Capitolo 11.

2.2K 102 1
                                    

Passo i seguenti due giorni al lavoro organizzando la fondazione benefica di Eli, mentre lui cerca di gestire il lavoro da Direttore Operativo. Ogni tanto entro nel suo ufficio per fargli qualche domanda o viene lui nella sala da pranzo per farmene un'altra.
Il venerdì mattina entro nel loft e lascio cadere la mia borsa sul tavolo mentre apro il portatile.
I miei pensieri iniziano a girare a un fatto innegabile.
Questo appuntamento finto è una pessima idea. Da quando ho anche tirato la questione della sua gamba, Eli è diventato burbero e distante. E' come se avesse resettato quella poca amicizia nata tra di noi.
Ci scommetto che mi sta assegnando lavori da schiava per farmi annoiare e indurmi a licenziarmi, anche se continuo a dirgli che non succederà.
Se dovrei indovinare...direi che lui si è spaventato perché ci siamo avvicinati. Forse pensa che io sarò la vittima della seguente granata. Non lo so.
So che quello che dico è insensibile, uff...lui si è...messo nella mia testa.
Sospiro mentre mi appoggio allo schienale della sedia.
Sono contenta di aver risolto il problema dell'accompagnatore, ma mi sono appena resa conto del rischio che sto correndo. Sto portando un jolly alla più importante della mia età adulta.
A patto che abbassi la cresta al mio ex, per me sarà sufficiente. Onestamente non vedo l'ora di  dire una conversazione casuale: 'Sono sicura che avrai sentito parlare dei Crane!'. Questo distruggerà completamente l'ego di Josh.
Eli fa rumore nella stanza da letto mentre si prova lo smoking.
Non mi lascia neanche dare un'occhiata. Mi chiedo cosa stia facendo. 
Grida dalla stanza.
<<Sono pronto! Cosa ne pensi? Mi sta bene?>>
Esce fuori con il vestito in bella vista. Si gratta dietro la testa, un pò insicuro.
<<Wow, sei...come il tipo di ragazzo che mi porterebbe alla rovina, uffa.>>
Vedo il luccichio di un sorriso.
<<Prometto che sarò gentile.>>
I miei occhi osservano il taglio dritto del tessuto. I suoi ampi pettorali e le sue spalla larghe gli donano molto.
<<Perché non ti vesti così ogni giorno?>>
<<Non ho nessuno su cui far colpo, o per lo meno fino ad ora.>> percorre le maniche con le mani fino a quando arriva alle loro estremità. <<Credo che le abbia lasciate troppo corte.>>
<<No, avevi bisogno di un centimetro in meno. Non dovrebbe coprirti i polsi.>>
Quando si volta, gioca un pò con la spilla che ha al petto.
<<E dietro come sto?>>
I miei occhi ignorano la parte del vestito e vanno diretti verso la curva muscolosa del suo fondo schiena.
<<Uhm, perfetto!>>
Si volta di nuovo, sorridendo.
<<Tutto a posto.>>
Scompare nel suo ufficio per un pò mentre io termino il mio lavoro.
Okay, ho trovato un webmaster per la pagina ed Eli ha fatto il suo lavoro per il consiglio di amministrazione...non è rimasto più niente da fare se non vestirmi...giusto?
Mi allontano dalla tavola e perdo un pò di tempo mettendo via le mie cose. 
So che non mangia carne, ma solo pesce, ma non so neanche se beve. E' meglio che glielo chieda. Altrimenti sembrerà che non ci conosciamo per niente e ci potrebbero scoprire.
Entro nel suo ufficio e cerco di rompere il ghiaccio parlando della sua ultima email.
<<Quindi, se non sbaglio, l'ultima email di...>>
Alza la mano mentre mi guarda. Ha il telefono all'orecchio.
<<Sì...>>
Mi tappo la bocca e gli mormoro delle scuse.
<<Scusa! Non sto ascoltando.>>
Mossa da principiante, Jessica. Questa è una delle prime cose che insegnerei a un'assistente della Sable da non fare.
<<Quando?>>
Prende una penna e annota un numero su un blocchetto.
Mentre scrive, i miei occhi seguono il suo forte avambraccio, ricoperto di peli scuri. Osservo i suoi bicipiti impressionanti e le sue spalle arrotondate. Tutto questo minaccia dei pensieri scandalosi dentro di me.
Il mio sguardo continua a percorrere i suoi capelli scompigliati, la barba ben tagliata fino alla solida colonna che è il suo collo.
Wow...so che è la mia mente che mi sta facendo brutti scherzi, ma...
<<Pianeta terra chiama Sable.>>
Schiocca le dita e io scatto dal mio sogno ad occhi aperti.
<<Scusa, sono...stanca.>>
Sono perdutamente attratta da un elegante ma trasandato soldato della Marina con l'humor così tagliente e gli addominali da urlo. 
Tossisco e cerco di schiarirmi la mente.
<<Sono venuta per dirti che ho finito per oggi. Ti ho inoltrato alcune domande del webmaster. Allora...ci vediamo fra un paio di ore, per la festa.>>
Mi giro per andarmene, mentre inizio a pensare alle opzioni di vestiti che ho.
<<Ti sei dimenticata di qualcosa, Sable?>>
Pronuncia in maniera dolce il mio nome e mi fa venire i brividi sulle braccia. Mi volto per guardarlo.
<<Mmm...ho dimenticato qualcosa nell'agenda?>>
<<No, solo un indirizzo.>> l'aria tra di noi sibila. Mi guarda teneramente mentre gira la testa. <<Dove ti vengo a prendere stasera?>>
<<Oh, non sarà necessario! Ci troviamo direttamente là. Ti ho già mandato l'indirizzo.>>
Sospira.
<<Pensavo che tu volessi che fosse un appuntamento galante e non un'uscita tra colleghi.>>
<<Beh...>>
I miei genitori lo penseranno, ma...un appuntamento romantico?
<<Un accompagnatore ti verrebbe a prendere a casa e saprebbe cosa ti aspetti da lui per l'appuntamento.>>
<<Se sei proprio sicuro, allora...ripassiamo tutti i dettagli.>>
<<Inizierò con il venire a prenderti. Indirizzo?>>
<<Te lo mando subito al tuo telefono.>>
<<Dovremo sembrare quindi una coppia?>>
<<Suppongo di sì...ma professionale?>>
<<Come professionale?>>
<<Sufficiente per togliermi di dosso i miei e per far star male il mio ex allo stesso tempo.>>
<<Il tuo ex...è un matrimonio? Una cena?>>
<<E' una festa di lavoro. Il mio...ex datore di lavoro...nominerà il mio ex come direttore dell'azienda.>>
<<Interessante. Sembra una situazione difficile, Sable. Okay, un'ultima domanda allora.>> si alza in piedi. <<Baciarti è incluso nei miei ordini, stasera?>>
<<Perché sembri così nervoso? Sei preoccupato di essere arrugginito?>>
In un solo movimento, mi avvolge nelle sue braccia e si avvicina. Le sue labbra quasi sfiorano le mie, provocandomi.
<<Cosa ne pensi? Ho bisogno di fare pratica?>>
<<Credo che...non dovrebbe fare male. Baciami!>>
La leggera pressione delle sue labbra sulle mie mi ricorda l'autorevolezza con cui aveva tagliato via i miei bottoni.
Passa solo un istante prima che il bacio, leggero ed esitante, diventa qualcosa di ardente, che brucia fuori dal controllo di entrambi.
Mi bacia focosamente e in modo protettivo. Mi bacia come se gli stessi ridando la vita.
Quando ci tiriamo indietro, entrambi sembriamo storditi.
<<Sable...>>
<<Eli...>>
<<Questo toglie qualche dubbio sul fatto che io sia l'uomo adatto per questo lavoro?>>
<<In realtà...non l'ho mai dubitato.>>
Sorride compiaciuto.
<<Ci vediamo stasera.>> getta il suo blocchetto sulla scrivania prima di uscire dall'ufficio. <<Guida con prudenza, Sable.>>



LA BESTIA DEL MILIARDARIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora