Capitolo 2.

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La mattina seguente invece di dirigermi verso la mia agenzia, vado all'indirizzo del magazzino di Elijah Crane. Sono arrivata e parcheggio la macchina. Scendo dall'auto e inizio a guardarmi intorno. Tutto questo è così inquietante. Inizio a camminare verso la porta. Davvero quella bestia miliardaria vive qua? Non sembra il posto per una bestia...cioè, quando penso a un "magazzino", immagino che sia un posto...abbandonato. Cammino attraverso il parcheggio per raggiungere la porta, arrivo e sollevo la tessera magnetica facendola passare nel lettore. Emette un beep e la serratura si apre. Spingo la pesante porta ed entro dentro.
<<Wow.>>
Lo scomposto magazzino di mattoni, che mi sta apparendo davanti, è praticamente vuoto. I miei passi emettono un forte rimbombo mentre continuo a farmi avanti. Tutto sembra...vintage. Che cosa era in origine questo posto? Sposto lo sguardo mentre un vecchio barile cattura la mia attenzione. Si può intravedere un antico logo degli anni cinquanta, credo, che riporta "Crane Industries". Non sapevo che i Crane avessero fatto investimenti al di fuori dell'industria alberghiera...strano! Al piano superiore c'è un loft e intravedo una silhouette sfocata di un uomo dalla finestra che sta guardando verso di me. Accidenti, che tipo minaccioso...è questo il tipo di cose che lui fa? Bighellonare e nascondersi? Credo che dovrei andare al piano di sopra e incontrare ufficialmente il mio nuovo capo. Prima che...mi uccida?
Entro nel montacarichi di vecchio stile e premo il bottone. Inizia a raggiungere lentamente il secondo piano e io mi metto immediatamente in modalità combattimento.
Va bene, lui non è diverso dai miei altri clienti. Non mi devo preoccupare di nulla.
Il montacarichi si apre ed entro dentro rimanendo a bocca aperta. E' un bellissimo loft, arredato con dei mobili costosi.
<<Stiamo scherzando? Questo posto è fantastico!>>
Il tuo corpo s'irrigidisce immediatamente mentre una voce riecheggia in risposta. E' bassa e roca nel modo più devastante.
<<Non metterti troppo a tua agio.>>
Osservo attentamente ogni traccia di ogni suo muscolo del suo corpo che rimane teso sotto la sua maglietta. Mi fa una smorfia mentre mi osserva. Si volta senza aggiungere altro. Lo seguo in silenzio mentre scendiamo le scale per andare in un bizzarro ufficio. Lui si siede alla scrivania dove una lampada illumina il suo piano di lavoro. Non si preoccupa per niente a guardarmi. Che maleducato!
<<Puoi andartene, Signorina Vattelappesca.>>
Questa è la prima prova. Vuole vedere sicuramente la mia reazione all'essere stuzzicata. E invece io resto professionale e lo ignoro.
<<Sono Jessica. Lavoro per la Sable Concierge e inizio oggi. Cominciamo con l'agenda, okay? Suo fratello mi ha messo al corrente...>>
<<Jessica.>>
Appena pronuncia il mio nome, si gira a guardarmi. La mia lingua rimane attaccato al palato non riuscendo più a proferire parola. I suoi folti capelli si scompigliano mentre ci passa le dita. La sua barba ben tagliata delinea la sua forte mandibola. I suoi profondi e affascinanti occhi si socchiudono mentre osserva i miei tacchi a spillo e la mia gonna professionale. Oh no, non posso permettermi di perdere la concentrazione, ma...
Si muove dalla scrivania e ci appoggia sopra il palmo della mano. Guardo i suoi muscoli che si stanno muovendo in modo così seducente. Dio abbi pietà.
<<No, definitivamente no!>>
Lo guardo confuso.
<<No a...cosa?>>
<<No a Jessica. Troppo ornamentale.>>
Inizio a storcere le labbra. Cosa diamine significa?
<<Dovrai cercarti un altro nome. Mi piacerebbe parlare con una donna e non con una bambola su una mensola.>>
Sì, questa qua e un altra prova. Ho capito che gli piace giocare con me, letteralmente.
<<Signor Crane...Signorina Sawyer andrà bene, grazie>>
<<Mmm...no. Troppo formale. Prova qualcos'altro.>>
<<Non ho un secondo nome. Ne parli con i miei genitori, se pensa che gli altri due non funzionano.>>
Sospira un pò.
<<Pesante, noiosa, rigida...e incantevole con i tacchi. E' ovvio che ti ha scelto mio fratello.>>
Inizio ad arrossire mentre mi giro con la testa di lato per non farlo notare. Inizio a sentire qualcosa di terribilmente famigliare nel mio petto. Oh oh, sono attratta da questo imbecille?! No...un'altra volta no! Perché ho un debole per i bastardi presuntuosi? Queste cotte non vanno mai come voglio io. Mi devo dimenticare di aver avuto questo pensiero e devo smettere di guardare quelle spalle terribilmente sensuali. Devo andare avanti. Mi schiarisco la voce.
