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Oggi è il giorno giusto

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Oggi è il giorno giusto. Sento che devo leggere la lettera da parte di mia madre esattamente oggi. Quindi raggiungo il seminterrato, strappando la busta velocemente. Le prime parole mi spezzano già il cuore, quando riconosco la sua scrittura che ha scarabocchiato il mio nome. Il foglio bianco semi sbiadito cita:

"Figliolo, eccomi qui. Sai che non sono mai stata una che si apre facilmente agli altri, e raramente espongo i miei sentimenti ma adesso devo dirtelo. Devo dirti cosa provo. Manca poco. Sento che è già troppo tardi, quindi ascoltami attentamente. Tu e Paul siete tutta la mia vita. Anche quando tra me e tuo padre non è andata alla perfezione. Restavate voi due le mie costanti, e ora mi addolora lasciarvi perché siete ancora così piccoli e bisognosi d'affetto. Mi fa male vedervi sempre sulla difensiva e riprendervi a parole. Non è così che vi abbiamo cresciuto. Non siete violenti, non siete rancorosi. Siete due angeli, i miei. Avrei tanto voluto dirtelo a parole, ma mi manca la voce. Il cancro si sta portando via anche me alla fine. Le mani tremano e te ne accorgerai quando mi leggerai. Spero non succeda così tardi. Chiederò a tuo padre di mostrarti questa lettera solo quando avrai trovato l'amore. Sei così bello, amore della mamma. Credi sempre in te stesso e nei tuoi sogni, perché io l'ho fatto fino al mio ultimo giorno. Ti voglio bene. Veglierò sempre su di voi". Una lacrima mi riga la guancia, e quando apprendo di aver sbagliato tutto con Paul, chiamo Tom e gli do conferma di farlo uscire dal carcere. Non so quanto durerà questa procedura, perciò lascio tutto nelle sue mani. "Sei sicuro, amico? Da qui non potrai tornare più indietro".

"Sicurissimo. Facciamolo uscire da quel buco". Arriva la fine dell'estate e avviano il processo. Assisto alla seduta, guardando Paul al banco dei testimoni mentre viene interrogato da Tom e poi dall'avvocato dell'accusa. Spero tanto che tenga abbastanza alla sua vita da aver ascoltato i consigli di Tom. Ci invitano ad alzarci in piedi per accogliere il giudice e la giuria.

"Atto 076540, l'accusa è omicidio di primo grado. Per l'imputato l'avvocato Thomas Hayward e per l'accusa il procuratore distrettuale John Jordan". "Prima di iniziare, c'è qualche mozione da parte degli avvocati che vorrebbero condividere?".

"No, vostro onore" esclamano Tom e il suo collega. "Come si dichiara l'imputato?".

"Colpevole. Ha subito un processo quattro anni fa con condanna a venti anni di carcere" il giudice avvia la seduta con un cenno verso l'avvocato dell'accusa. Jordan si alza e raggiunge Paul che è seduto dietro la sbarra.

"Allora, ci parli di quel giorno di quattro anni fa. Che cosa è successo?". Mio fratello mi cerca nel pubblico prima di rispondere. "Mi sono incontrato con la vittima, Ashley. A quei tempi stavamo insieme. All'improvviso ha detto che doveva lasciarmi perché l'avevano accettata in qualche prestigiosa università fuori New York. Sono stato felice per lei, per quanto potessi esserlo. Le ho detto che l'avrei raggiunta presto... ha tenuto a sottolineare che non mi avrebbe aspettato. Mi sono sentito tradito e abbandonato. Ho sprecato tre anni dietro ad una donna che non mi meritava affatto. L'ho lasciata andare, ma la stessa sera sono andato da lei per concludere meglio la conversazione. Aveva già le valigie pronte sul letto. Tacchi e completi intimi come se volesse partire con l'unico intento di prostituirsi. In quel momento è successo...". L'avvocato si allontana dalla sbarra, cercando i giurati con gli occhi.

𝐕𝐎𝐘𝐄𝐔𝐑 | 𝙂𝙪𝙞𝙡𝙩𝙮 𝙋𝙡𝙚𝙖𝙨𝙪𝙧𝙚 (𝟏) 𝘾. 𝙀.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora