Perduriamo in quell'incontro di corpi, sfiorando e agguantando parti che non credevo mi potessero creare quegli effetti. Lei è magnifica, e quando riesco a raccogliere il coraggio giusto per lasciarla andare, va finalmente in cucina per prepararsi qualcosa. Mi offre un calice di vino bianco, ma lo rifiuto. Mi siedo dietro alla penisola, osservandola vestita solo della mia felpa e delle mutandine. "Ti sta davvero bene, dovrei lasciartela in custodia". Ammicca, poggiando la padella sul fuoco. Mi guardo intorno, posando gli occhi sul suo cellulare sul tavolo. Mi domando ancora con chi stava parlando al telefono prima che arrivassi. Lo scoprirò domani una volta che accenderò le cimici sparse sulla sua libreria. È mezzanotte inoltrata. Le luci della città sono visibili dalla finestra del suo soggiorno. "Non ti ho chiesto che lavoro fai" esclama all'improvviso, puntandomi con il mestolo. "In un negozio di elettronica".
"Quindi sei una specie di hacker" scherza, ma in effetti è così. "Più o meno" resto sul vago. Non deve scoprire nulla. "E tu cosa fai?". "Commessa in un negozio di lingerie sulla quinta strada". Alzo le sopracciglia, fingendomi sorpreso. "Davvero? Quindi potresti fornirti di completi intimi?". "Non mi servono. Non indosso quasi mai nulla sotto i vestiti". Mi rivolge uno sguardo sardonico, al che abbasso lo sguardo sui suoi glutei. "Ho notato". La raggiungo ai fornelli, attirandola a me. "Sai che c'è, non ho fame". Si divincola dalla mia presa, spingendomi via.
"Ma io sì. Mi guarderai mangiare". Nella successiva mezzora sediamo l'uno difronte all'altra, in silenzio. La osservo mentre trangugia con gusto la sua omelette. Intanto sorseggia del vino, portandosi il calice tra le labbra socchiuse. Mi guarda. "Sei sicuro di non volere nulla?". "Più che sicuro". "Sei abituato a guardare le persone in quel modo?" deglutisco, rammentando gli ultimi tre anni in cui l'ho guardata da lontano. "A cosa ti riferisci?".
"Hai un modo tutto tuo di guardare le persone. Le contempli, le studi. Poi hai quegli occhi imperscrutabili e enormi che mettono soggezione". Mi ha descritto alla perfezione. "Oltre al tatto, penso che la vista sia il senso più appagante al mondo. Ti permette di vedere le cose chiaramente".
"Preferisco l'olfatto e il gusto. Mi piace percepire certi odori, e gustare specifici sapori". La sua dichiarazione è così ambigua. Parla accennando a dei doppi sensi. Sbatte le palpebre, portandosi la forchetta sotto al palato. "Non credi?" aggiunge, finendo il suo vino. Se ne versa un altro bicchiere. "Credo tu abbia ragione". Mi alzo dallo sgabello per potermi sedere accanto a lei. La attiro a me dal fianco, affondando il naso nella sua criniera corvina. Assaporo l'odore del suo shampoo che mi inebria e mi invita a sfilarle la mia felpa. "Ho cambiato idea" dichiara all'improvviso. "Su che cosa?".
"Su questo strano rapporto che c'è tra di noi. Ti ho detto che non voglio una relazione, ma potremmo provarci. Vorrei conoscere i tuoi amici, scoprire più cose su di te". Faccio una smorfia, mostrandomi contrario. "Voglio continuare ad averti esclusivamente per me. Non roviniamo tutto". Mi rivolge un'occhiata furtiva. "C'è qualcosa che mi stai nascondendo?".
"Assolutamente no, anzi. Nessuno dei due ha dei bei ricordi collegati alle nostre passate relazioni, e fino ad ora l'abbiamo vissuta in maniera eccellente. Non roviniamo tutto" ripeto, vedendola sorridermi.
"Magari hai ragione" mi porge il suo calice di vino, invitandomi a berne un sorso. Quando lo lascio sulla penisola, lei si sporge su di me per poter assaporare il gusto amabile sulle mie labbra. "Era questo che intendevo. Hai un sapore così dolce..." si alza dal suo sgabello per potersi mettere cavalcioni su di me. La afferro da sotto le natiche, facendola salire sulla penisola. Con una mano sposto il piatto e il calice, mentre lei si fa spazio scivolando sul marmo bianco. Le afferro i seni pesanti e gonfi tra le mani, strusciando i pollici sui capezzoli intanto che lei si libera della mia felpa. Io ero già a petto nudo, perciò lei non ci mette molto a sfilarmi anche i boxer stendendosi sulla schiena. "Sei fantastico" mi sussurra nell'orecchio, prendendomi il membro tra le mani per potersi fare spazio da sola. Lei si dimena sotto di me, muovendosi ad ogni affondo. "Visto?" le domando, indugiando nei suoi occhi scuri. "Questo è tutto quello che va bene tra di noi. Non roviniamolo" fa di sì con la testa, attirandomi a sé. Torna a baciarmi con avidità e per l'impeto spinge il piatto con la mezza omelette sul pavimento, rompendolo. Spingo i fianchi contro i suoi, fino a sentire i suoi seni premere esigenti contro il mio petto. "Mi vuoi" afferma, decisa. "Dimostrami che questa è una storia di solo sesso". Credevo di averglielo già dimostrato, date entrambe le volte in cui mi sono precipitato tra le sue braccia fregandomene del resto.
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𝐕𝐎𝐘𝐄𝐔𝐑 | 𝙂𝙪𝙞𝙡𝙩𝙮 𝙋𝙡𝙚𝙖𝙨𝙪𝙧𝙚 (𝟏) 𝘾. 𝙀.
Mystery / ThrillerUn voyeur è un osservatore morboso. Colui che ottiene l'eccitazione esclusivamente guardando l'oggetto del suo desiderio. Si nasconde, fotografa, analizza, raccoglie informazioni. Il suo, diventa un vero e proprio pensiero persistente, che potrebbe...