<<Come le stavo dicendo, Signor Crane...>>
<<Elijah.>>
<<Va bene, Elijah.>>
Alza un dito verso di me in segno di silenzio e scuote la testa, sorridendo astutamente.
<<No, troppo intimo. Ritorniamo a Signor Crane.>>
Sospiro.
<<Signor Crane, suo fratello mi ha detto...>>
<<Potrei sempre chiamarti tacchi.>>
<<Scusi?>>
<<Posso sentirti a un chilometro di distanza, con quei tacchi che risuonano sul pavimento.>>
<<Oh...mi dispiace che le scarpe facciano rumore.>>
Si appoggia alla sua sedia. Lo osservo mentre le sue braccia e il gonfiore dei suoi pettorali scolpiti risaltano attraverso la maglietta.
<<Sei sicura di essere della Sable Concierge? Non sei una squillo?>>
Questo è veramente troppo mi sta facendo arrabbiare.
<<Signor Crane non permetto a nessuno di parlarmi così e tanto meno al mio capo.>>
Si spinge via dalla sedia e si mette in piedi mentre incombe su di me. Fa un passo avanti e poi un altro.
Aspetta...ma lui ha una protesi alla gamba. I suoi pantaloni sembrano vuoti giusto a partire da dove inizia la tibia.
Rimane a poca distanza da me mentre si appoggia e si sente un leggero cigolio.
<<Ho cambiato idea, Jessica.>> sento il calore del suo respiro su di me mentre mi guarda dall'alto <<Puoi chiamarmi Eli, come fanno i miei amici e la mia famiglia.>>
E' un altro gioco o mi sta offrendo una vera sfida alla pari? Ha usato il mio nome, quindi...dovrei...chiamarlo Eli e accettare la sua sfida. Domerò questa bestia.
<<Grazie Eli, lo farò.>>
Mi sorride quando dalle mie labbra fuoriesce il suo nome, come se tutto questo fosse stato un modo per farmelo dire. Mamma mia, mi sembra di essere tornata alle superiori. Gli piace giocare al gatto e al topo?
Solleva delicatamente una mano verso il mio viso e muove una ciocca di capelli dietro al mio orecchio.
<<Ci divertiremo molto insieme.>>
<<C-cosa?>>
Ride.
<<Lavorare insieme. Sarà grandioso. Credo che per il momento tu sia la mia assistente favorita.>>
<<Quindi...non sono licenziata?>>
<<La giornata non è ancora terminata. Per il momento sta andando bene.>>
Si allontana da me lasciandomi senza fiato. Ritorna verso la sua scrivania iniziando a muovere alcuni fogli. Dovrò avere a che fare con tutta questa tensione? Non mi sarei mai immaginata che lui fosse...cioè...
<<Spero che ti abbiano avvisato su che cosa ti aspetta. Ti hanno detto che le ultime dieci assistente mi hanno chiamato Bestia?>>
Mi schiarisco la voce e cerco di mantenere un espressione ferma in volto. Sono venuta qui per una battaglia e lui l'ha appena cominciata.
<<Tu non sei niente che io non possa gestire, Eli.>>
Si volta verso di me con un sorriso ironico. Si muove come se volesse sovrastarmi nuovamente, ma invece, mi passa accanto con aria molto indifferente. Che frustrazione.
Se ne va e inizio a seguirlo, con passo molto veloce, quasi correndo, per mantenere la sua velocità mentre arriviamo nel salone. 
<<Avrò bisogno di una scrivania per iniziare a lavorare. Potrei forse metterne una nell'angolo?>>
<<O potresti andartene. Ci faresti risparmiare problemi ad entrambi. Chiamerò Reese e gli dirò che non c'è l'hai fatta.>>
<<A pensarla bene, chi ha bisogno di una scrivania? La tavola della sala da pranzo va bene.>>
Mi raddrizzo con la schiena mentre mi sistemo i capelli. Appoggio la mia borsa sul tavolo e inizio a tirare alcuni fogli.
<<Inizia a lavorare allora. Vedo che niente ti può fermare.>>
<<Come vuoi...Eli.>>
<<Bella, però essere bella non ti porterà molto lontano in questa loft, Jessica. Mi porti del caffè? Sentiti libera di farlo anche per te. Forse dovremo rimanere qua tutta la notte.>>
Se ne va, tornando nel suo ufficio. Almeno credo. Faccio un sospiro e inizio a lavorare al suo calendario. Ma appena inizio a farlo il mio telefono inizia a suonare. Osservo lo schermo e quando vedo il nome mi si gela il sangue.
Proprio quando stavo pensando che le cose non potessero andare peggio!

LA BESTIA DEL MILIARDARIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora