Capitolo 27.

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Un grido rimane intrappolato nella mia gola.
E' come se tutti gli incubi più terribili venissero in vita.
Le mie gambe diventano pesanti per il panico.
Un omone, brandendo un coltello affilato, fa un altro passo verso di me.
<<Una sola parola e questo coltello troverà casa in quel bel petto. Non sto scherzando, signora.>>
Eli forse non farà in tempo a salvarmi. Riesce a malapena a salire le scale.
Forse non mi ha nemmeno sentito urlare.
Sento il mio cuore martellare nel petto mentre l'uomo tira indietro il braccio, pronto per accoltellarmi.
Cosa faccio? Che cosa mi direbbe di fare Eli?
Varie possibilità mi passano per la testa a un ritmo vertiginoso. Devo...urlare.
Sento la mia gola diventare roca mentre urlo ancora più forte. Il suo strillo penetrante fa solo innervosire di più l'uomo.
<<Smettila di gridare, cazzo!>>
Eli esce da dietro di me, colpendo il ragazzo in faccia con un pugno spietato e brutale. 
Il coltello cade per terra.
<<Sable, stai bene? Ti ha fatto del male?>>
<<Non mi ha fatto male. Sei arrivato giusto in tempo.>> Eli si avvicina. Quando guardo l'uomo, ha già preso il coltello ed è scappato. <<Eli...>> rimango in stato di shock per un momento. Mi stringe forte, guardando il mio corpo in cerca di tagli. <<Non...non mi ha toccato.>>
<<Andiamo dentro.>> saliamo insieme le scale lentamente, entrambi con le gambe tremanti, ma per diverse ragioni. Le mie mani tremano mentre apro la porta con le chiavi. Mi siedo ancora stordita, mentre Eli si siede accanto a me. <<Chi era, Sable?>>
<<Io...io non lo so...non so chi fosse quell'uomo. Perché hai bisogno di saperlo?>>
<<Così posso ucciderlo a mani nude se prova a tornare di nuovo.>>
<<Eli...>>
Il mio panico finalmente diminuisce e sprofondo nel suo abbraccio. Lui mi avvolge con le braccia e seppellisce il suo volto nei miei capelli.
<<Ehi, Sable, va tutto bene.>>
Faccio un gesto verso la borsetta sul pavimento. Me la porge e io prendo il telefono. Inizio a digitare un numero.
<<Non so il numero di telefono della polizia che non sia per emergenze.>>
Nonostante il tono tranquillo della mia voce, le mie mani vanno tremando. 
Gli occhi attenti di Eli lo notano subito.
<<Chiamo io, tu siediti!>> prende il mio telefono, inclinando il suo mento. Mi mordo il labbro. <<Sable?>> lo guardo. <<Non avrò una reazione esagerata. Non mi metterò nei casini. Te lo prometto. Ma...dimmi la verità. Stai bene?>>
<<Eli...non mi sento al sicuro.>>
<<Capisco. E' successo tutto così di fretta e da poco tempo. Respira. Dentro e fuori. Lento e costante.>> faccio alcuni respiri tremolanti mentre lui mi guarda e mi mette la sua calda mano sulla mia spalla. <<Vuoi bere qualcosa. Vuoi dell'acqua? Del tè?>>
Sorrido attraverso la nervosa energia che pervade l'aria.
<<Sai come fare un tè?>>
<<Sono un uomo dai molti talenti. Rimani qua e ti mostrerò il resto.>>
Fa scivolare la mano dietro i miei capelli e poi sul mio collo, massaggiandomi gentilmente.
Faccio un profondo respiro.
<<Io...sono delusa perché la nostra uscita è stata cancellata.>>
<<Non è cancellata. E' rimandata. Lo prometto.>>
Si alza in piedi e cammina verso la cucina con il telefono in mano. Digita un numero.
Mi siedo sul bordo del divano mentre i pensieri e le paure circolano nella mia testa.
<<Uffa.>>
Sono attraversata da un brivido mentre mi ricordo la voce del mio aggressore.
Mi stringo i fianchi.
Certo, ho resistito...ma se Eli non fosse stato lì?
Guardo nel vuoto verso il tavolo di fronte a me mentre Eli mi si siede accanto con una tazza.
<<Ecco.>> bevo lentamente un sorso prima di appoggiarla sul tavolo. Lo avvicino mentre mi appoggio al divano. Dopo circa dieci minuti, qualcuno bussa alla porta. Io sobbalzo senza volerlo. <<Sarà la polizia. Vado ad aprire?>>
<<Mmm...andiamo insieme? Sono un pò nervosa.>>
<<Okay, seguimi. Ci avvicineremo piano piano. Fai un passo alla volta.>>
La sua voce è rassicurante, come se mi stesse ragguagliando prima di una missione. E' in modalità militare.
<<Okay, non facciamo aspettare chiunque sia là fuori.>>
Apro la porta e un poliziotto entra nell'uscio, guardandosi attorno, pronto per ispezionare la scena del crimine.
<<Sono venuto qua per prendere una dichiarazione. Può parlare signorina?>>
<<Sì, posso.>>
L'ufficiale sta sull'attenti mentre tira fuori un bloc-notes.
<<Può descrivere il suo aggressore?>>
<<Era piuttosto scuro, mi dispiace.>>
<<Non è molto di aiuto, signorina.>> il sarcasmo nel tono dell'ufficiale fa innervosire Eli. Posso perfettamente vedere come Eli s'irrigidisce. <<E lei non lo conosceva? E' sicura? Gli attacchi come questo sono generalmente dati da qualcuno che si conosce. Un fidanzato rifiutato, forse? Qualcuno che ha tradito, o che ha quasi ucciso?>>
<<Scusi? Per che tipo di ragazza mi ha preso?>>
<<Ascolti, io solo conosco il quartiere e il modus operandi abituale.>>
Eli ringhia a denti stretti, le zanne della Bestia sono allo scoperto.
<<Si attenga alle domande di protocollo, per cortesia.>>
<<Okay, va bene...ha portato via qualcosa?>>
<<Mmm no. Ho ancora la mia borsetta. Ma lui...>>
L'ufficiale ci deride come se tutto questo fosse una perdita del suo tempo.
<<Quindi ha chiamato la polizia per un tizio che non le ha fatto del male e non ha portato via niente. Accidenti, ottimo uso delle risorse pubbliche. Davvero voi ragazzi ricchi siete solo...>>
<<Ne ho abbastanza!>>
La paura m'invade quando la voce della Bestia del miliardario risuona alta e aspira nel piccolo appartamento.
<<Aspetta, Eli! Parla tranquillamente. Sei una persona importante. Risolvilo con la tua reputazione!>>
Il corpo di Eli sembra più alto, più largo. Come se fosse teso come una molla e pronto a saltare in un attimo. Però quando lo guardo, lui vacilla.
<<Importante, eh? Chi è lei, signore?>>
<<Elijah Crane.>>
L'agente smette di ridacchiare istantaneamente, reagisce come se fosse stato investito da un bus e diventa pallido come un fantasma. Il poliziotto balbetta una risposta mentre retrocede di un passo ed Eli si avvicina.
<<Ah...degli Hotel Crane? Il figlio di Alex Crane? Il soldato della Marina?>>
<<Esatto.>>
Eli non dice nulla. Rivolge solo il suo sguardo all'agente che improvvisamente si agita per l'ansia della sua presenza.
<<Il Grande Crane, ehm...suo padre...fa molte donazioni ai nostri eventi di beneficenza. Odierei pensare che sto mettendo a rischio contributi futuri solo perché ho parlato troppo.>>
<<Sono sicuro che lo farebbe. Ha altre domande da fare, agente? Prima di andarsene?>>
L'uomo guarda Eli e percepisce il messaggio. Ha ancora una possibilità per fare bene il suo lavoro prima che Eli lo butti fuori dalla collottola.
<<Ci sono delle prove che posso raccogliere? Sangue, impronte digitali? Qualcosa del genere?>>
<<Qualsiasi cosa troverà, la troverà nei gradini. Fuori. Gradini. Fuori.>>
Eli fa un passo avanti sfidando quest'uomo anche solo a pensare di invadere ulteriormente la vostra privacy. Il poliziotto retrocede quasi inciampando in se stesso dalla paura.
<<Mi assicurerò di controllare.>> prende nota prima di tornare verso la porta. <<Signorina...mi dispiace dirlo...ma ho paura che non potremo fare molto. Ci assicureremo di mandare una pattuglia extra nel quartiere la prossima volta. Quando sia necessario.>>
Con un breve cenno esce dalla porta. La porta si chiude con un click.
Eli si siede sul divano accanto a me, massaggiandosi le tempie per rilasciare la rabbia.
<<E' per questo motivo che non esco mai dal loft.>>
<<Sì che lo fai, sei qua adesso.>>
<<Solo per te.>>
Accolgo volentieri il peso delle sue braccia attorno alle mie spalle mentre faccio un sospiro.
<<Ho bisogno di farmi una doccia.>>
<<Puoi farla da me.>>
<<Non posso farla qua?>>
<<Va bene, ma non da sola. Ti aspetterò alla porta.>>
Tossisco per la sorpresa, rendendomi conto di quello che sta dicendo.
<<Non posso scappare, Eli. Io vivo qua. Dovrò tornare a casa ad un certo punto, qualsiasi cosa faccia stasera.>>
<<Puoi venire comunque a casa mia. Fare la doccia nel mio bagno e utilizzare i miei asciugamani.>> la sua voce grave è gentile, ma la sua ruvidezza non mi fa sentire a mio agio. <<Dormi tra le mie braccia. Lascia che ti resti accanto.>> mi stringe leggermente le spalle. <<Cosa stai pensando?>>
<<Beh...rimani qua con me. Possiamo fare tutte quelle cose qua, a casa mia.>>
<<Va bene. Starò qui tutta la notte...tutto il tempo di cui hai bisogno.>>
Mi tiene vicino e il mondo sembra diventare più quieto e più lontano. Come se avessi trovato un santuario nelle sue braccia.
I suoi occhi sono caldi.
La rabbia, che ho visto prima in lui, se ne andata via completamente, senza lasciare traccia.
<<Eli...perché stai facendo questo?>>
<<Perché se ti succedesse qualcosa non avrei nessuno per gestire la mia fondazione.>>
La sua risposta leggera e sarcastica attraversa le emozioni brumose nell'aria e io non posso evitare di ridere.
<<Lo dico seriamente Eli. Questa notte è stata orribile per vari aspetti.>>
<<E sono serio quando ti dico che non me ne vado da nessuna parte. Starò qua molestandoti, baciandoti e cercando di farti sorridere tutto il tempo che sarà necessario.>>
Le sue labbra incontrano la mia guancia.
Gioco con le mie mani, mi rendo conto che sono sudate e più sporche di quanto desiderassi.
<<Ho bisogno di fare una doccia. Credo che andrò a farmela ora prima che sia troppo tardi.>>
<<Da sola o in compagnia?>>
La stanza diventa calda.
<<Oh...credo che un pò di compagnia non farebbe male, signor Crane.>>
Mi segue con un mezzo sorriso sul suo volto mentre io gli prendo la mano e lo porto al bagno.
Non appena entriamo dalla porta, lui mi spinge contro la fredda parete di piastrelle, baciandomi delicatamente mentre passa le sue mani tra i miei capelli.
Sospiro contenta contro le sue labbra e lui mi restituisce il sorriso. 
Spinge la sua fronte contro la mia e mi sussurra qualcosa.
<<Lo rendi duro, sai.>>
<<Ehm...anche tu.>>
Scuote la testa, ridendo con un tono basso e roco e offre un chiarimento.
<<Mi hai fatto capire che non posso sopravvivere da solo, senza nessuno al mondo. Grazie a te, ho iniziato a chiedermi come potrei fare una dannata cosa senza averti al mio fianco.>>
Quando le sue labbra incontrano le mie, il bacio è come fuoco.
Fa scivolare le braccia su di me, togliendo i vestiti.
Gli slaccio la camicia e i pantaloni, lui gira la manopola della doccia, lasciando che la stanza si riempia di un vapore caldo e denso.
Si china e si slaccia la protesi metallica che sostituisce metà della sua tibia e la posa in un angolo. Ne mette un'altra di plastica che sembra impermeabile. Lo sorregge, alla stessa altezza della gamba di metallo, e con un supporto che gli permette di appoggiarsi comodamente mentre concentra la sua attenzione su di me.
<<Sei tesa.>>
Quando mi metto sotto l'acqua calda, la sua mano larga mi prende per le spalle e inizia a massaggiare delicatamente e meticolosamente i muscoli tesi. La sensazione dell'acqua, del vapore, della sua presenza e del suo tatto, si combinano tutte in un bagliore euforica di calore e affetto.
<<Eli...baciami continuamente.>>
<<Ancora di più.>>
Tutto quello che chiedo, Eli lo fa senza esitazioni.
Utilizza la mia spugna da bagno per lavare via tutte le tracce di sporco e sudore del mio incontro con l'aggressore.
Le sue mani percorrono le mie curve e prodigano attenzione a ogni centimetro di me, mentre mi coccola contro il suo corpo duro e muscoloso. 
Sento la delicata spinta della sua erezione che preme contro di me. L'unica cosa che sembra separare i nostri corpi e la tensione nella stanza nebbiosa.
<<Eli per favore...>>
<<Come se potessi dirti di no.>> si afferra alla base e sibila di piacere mentre s'inclina su di me. In una sola, dolorosa e dolce spinta entra dentro di me, riempendomi più di quanto io avessi pensato fosse possibile. Un gemito vaga nell'aria fra le mie labbra e mi rendo conto che viene da me. Mi appoggio alla parete di piastrelle e avvolgo una gamba contro la sua vita, prendendolo ancora più in profondità. <<Sable...ah...>> gira i fianchi e io gemo di piacere mentre il delizioso attrito comanda ogni mio senso. Trova il ritmo e lo mantiene, scuotendomi più forte a ogni colpo, cingendomi la vita con le braccia. La fredda parete contro la mia schiena mi riporta alla realtà. Si muove con dolcezza e con attenzione, mentre affonda il suo membro dentro di me. Ansima ogni volta che si spinge dentro di me, la sensazione perfetta del suo fallo nel mio sesso. <<Sei perfetta, Jessica...mmm...non posso durare...sto per...>>
La disperazione nella sua voce mi brucia e la passione diventa rovente.
La mia vista si annebbia mentre il mio corpo freme attorno al suo. Il calore si diffonde dal tuo sesso e attraverso ogni terminazione nervosa.
Lui geme riconoscente ed esce fuori da me gentilmente, lasciandosi consumare dal suo orgasmo.
La sua lingua scivola fra le mie labbra per catturare la mia, in un tira e molla di passione.
Quando entrambi riguadagniamo il controllo dei nostri sensi, io sono stravolta.
Ho i capelli bagnati aggrovigliati, le guance rosse e il petto ansimante. Ci scambiamo un sorriso.
<<E ora di andare a letto? Credo che siamo abbastanza puliti.>>
<<Che strano però...mi sento ancora sporco.>>
Ci asciughiamo a vicenda e andiamo nella mia stanza da letto.
Per un secondo il mondo sembra offuscarsi.
<<Eli...>>
Cammina verso di me e mi afferra mentre mi tremano le labbra.
Le lacrime mi cadono dagli occhi, ma non sono sicura del perché. Tocco la mia guancia con una mano e fa una smorfia.
<<Wow, Sable, è qualcosa...>> vede le lacrime scorrere sulle mie guance e fa una pausa, comprendendo improvvisamente. <<Non devi essere forte, Sable. Piangi se hai bisogno.>>
<<Non pensavo di averne bisogno, ma...Eli, ero così spaventata.>>
Mi corica sul letto mentre tremo. Mi stropiccio gli occhi però i singhiozzi non si fermano.
<<Mi dispiace Sable. Non permetterò che succeda mai più.>>
<<Grazie per essere rimasto.>>
<<Grazie per farmi restare.>> mi asciuga le lacrime con il suo pollice. Mi dà un bacio sull'angolo della bocca. Io sorrido attraverso le ultime lacrime. <<Dammi un secondo.>> si china sul letto, rimuove la protesi e la butta sul tappeto. Si muove sotto le coperte fino a quando non siamo stretti, l'uno accanto all'altro. Sento il suo respiro sul mio collo e lui mi tira verso di sé, incredibilmente vicino e caldo. Non voglio perdere questo mai più.


LA BESTIA DEL MILIARDARIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora