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È stata un'assoluta sorpresa per noi vederlo riuscirci al primo tentativo

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È stata un'assoluta sorpresa per noi vederlo riuscirci al primo tentativo. "Credi che dovremmo andare a controllare?" domanda Tom sgranando gli occhi. "No, lasciamo che si diverta una buona volta". Restiamo seduti al tavolo per una buona mezzora. Guardiamo verso l'uscita e di lui e la ragazza non c'è nessuna traccia. "Forse ha davvero fatto colpo" esclamo, fiero del mio esperimento. "Sì, forse" Tom guarda l'ora dall'orologio da polso. "Io devo andare, e dovresti anche tu".

"Già, sto per diventare padre" sorrido, sollevando le spalle. Ricordo il giorno che io e Laura ci siamo conosciuti. È successo in discoteca, questa stessa discoteca di stasera, tre anni fa. Era così bella nel suo vestito rosso e i capelli dello stesso colore. Una diavolessa dagli occhi da cerbiatta che ha immediatamente catturato il mio sguardo. Fino a quel momento mi ero ripromesso di non innamorarmi mai, di non lasciarmi abbindolare da nessuna donna e di restare scapolo fino a cinquanta anni. Una volta che siamo usciti dalla discoteca comunque, ho potuto cambiare idea velocemente visto il modo in cui lei mi ha fatto capire che le piacevo. Mi ha preso la mano all'improvviso, sfiorandomi il polso con delicatezza. Ci siamo guardati negli occhi per qualche secondo. "Vorresti venire a casa mia?".

"A casa tua?" mi ha domandato, mostrandomi un ghigno compiaciuto. "Perché no?!". Una volta giunti tra le quattro mura della mia umile dimora, le ho offerto un calice di bordeaux. Si muoveva tra le pareti, osservando i quadri appesi. "Sei un appassionato d'arte?". Mi ha domandato, accettando il bicchiere. "Mia madre fa la critica d'arte in un museo, ed ha fatto appassionare anche me al genere". 

"E tu che lavoro fai?". "Sto seguendo una specializzazione, ma presto potrei diventare un neurochirurgo". In quel momento Laura ha strabuzzato gli occhi. "Dici davvero? Sei un dottore?".

"Non ancora, ma potrei diventarlo presto". Lei ha lasciato il bicchiere vuoto sul tavolo, avanzando verso di me. I fianchi che ancheggiano e le sue gambe che si muovono sinuosamente sotto lo spacco largo sulla coscia. "Che fortuna. Oltre che sexy sei anche colto". In quel momento ho sorriso anche io, trovandola audace e divertente. "Mi trovi sexy?".

"Oh sì, altrimenti non sarei venuta a casa tua la prima sera, non ti pare?". Non potevo rimandare ancora, e così l'ho baciata spogliandola di quel vestito rosso che in pochi secondi era diventato uno straccio steso in terra come spazzatura. Laura ha infilato le dita tra i miei capelli, attirandomi a sé mentre io allungavo le mani verso la sua schiena per poterle sfilare il reggiseno. L'ho spinta verso il muro, alzandole le gambe per potermele portare sui fianchi. In pochi secondi ero dentro di lei, già troppo preso e ammaliato dal suo fascino. Non avevo scampo, mi sarei innamorato di una donna prima dei cinquanta anni ed avrei dovuto dire addio alla mia vita da Don Giovanni, abbandonandomi ad un'esistenza piacevole con lunghi amplessi tra le lenzuola condivisi con la donna più sexy del pianeta. Tom mi osserva mentre rammento il primo momento con Laura. "Allora? Ce ne andiamo o cerchiamo il nostro amico?".

"Andiamocene" rispondo, dando completa fiducia al mio migliore amico che si è innamorato per la prima volta. Sarei felice se riuscisse a conquistare la donna che sogna da tre anni. L'ho visto molto poco ultimamente, e di solito se ne sta da solo con i suoi pensieri. È piuttosto solitario, intelligente, è un artista. L'ho conosciuto ad una mostra organizzata da mia madre. Era con i suoi genitori, e ci siamo fermati all'ingresso del museo per poter giocare mentre gli adulti osservavano quei quadri strani e all'apparenza incomprensibili. Erano quadri di Picasso, Dalì e Kandinskij, ancora un mistero per me che ero un bambino di quasi dieci anni. Quando siamo nel parcheggio, ricordo che siamo venuti tutti con la stessa macchina. Tom capisce che cosa sto pensando con un solo sguardo. "Suppongo lo accompagnerà lei, o tornerà a piedi". Mi guardo un'ultima volta intorno per poi mettermi alla guida. Non è da lui sparire così all'improvviso e temo possa accadergli qualcosa. Ricordo che è un uomo e che non posso più comportarmi da fratello maggiore con lui. "Andiamo, Adam. Se la caverà".

[...]

Ci dirigiamo a casa di Adam, dove troviamo Laura e Emma ancora sul divano, intente a giocare a carte e a guardare un film vietato ai minori

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Ci dirigiamo a casa di Adam, dove troviamo Laura e Emma ancora sul divano, intente a giocare a carte e a guardare un film vietato ai minori. "Ah, è questo che fate in nostra assenza?" commento, avvicinandomi alla mia compagna. Lei prende il telecomando tra le mani, mettendo in pausa Cinquanta Sfumature. "E voi cosa avete fatto in nostra assenza? Dov'è l'altro moschettiere?". "Lo abbiamo lasciato a fare carte con una". Laura si sfiora la pancia, alzandosi piano dal divano. "E siete certi possa riuscire a conquistarla?".

"È già successo. Gli ho fatto cambiare look stamattina, ed è stato immediatamente approvato da tutte le donne della discoteca". Laura e Emma si guardano, ammiccando. "Beh, io ho sempre pensato che fosse un bell'uomo ma è troppo trasandato per i miei gusti" commenta la mia ragazza. "Lo era fino a stamattina" replica Adam, avvicinandosi a sua moglie. Li salutiamo con un cenno della mano, andando via. Emma ha ancora la bocca sporca di briciole. "Ti sei data da fare stasera". "Sono in quel periodo del mese, ed ho voglia di cibo. Dovresti comprendermi dato che stiamo insieme da più di un anno". "Touché" commento, aprendole lo sportello della sua macchina. Mi metto alla guida, avviandomi verso casa. Conviviamo da un po', e ancora non le ho messo l'anello al dito. Sono determinato a sposarla. Lei è perfetta, in gamba, la ragazza giusta per me. Da lei emana un fascino ineguagliabile. Emma è insostituibile. 

Ho avuto anche io i miei momenti, ma sono acqua passata adesso. Ho superato i trenta da un bel pezzo, e magari dovrei sistemarmi in maniera ufficiale. I miei genitori insistono affinché chieda la mano alla mia fidanzata. Quando superiamo la porta di casa, la vedo sfilarsi il giacchetto. La osservo mentre ancheggia verso la cucina. Apre il frigo e si versa altro vino. "Non ne hai abbastanza di quello?". Si limita a fare spallucce, offrendomene un calice. Lo accetto. Dopotutto non ho bevuto così tanto nel locale. Mi sono trattenuto, e l'alcool mi fa sudare. 

Emma si siede sul lato opposto della penisola, portandosi il bicchiere tra le labbra socchiuse. Nel frattempo mi osserva con occhi penetranti. "Cosa avete fatto in discoteca? Oltre a buttare il vostro amico tra le braccia di una sconosciuta?". "Abbiamo parlato". Serra ancora di più le palpebre, accusandomi di qualcosa. "Non la bevo. Hai guardato qualche ragazza?". 

"Perché avrei dovuto? Non ho intenzione di innamorarmi di nessun altro". Vado dal suo lato, facendole chinare la schiena verso il marmo. "Ah no? Ed io che pensavo che mi potessi lasciare da un momento all'altro". Scuoto la testa, sporgendomi su di lei. "Non ne avrò mai abbastanza di te". Le prendo il viso tra le mani. Emma inarca la schiena per poter incontrare le mie labbra voraci. La afferro da sotto le cosce, facendola sedere sulla penisola. Lei sorride, rantolando nella mia bocca. "Anche io non ne avrò mai abbastanza di te, Tom". 

𝐕𝐎𝐘𝐄𝐔𝐑 | 𝙂𝙪𝙞𝙡𝙩𝙮 𝙋𝙡𝙚𝙖𝙨𝙪𝙧𝙚 (𝟏) 𝘾. 𝙀.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora