Capitolo 35.

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La cucina di Reese è piena di allegria, risate e vivacità.
Tutti sono entusiasti per le promesse di matrimonio, Tag con Rachel e Alex con Rhona. E con Reese e Merina nel loro secondo matrimonio...
Immagino che Eli sia l'unico Crane non ancora reclamato.
Guardo Elijah e mi rendo conto che è arrivato alla stessa conclusione e questo lo sta facendo a pezzi.
<<Quindi sono rimasto solo io. Sono l'unico con la testa fra le nuvole e che privo la mia proprio felicità. Suppongo che voi siate molto più intelligenti di me.>> sbatte i pugni e gira le spalle alla folla felice. <<Maledettamente più intelligenti.>>
Tutti si siedono in silenzio mentre i loro sorrisi svaniscono.
Alex sospira mentre mi guarda.
<<Potrebbe avere bisogno di una o due spalle. Forse tu hai quella giusta? Dio sa che nessuno di noi lo sa.>>
<<Mmm...sì, dovrei parlare con lui.>>
<<Credo che sarà nell'atrio a camminare.>>
<<Starà facendo ''shh'' a tutti, come fa quando non vuole parlare con nessuno?>>
<<Quindi lo conosci davvero. Vi daremo un pò di tempo.>>
Annuisco e mi alzo in piedi. Seguo Eli fuori dalla cucina.
<<Eli.>>
Si ferma davanti alle scale. Si gira per guardarmi in faccia.
<<Sable, mi dispiace.>>
<<Tu...sei sconvolto perché tuo padre si sposa?>>
<<No, sono così contento per lui. Mi viene quasi da piangere. Mi ha tirato su come padre single, mi ha dato la miglior vita che un ragazzo potrebbe desiderare, mi ha supportato quando ho servito il mio paese. E ora, senza un secondo di esitazione, sta sposando una persona che lo completa, che lo fa sentire pieno.>>
<<E tutto questo ti fa arrabbiare perché...?>>
<<Perché rispetto a mio padre, io sono un codardo.>>
<<Di cosa hai paura, Eli?>>
<<Di tutto. Ho paura di ogni singola cosa tu posso immaginare. Le mie paure sono costanti. Sono assordanti.>> la sua voce vibra di disperazione e dolore mentre lui viene a patti con la sua realtà. La verità che sta nascondendo. <<Dalla Granata, da quando ho preso i miei amici e la mia gamba...ho paura di vivere. Ogni giorno mi sveglio e tutto quello che vedo è quello che hanno perso. Quello che ho perso...e quello che ho da perdere ora, se non sto attento.>>
I suoi occhi profondi si posano su di me e io mi rendo conto di cosa o chi sta parlando. Di me.
<<Eli...>>
Mette le mani sulla ringhiera.
<<Ho evitato di salire queste scale, sai. Invento qualsiasi scusa per non salire. Le scale sono più strette di quelle normali. Non sono accessibili a una persona con un handicap.>>
<<Non capisco...cosa c'è di diverso in queste scale, rispetto alle altre?>>
<<La differenza è che queste mi rendono nervoso. Mi mettono paura.>> i miei occhi vedono quest'uomo forte, poderoso e ferito. Ogni linea di dolore incisa sul suo volto, ogni scintilla nei suoi occhi distanti. <<Non posso più essere quell'uomo. Preferirei morire piuttosto che rimanere un codardo.>>
Fa il primo passo verso le strette scale, tenendosi forte alla ringhiera mentre si muove sulla gamba amputata.
Mi fa l'occhiolino.
<<Eli...>>
<<Non provare a fermarmi.>>
<<Se sei sicuro, Eli, se davvero hai bisogno di farlo per te stesso...allora io...ti seguo e ti sostengo.>>
Sembra grato. Come se questa fosse la cosa più gentile che qualcuno gli avesse offerto, anche se so che non può essere vero.
<<Non aiutarmi. Però...sì, vieni con me. Rimani qua, Sable.>> afferra la ringhiera con una nuova forza e fa il seguente passo. Io sto dietro, rimanendo vicina a lui e sussurrando elogi. Si sente un sibilo di dolore mentre lui fa il seguente gradino. Oscilla sui suoi piedi ma si afferra alla ringhiera con forza. <<Non mi arrendo. Né ora né mai più.>>
<<Ce la puoi fare, Eli. Un passo alla volta.>>
Sale fino a metà scala e prende fiato. Dopo un momento continua con un altro faticoso e pesante passo.
Entrambi raggiungiamo la cima delle scale e Eli si appoggia alla parete, ansimando forte.
<<Non scapperò ma più. Da niente. Grazie, Sable.>>
Vorrei urlare e chiedere cosa vuol dire questo per noi due.
Io voglio di più. Però in qualche modo è troppo perfetto per essere rovinato questo momento.
<<Di niente, Eli.>> sul suo volto compare sollievo. Questo è una vittoria. La prima di molte. <<Quindi...stai un pò meglio?>>
<<Sento che questo è un altro passo ancora di un lungo viaggio per sentirmi nuovamente completo.>> una calma lenta e fin troppo tranquilla mi sorprende nel vasto corridoio. Le voci del resto dei Crane sono svanite. Per la prima volta dopo quella che sembra una vita, siamo da soli insieme. E' così pacifico anche se un pò cupo. Anche Eli lo sente. C'è un attrazione magnetica fra di noi qui nel corridoio. Nello spazio vuoto fra di noi. <<Sento che dovrei dire...>>
<<Eli...basta parlare. Baciamo, bastardo.>>
Avvicino il mio volto al suo, e lascio che le parole si dissolvano. Il suo sapore mi riempe di calore. La sua sorpresa è sostituita da desiderio tenero mentre lui mi bacia a sua volta,  completamente ed empaticamente. 
<<Mi sei mancata, Sable.>>
<<Mi sei mancato anche tu.>>
Le sue labbra trovano ancora le mie e lui lascia che la sua bocca faccia eco ai suoi sentimenti per me.
La sua lingua è ansiosa e morbida mentre danza con la mia. 
Tende il suo alto e ampio corpo sopra il mio e mi tiene stretta. La mia faccia è premuta sul suo petto e le sue labbra sui miei capelli.
<<Non voglio che questo momento finisca.>>
<<Forse...non deve andare così.>>
Senza una parola, sono premuta contro la parete. Le sue labbra sono appoggiate sulla mia gola e le mie mani afferrano le sue spalle larghe.
Mi bacia sensualmente sul collo e poi sussurra un invito al mio orecchio.
<<La stanza degli ospiti. Una delle cinque. Nessuna la usa eccetto io.>>
<<Seriamente? Qua con tutta la tua famiglia al piano di sotto?>>
<<La cucina è diventata silenziosa dieci minuti fa. Non sono là. Probabilmente sono andati nel giardino sul retro per lasciarci dello spazio.>>
C'è un momento di esitazione prima che tutti i pezzi si ricolleghino nella mia testa.
<<Allora cosa stai aspettando, Eli?>> mi bacia di nuovo e con una mossa repentina entriamo in una quieta e accogliente stanza per gli ospiti. Eli sembra aver perso il controllo di se stesso. Mi desidera così tanto che quasi mi strappa il vestito di dosso. <<Ehi. Stà attento. Mi devi già una camicia e un vestito.>>
<<Scusa.>> in un attimo le cose cambiano. Io sono sdraiata sul letto e la faccia di Eli scompare fra le mie cosce. <<Come mi desideri, Sable?>>
<<Ti desidero...dietro di me. Più forte che puoi.>>
<<Oddio Sable. Non hai idea di cosa si prova a sentire quelle parole che escono dalle tue dolci labbra.>>
La Bestia che è in lui sembra agitarsi. I suoi occhi si aguzzano e con un gemito selvaggio si mette a quattro zampe dietro di me.
Mi scappa un gemito mentre sento il tocco famigliare delle sue dita sul mio sesso.
<<Eli...>>
<<Mi desideri così tanto, Sable?>> mi accarezza di nuovo e il mio corpo s'irrigidisce. Desideravo che mi toccasse da troppo tempo. Però anche lui lo desiderava. Con un movimento abile, sostituisce le sue dita con il suo membro, in tutta la sua lunghezza. Affonda dentro di me, perdendosi nel mio calore. <<Sable...mmm...>>
Inizia a muovermi, la mia lussuria aumenta tanto quanto la sua.
Aumento il ritmo, spinta dopo spinta, mentre mi muovo su di lui e lo prendo fino in fondo, più di quanto avrei pensato fosse possibile.
Ci lasciamo andare i nostri sensi. Siamo selvaggi e ostinati. Insieme ci godiamo un momento perfetto.
<<Eli...io...>>
<<Dannazione Sable. Sto già venendo per te.>> si tira fuori all'ultimo momento e lascia fuoriuscire il suo sperma con un gemito sordo e tremante...come se fosse sorpreso dalla rapidità in cui ha perso il controllo, grazie alle sensazioni provocate dal mio corpo perfetto. <<Non ho finito, Sable. Voglio che ti senta bene con me.>>
<<Eli...sto bene, lo giuro.>>
<<Stai più che bene e io sono più che impaziente.>>  mi gira nuovamente e la sua bocca assapora il caldo nettare del mio desiderio, leccando e succhiando dolcemente il mio clitoride. Con ogni gemito strappato dal mio corpo tremante, aumenta la pressione e varia il suo stile. Dopo alcuni minuti, sussurro il suo nome e afferro le sue spalle. Mi sembra di toccare il cielo con un dito quando vengo grazie alla sua lingua magistrale. <<Sei bella, Sable. La più bella donna che abbia mai conosciuto.>>
I miei gemiti arrivano come soffi irregolare e tremolanti. 
Lui rimane lì, tenendomi stretta e lasciando che i nostri cuori ritornano a un ritmo regolare.
<<Voglio stare sempre così, Eli, e tu?>>
E' in quel momento che si allontana e si rimette i vestiti. Mentre sistema la cravatta allo specchio io faccio lo stesso. M'infilo nel mio vestito e mi aggiusto i capelli ribelli.
<<Andiamo.>>
Quando ritorno nel corridoio, la mia fuga dalla realtà arriva al termine e lui sembra teso e ferito di nuovo.
<<Cosa c'è che non va?>>
Lui guarda altrove.
<<Niente.>>
<<Dai. Ti ho mai giudicato per i tuoi stati d'animo?>>
<<Sable.>> lo guardo. Il suo volto è di pietra mentre lui fa un profondo respiro. <<Non sto cercando di farti arrabbiare. Non posso smettere...di essere così.>>
<<Questo è perché hai trasformato la malinconia in un'arte, figlio.>>
Alex sale le scale lentamente e quando arriva in cima sorridente, si gira verso Eli.
Ci ha davvero colti di sorpresa. Quell'addestramento militare non è uno scherzo, anche vent'anni dopo.
<<Ognuno di noi ha il suo talento, papà.>>
<<Il tuo sembra quello di essere un idiota, figlio.>>
La voce di Eli diventa fredda. Come se non stesse neanche parlando all'uomo di fronte a lui, ma ad una creazione che si è costruito nella sua mente.
<<Questo è colpa tua. Sei andato in pensione e questo ha cambiato tutto nelle nostre vite. Se tu fossi rimasto CEO, Reese sarebbe ancora Direttore Operativo e io...>>
<<Tu cosa? Staresti seduto nel tuo magazzino da solo e melanconico?>> ride mentre si gira verso di me. Non sta abboccando all'esca di Eli. Non ci sarà una discussione stasera. <<Forse non da solo. Però sappiamo cosa stia facendo.>>
Dannazione. Neanche un segnale di avvertimento. Io...ne rimango fuori.
<<Sembrano affari di famiglia. Forse è meglio che io scenda di sotto.>>
<<Non è necessario, non c'è molto altro da dire.>> raggiunge Eli e gli mette una mano sulla spalla. Lo guarda dritto negli occhi, da uomo a uomo. <<Hai perso così tanto, figlio mio. I tuoi amici, la tua gamba, la tua carriera come militare della Marina...tua madre.>>
Eli stringe i denti come se si stesse preparando per un colpo.
<<L'abbiamo persa tutti.>>
<<Tu hai resistito più a lungo di tutti noi.>>
Si allontana dalla presa di suo padre.
<<Senti chi parla. Hai lavorato e mantenuto la testa bassa per anni. Se non fosse stato per Rhona...>>
<<Se non fosse stato per Jessica che ha fatto crollare i tuoi muri, cosa avresti fatto?>>
Eli mi guarda.
<<Io...non lo so.>>
<<Credo che se non mi avessi incontrato...ora saresti a casa, rifiutando ancora di fare il Direttore Operativo.>>
La sua bocca forma una linea sottile mentre guarda in basso.
<<Non ho mai chiesto queste cose. L'azienda e i soldi.>>
<<Ci sono molte cose che tu non hai chiesto...però guarda tutte le cose che hai. Puoi davvero dire che non hai mai voluto nessuna di queste cose?>>
Alex cammina verso la ringhiera e si appoggia, guardando verso l'atrio.
<<Jessica...ti dispiace darmi alcuni minuti da solo con mio figlio? Ho bisogno di chiedergli qualcosa.>>
<<Certamente. Io...vado a vedere che succede di sotto.>>
Io ed Eli ci guardiamo, trattenendo un intenso sguardo per un breve momento.
<<Meglio che tu rimanga. Ascolta tutto.>>
<<No, sembra importante Eli. Ti aspetto al piano di sotto.>>
Scendo di sotto e vado verso la cucina.
Sento le voci di Eli e di suo padre che risuonano nell'altro dietro di me. Hanno detto il mio nome? Stanno parlando di me?
Eli ha detto che voleva che io ascoltassi. Forse...potrei stare qua solo per un momento a vedere cosa si devono dire.
Mi fermo nel corridoio, tra l'ingresso e la cucina, e aguzzo le orecchie per ascoltare la conversazione.
<<Perché ti mantieni distante da lei?>>
<<Ci tiene davvero a me. O comunque venerdì passato ci teneva.>>
<<Certo che ci tiene a te. Si nota dall'espressione sul suo volto.>>
<<Non posso darle quello che vuole. Non fino a quando so che è la cosa giusta. Non posso rischiare di farle del male. Non è giusto. Come faccio a sapere che non mi sveglierò un giorno completamente differente? Cosa succede se voglio...non so, trasferirmi in Montana e allevare del bestiame o qualcosa del genere?>>
Alex scoppia a ridere.
<<Montana? Da quando in qua t'interessa il bestiame?
<<Un tempo sapevo chi ero. Ero un soldato della Marina, un carnivoro e con una fidanzata, molti amici e due buone gambe.>> si ferma e ride soavemente ma senza umore. <<Ho perso tutto.>>
<<Stai ricostruendo tutto e ci vuole del tempo.>>
<<Come sei sopravvissuto, papà? Hai perso la mamma, la tua anima gemella. Non lo capisco.>>
<<Avevo te. Avevo Tag e Reese...voi ragazzi mi avete dato una ragione per andare avanti.>>
Mi appoggio alla parete, stringendo il mio cuore nel petto mentre sospiro.
Eli soffre così tanto. Ci sono strati e strati di trauma che lui non ha ancora superato. 
Io...voglio credere in lui, ma sta diventando così difficile.
Mi giro e me ne vado. L'emozione si agita dentro di me. Non appena torno in cucina, Merina sorride.
<<Come è andata? Hai parlato con Eli?>>
<<Oh, lo sai. Potrebbe essere andata meglio.>>
<<Non ci si può aspettare molto da lui, è un vero mistero.>>
Sospiro mentre mi siedo. Tag fa scivolare un bicchiere di vino di fronte a me.
<<Hai l'aria di una persona che avrebbe bisogno di un toccasana.>>
<<Stai cercando di farmi dimenticare l'intera serata, eh?>>
Sorrido mentre bevo un sorso. Alex ritorna e si siede accanto a Rhona.
<<Mi avevate promesso un whiskey! Tira fuori il bolide.>>
<<Come fai a bere quella schifezza?>>
<<Tuo padre è un uomo dai molti gusti.>>
Reese ride mentre prende la bottiglia e versa alcuni shot di wiskey.>>
<<Eli ti unisci a noi?>>
Eli entra e scuote la testa.
<<Me ne sto andando. Ho un sacco di lavoro da fare a casa.>>
<<Questo è il mio ragazzo. Prendere sul serio gli affari di famiglia, gli fa bene al cuore.>>
Alex beve lo shot mentre Rachel stira le braccia sorridendo.
<<Si sta facendo tardi. Cosa ne pensi, Jessica?>>
<<Ehm...non sono sicura di quello che vuoi dire.>> mi fa l'occhiolino e i suoi occhi si muovono fra me ed Eli. Io sbatto le palpebre. <<Raduno le mie cose.>> prendo la borsetta e guardo Eli. <<Mi accompagni?>>
<<Sì.>>
<<Buona notte fratello, buona notte Capitano.>>
<<Torna presto! Non ti ho ancora fatta ubriacare!>>
Tutti mi salutano mentre io ed Eli ci dirigiamo verso l'ingresso. Non appena le grandi porte si chiudono, Eli si gira verso di me.
<<Grazie.>>
<<Per cosa? Perché indosso uno di quei vestiti attillati che adori.>>
<<Per tutto. Per essere qua. Non so.>> mette i palmi delle mani sul collo mentre guarda per terra. <<Sono abituato a stare con la mia famiglia, sono solo...così preso da me stesso ultimamente. Sono un pò confuso. So che la mia famiglia può essere difficile. Loro sono tutti così eccitati di averti qua ogni volta che siamo insieme. Sono contento che tu sia venuta. Non so cosa avrei fatto se tu mi avessi ignorato. Dopo che mi sono ferito, molte persone a cui tenevo, sono improvvisamente sparite. Alcuni di loro avevano delle buone scuse, come, beh, tu sai...>> fa una smorfia e con le mani fa un gesto di esplosione. <<Però la maggior parte di loro sono svaniti perché si erano stancati di me. Della mia pena, dei miei stati d'animo. Persone che pensavo sarebbero stati amici per tutta la vita o incluso una mia futura sposa...sono scomparsi senza lasciar traccia.>>
Sento il mio cuore riscaldarsi quando guardo verso di lui.
<<Eli...non sono come gli altri. Non scomparirò mai.>>
Sorride mentre io faccio un passo avanti. Appoggia le sue mani sulle mie braccia.
<<Ogni minuto che passo con te, lo credo sempre di più.>>
<<So che stai lottando per darmi quello che ti ho chiesto. Mi va bene aspettare un pò di più.>>
Mette un dito sul mio mento.
<<Non dovrai aspettare troppo. Ogni giorno mi sento più sicuro.>>
Si avvicina e mi bacia sulle labbra. Sento il peso del suo corpo contro il mio mentre gli metto una mano sul petto.
Mi chiedo se prima o poi potrò ottenere abbastanza da questo: il suo sapore, il suo profumo, il suo calore. 
Si tira indietro sorridendo. Sento di avere un sorriso smagliante sul viso, il primo che ho da giorni.
<<Dovremmo farlo più spesso.>>
<<Io pensavo due volte alla settimana.>>
<<Due volte alla settimana oppure ogni due settimane?>>
<<Dipende. Stiamo parlando di una cena di famiglia o di baciarci sotto le stelle?>>
Scuote la testa mentre scendiamo insieme le scale.
<<Oh. Perché non facciamo entrambe le cose?>>
<<Mi sembra giusto. Sono contento di essere andato via dalla festa adesso. Papà può ancora far ubriacare Reese.>>
<<Stai scherzando.>>
<<Fegato d'acciaio. E' una cosa di famiglia.>> stringo forte la sua mano. Lui si ferma e si gira verso di me. <<Ci...vediamo presto, Sable.>>
<<Sì, ci vediamo presto.>>
Osservo mentre Eli salta in auto e se ne va. Io mi appoggio alla portiera della mia auto.
Questa serata è stata folle. Mi sento già come se facessi parte della famiglia, e ora...ora Eli sta attraversando tutto questo senza di me. 
Si starà davvero consumando dentro.
Non so come stare lì per lui mentre siamo separati in questo modo.
Sospiro mentre apro la portiera. In un modo o nell'altro, questa situazione dovrà risolversi da sola. Fino a quel momento l'unica cosa che posso fare è aspettare e mantenere il mio cuore aperto.
Entro nella mia auto e torno a casa.
Passo la maggior parte della settimana seguente con la testa bassa a lavorare nell'ufficio della Sable Concierge. 
Il sabato mattina presto sbatto le palpebre davanti allo schermo, sbadigliando.
E' da quasi una settimana che non ho sentito neanche una parola di Eli. Credo che dovrei avere fiducia che questo faccia parte del suo processo di guarigione. Eli si sta aprendo con me meglio che può. Quel tipo di energia emozionale deve arrivare da qualche parte. Sono sicura che sta solo prendendo del tempo tranquillo per ricaricarsi, così può capire quale sarà la sua prossima mossa.
<<Buongiorno! Buongiorno! Buongiorno!>>
Chloe irrompe, spumeggiante come sempre.
<<Wow, a cosa si deve tutta questa energia? C'è una svendita in quel posto fashion che ti piace tanto?>>
<<Oddio, mi piacerebbe, ma no. Ho un segreto.>>
Mette un dito sulla bocca, mentre tiene qualcosa dietro la schiena.
<<Giuro che se hai un altro serpente in un barattolo...>>
<<Oh, per favore, ne ho tipo quattro di quelli nel cassetto della mia scrivania. Questo è molto più speciale.>>
Appoggia un pacco sulla mia scrivania.
<<Che cos'è?>>
<<Indovina! Se indovini ti presenterò tutti i rapporti bilancio di oggi, senza condizioni.>>
Guardo Chloe dall'alto in basso e provo ad immaginare cosa possa averla eccitata così.
<<Okay, penso che questo sia...qualcosa che abbia a che fare con i Crane.>>
<<Sì! Hai indovinato! E' appena arrivato all'ingresso. Ho pensato di venire e lasciartelo.>>
Prendo un paio di forbici dal mio portapenne e apro il pacchetto.
L'indirizzo del mittente salta fuori in lettere in grassetto.
<<Hotel Crane, dalla scrivania di Eli Crane.>>
<<Sì! Aprilo, aprilo!>>
<<Non so...immagino che non potrà farmi del male, vero?>>
<<Sììì! Scommetto che è come in uno di quei romanzi d'amore. Aprilo! Aprilo!>>
<<Va bene, rilassati.>> apro la scatola e trovo un biglietto sopra un pacchetto. Lo prendo e lo leggo. <<Dice...''Sable. Ti ho promesso che avrei aggiustato i vestiti che ho strappato quando eravamo insieme. Ecco l'ho fatto. Ti meriti tutto questo e di più. Sinceramente, tuo Elijah Crane.''>>
<<Wow. Quei vestiti sono fantastici. Li ha mandati Eli?>> Flash di Eli e del primo giorno che ci siamo baciati compaiono nella mia memoria. Dal primo momento sapevo che c'era qualcosa in più in lui. <<Perché ti ha spedito dei vestiti a caso?>>
<<Non sono a caso.>>
Prende il biglietto dalle mie mani, lo gira e lo trova in bianco.
<<Eh? Non ti ha dato nessuna istruzione da seguire. Non ci sono date, inviti o altro. Cosa vuol dire?>>
<<Chloe...c'è qualcosa che non va. Credo che questo potrebbe essere un addio. Credo che sia la sua maniera di saldare un debito con me.>>
Chloe sembra sgonfiarsi. Come se finalmente si rendesse conto che è più pesante di quanto avesse pensato.
<<Hai pensato di parlarne con Zach? E' uno di loro, no?>>
<<Intendi dire di parlare con Zach riguardo...il fatto che il suo migliore amico si sta allontanando da me.>>
<<Esattamente. Noi siamo rimasti...in contatto, più o meno...lui è molto perspicace. Conosce i Crane come il palmo delle sue mani o per lo meno questo è quello che dice. Vuoi che lo chiami? Solo per avere una visione interna delle cose?>>
<<Chiamare Zach Ferguson...sembra che potrebbe essere d'aiuto. Facciamolo.>>
Mette il telefono in viva voce e me lo passa.
Dopo un secondo, squilla.

''Chloe? Pensavo che fossimo d'accordo. Nessuna chiamata sessuale durante la giornata di lavoro a meno che...''
''Scusami cowboy, sono Jessica. Chloe mi ha lasciato usare il suo telefono per chiamarti.''
''Fammi indovinare...riguarda una certa Bestia Crane.''
''L'unico e il solo. Ha parlato con te? Riguardo...a noi?''
''No, anzi pensavo di chiedertelo io. Non mi vuole dire cosa è successo alla cena della famiglia Crane.''
''Oh. La cena...non è andata male, nonostante tutto.''
''Buon segno. Generalmente Eli scappa  via a metà serata.''
''Effettivamente...sì, è scappato via.''
''Mmm. Beh, buono. Mi piace che combatta un pò quel soldato. Se sta facendo acrobazie del genere, non hai nulla da temere Jessica. Con Eli il silenzio è un brutto segno. Vuol dire che si sta tirando indietro, che non si fida più. Fino a quando sta dando di matto, sai che sta cercando uno sfogo per tutto il dolore che ha dentro. Comunque è meglio che vada. Ho un incontro con alcuni appaltatori di Reintegra un Veterano. Buona fortuna!''

La telefonata finisce e il telefono mi scivola sul tavolo con un piccolo tonfo.
Mi sento stordita.
<<Il silenzio è un brutto segno? E' esattamente tutto quello che ho ricevuto per giorni e giorni!>> i miei occhi bruciano mentre mi appoggio alla sedia e sento che le mie ginocchia che s'indeboliscono. <<Ho cercato di affrettare la sua guarigione. Ho pensato che dovesse impegnarsi subito perché io...>> le parole si fermano nella mia gola. <<...io...sono innamorata di lui. Amo Eli dal primo momento che l'ho baciato.>> sento le lacrime cadere dalle mie guance mentre lascio cadere la testa nelle mie mani. <<Ho rovinato tutto. Mi sono comportata come una bambina.>>
<<Oh, Jessica...>>
<<Anzi ancora peggio. Mi sono comportata come Josh.>>
<<No, non pensiamo neanche a quel cretino.>>
Avvicina la sedia e appoggia una mano sulla mia spalla per consolarmi.
Io singhiozzo.
<<I miei termini erano ora ormai. E' molto simile.>>
<<Non essere così dura con te stessa. E non tirare in ballo quel cretino del tuo ex, okay?>>
Scuoto la testa.
<<Ho fatto un errore.>>
<<Quindi? Tutti facciamo errori. Quello che importa è come reagiamo agli errori.>>
Annuisco e mi raddrizzo. Qualcosa nelle sue parole sembra una sfida.
<<Sì, hai ragione. Devo reagire...>>
<<Qualsiasi cosa succeda, tu hai amici, un'azienda di successo. Sono sicura che se parli con Eli...>>
<<Pensi che reagirà?>>
Sorride.
<<In realtà volevo dirti una cosa. Ho brutte notizie. Mio padre è caduto dalle scale e si è rotto la gamba. Sta facendo impazzire mia madre. Così le ho promesso di andare a Maryland per aiutarla.>>
Mi mostra l'invito della Royal London.
<<Chloe...>>
<<Devo andarmene per una settimana...userò alcuni giorni di vacanza. Va bene?>>
<<No, neanche un pò.>>
Aggrotta la fronte.
<<No?>>
<<Non usare neanche un giorno delle vacanze. Vai e fai quello che devi fare. Prenderò questo invito e andrò all'evento al Royal London. Andrò alla cerimonia di Eli.>>

LA BESTIA DEL MILIARDARIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora