le dico di lasciarsi andare, di lasciarmi udire il suono del mio successo. "Sei un egocentrico?" domanda con ironia, scoccandomi un bacio casto sul mento. "No, voglio solo sentirti nelle mie orecchie e nel sangue". Sorride, lasciandosi andare in un gridolino di estasi. Continuo ancora qualche minuto prima di liberarla della mia presa; poi mi stendo accanto a lei. La sua mano cerca la mia sulle lenzuola. È l'unico gesto romantico scambiato in questa notte focosa e irripetibile.

"Wow..." brontola, riprendendo fiato "...non credevo saresti stato così, dato quanto ho dovuto insistere". "Ci metto un po' a riscaldarmi" dichiaro, abbassando lo sguardo sul suo monte di Venere. "Ho notato. Beh, ne è valsa la pena. Il cocktail ha funzionato". Le metto la mano sul fianco, attirandola a me. "Sono stata molto bene. Anzi, sono stata più che bene" dichiara, alzando il suo sguardo cioccolato su di me. "Ma ci tengo a dirti che non sono una da relazione stabile. Ci ho già provato una volta e...". Per qualche assurdo motivo, sono d'accordo con lei. Nemmeno io voglio impegnarmi. "...non vuol dire che questa cosa non si potrà ripetere. Ora sai dove abito. Non ti chiuderò la porta in faccia se mai dovessi presentarti in piena notte a reclamare il mio corpo. Sarò ben felice di accontentarti". La scruto attentamente, muovendo gli occhi sul suo viso. "Ed io sarò onorato di farti venire ancora una volta".

"Non mi stuzzicare, altrimenti ti tengo qui nel mio appartamento per poterti usare quando voglio". Premo il petto contro il suo, tornandole sopra. "Ho bisogno di una doccia. Mi accompagni?". Lei fa di sì con la testa, aspettando che le afferri le cosce per poterla portare in braccio. Intanto che raggiungo il bagno, lei affonda il viso nel mio collo continuando a baciarmi. Sento la sua voglia di me scalpitarle nel petto, il desiderio di risentirmi di nuovo dentro di lei come un vulcano pronto ad eruttare. Perduriamo nel nostro intenso, sanguigno e perpetuo amplesso contro la parete in ceramica intanto che i muscoli prendono fuoco. Adesso vorrei essere l'osservatore che se ne sta all'esterno a contemplare due corpi nudi e attorcigliati.

Il guardone che si eccita a osservare i rapporti sessuali altrui, le figure nude e febbricitanti. Provo un incontrollabile piacere, un'ossessione morbosa e implacabile. L'ho avuta, l'ho fatta venire sotto al mio corpo smanioso ma allo stesso tempo sento che continuerò a guardarla da lontano, perché la sensazione che si prova nel guardare e non poter toccare è ben diversa. Annusare il proibito e non poterlo sfiorare. Lei ha un odore provocante e intenso che mi manda in estasi. Ha liberato l'animale che si stava celando a fatica dietro alla macchina fotografica, e ora dovrà vedersela con quel lato di me che ancora non ho potuto approfondire. 

𝐕𝐎𝐘𝐄𝐔𝐑 | 𝙂𝙪𝙞𝙡𝙩𝙮 𝙋𝙡𝙚𝙖𝙨𝙪𝙧𝙚 (𝟏) 𝘾. 𝙀.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora