Capitolo 9.

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Trascorro un fine settimana tranquillo e passo il sabato con Chloe, per una serata di sole donne. Sembra il fine settimana più corto di sempre.
Il lunedì al lavoro mi sento esausta. Tengo il caffè in una mano e il telefono in un'altra. 
Sono arrivata due ore prima del normale ed è ancora buio fuori. Il telefono ora, è appoggiato al mio orecchio e Chloe mi sta parlando.

"Quindi vuoi che riunisca tutti gli indirizzi in un nuovo server? Dovrò farlo manualmente."
"Non abbiamo un sistema automatico per farlo?"
"Costa di più. E la Sable non sta andando molto bene finanziariamente, come tu sai."

Sospiro.

"Pagalo con...la mia carta di credito personale. Posso mangiare ramen per un pò. Senza questo cambio, perderemo l'accesso al database dei nostri clienti se l'hardware si rompe. Non posso avere un'agenzia tenuta insieme con lo scotch, e la gomma da masticare, anche se è così."
"Va bene, capo. A mali estremi, estremi rimedi. Seconda domanda: hai già trovato un accompagnatore per la cerimonia d'investitura del tuo ex?"
"Chloe...ci sto lavorando, lo prometto."
"Tesoro, faresti meglio! Se non trovi un accompagnatore, sembrerai come uno di quei cani tristi nel canile. Le persone si sentiranno colpevoli e diranno, 'Oddio, qualcuno la aiuti'."
"Chloe, non mi sei d'aiuto!"
"Un angelo in volo caduto dal cielo. Ecco cosa sei?"

Riaggancio, mentre Chloe sta cantando. Non ha senso parlare con lei quando si comporta così.
La prima cosa che noto quando entro nel loft è che tutte le luci sono spente. Premo l'interruttore e vedo che non c'è.
<<Eli?>>
Nessuna risposta.
Vedo il computer di Eli nel suo solito posto. Ha lasciato un documento aperto.
Immagino che stia scrivendo la bozza di una email...a se stesso? 'La mia gamba...' eccetera, eccetera.
Mi chiedo se stia scrivendo le sue memorie. Dovrei...continuare a leggere. Così posso scoprire qualcosa sul passato di Eli.
Mi guardo intorno nella stanza per assicurarmi che Eli non si nasconda dietro a un angolo.
Silenzio di tomba.

"Non mi manca la mia gamba tanto quanto Cristopher e Benji. Se potessi tornare indietro, a tre secondi prima dell'esplosione, lo farei. Li tirerei su afferrandoli dalle loro tute mimetiche e mi getterei sulla granata. Potrebbero essere qui con le loro famiglie, a curare una gamba amputata o una faccia sfregiata. Però almeno sarebbero ancora qua. Non ho il desiderio di morire, ma scambierei la mia vita con la loro in un attimo. La moglie di Benji non mi parla. So che a Michelle gli manca, ma tutto quello che voglio per lei è..."

Qua s'interrompe. Cosa stava per aggiungere?
Aggrotto la fronte e ho le lacrime agli occhi mentre mi copro la bocca. Le asciugo lentamente.
Non posso credere che sia successo in questo modo...è così che Eli ha perso la sua gamba.
Scuoto leggermente la testa mentre mi appoggio allo schienale della sedia.
Si sta portando così tanto dolore da tutto questo tempo. Ora capisco se lui è...
<<Sable.>>
Mi volto arrossendo. Lui è in piedi sulla soglia della porta, con le braccia lungo i fianchi e i capelli umidi. Merda.
<<Cosa stavi cercando?>>
Viene verso il computer, aggrottando la fronte e si siede di fronte a me.
<<Cristopher e Benji...erano amici intimi?>>
<<Come fratelli. Sapevamo tutto della vita degli altri. Tutte le cose belle e brutte.>> mi fa male il cuore. Sento che mi si sta seccando la gola mentre guardo in basso verso i suoi piedi. <<Sono stato fortunato, sai. Alcuni ragazzi inciampano sulla bomba e non tornano più.>>
<<Non sembra che tu ti senta fortunato.>>
<<Non importa come mi sento. Molto uomini hanno sofferto molto più di me.>>
Vorrei tanto dirgli che la sofferenza non è una gara. Però...posso dire che capisce il suo dolore molto più di quanto io possa farlo.
Si gira verso di me.
<<Cosa ci fai qua così presto?>>
<<Mi sono svegliata presto e così ho pensato di avere un vantaggio. E tu?>>
<<Sono un soldato della Marina. Mi sveglio prima che sorga il sole, sia che piova sia che faccia bel tempo.>>
Entrambi facciamo una pausa, aspettando che uno di noi due faccia una mossa. Come due pistoleri in un duello, con le mani sulle pistole.
<<Mi licenzierai? Vorrei sapere se portare via le mie cose o meno.>>
Quasi gli scappa un sorriso sulla bocca.
<<Deduco che non hai bisogno di caffè.>> fa un cenno verso la mia tazza.
<<No, io...avrei dovuto chiamarti e offrirmi di portare uno. Ora capisco perché continui a licenziarmi.>>
Si alza in piedi e scoppia in una risata che rimbomba nella casa mentre lui cammina verso la cucina.
Sento i crampi allo stomaco. Mi piace farlo ridere. Quel sorriso è molto più reale rispetto a qualsiasi altra cosa che lui mi ha mostrato.
Trascorro il resto della giornata lavorativa, metà in modalità lavoro e metà in modalità meditativa.
Il sole finalmente sorge e si fa strada in messo al cielo.
Mentre il pomeriggio sta per finire, metto su la caffetteria pensando al passato di Eli.
Ho fatto un corso sulla sensibilità, quindi so come parlare alle persone che hanno sofferto delle perdite, ma...non so quali siano le motivazioni. Voglio davvero saperne di più su di lui.
Esce fuori dal suo ufficio annunciandosi a me, mentre mi passa accanto.
<<Ti ho mandato un email, Sable.>>
<<Controllo in un secondo, grazie.>>
Guardo in basso per impostare il timer della caffetteria. Quando mi giro, lui mi sta guardando preoccupato.
<<Cosa c'è?>>
<<Io...>> respira profondamente. <<...ho bisogno del tuo aiuto.>>
<<Da quando ti fidi di me per chiedere il mio aiuto?>>
Mi aspetto il suo solito botta e risposta, un campo di battaglia, ma...lui è sincero. Sta parlando onestamente con me.
<<Non volevo chiedertelo, ma sei tu, sei brava in quello che fai e io ho bisogno d'aiuto. Dovresti contattare Zach.>> si schiarisce la gola e ritorna nel suo ruolo di personaggio burbero. <<Con cui non uscirai, dato che te l'ho chiesto.>>
<<Mmm...è carino che tu creda che io obbedirò.>>
Appoggio i miei fianchi sul bancone mentre Eli si muove.
<<Lui è un pezzo importante di quello che sto creando e non ha bisogno di distrazioni.>>
Piego le braccia mentre la mia mente ritorna a Eli...che sta tagliando i bottoni per aprire la mia camicia. I suoi occhi infuocati, le sue labbra socchiuse, la sua mano nei miei capelli...lui intero.
<<Okay, giuro che non sedurrò Zach con i miei potenti stratagemmi femminili, che Dio mi punisca se lo faccio. Se accetti di farmi un piccolo favore.>>
Aggrotta la fronte mentre mi guarda.
<<Dimmi.>>
<<Ho bisogno che tu...esca con me.>>
<<Sì. Intendo dire...non posso. Io...>>
Balbetta ed è la cosa più carino che abbia mai fatto la Bestia.
<<E' tipo un appuntamento finto. Ho solo bisogno di un accompagnatore.>>
<<Per cosa?>>
<<Per uno dei tuoi soliti raffinati eventi.>>
Più che altro con banchieri snob e insulti attentamente misurati da parte dei miei genitori. Però se compaio con un Crane...
Non che abbia importanza. Eli dirà sicuramente di no. 
Sta fermo per un momento prima di reagire con la testa.
<<Scordatelo.>>
<<Lo sapevo.>>
<<Cosa?>>
<<Non preoccuparti. Sono sicura che Zach sta benissimo in smoking. E con quella sua parlata, wow! Zach Ferguson non è solo uno snack. E' un intero pasto! E per di più cucina meridionale.>>
<<Sable.>>
<<Solo una domanda. Pensi che Zach...indossi il cappello da cowboy quando fa sesso?>> grugnisce e io lo ignoro. Mi siedo al tavolo e leggo la sua email, assicurandomi di non aprire la sua personale, un'altra volta. <<Quindi questo è il grande progetto per cui mi stai chiedendo aiuto? Sembra che tu abbia bisogno di una pagina web.>>
<<E una pagina di FAQ. Un contatto diverso da me. Un modo per accettare donazioni online.>>
<<'Reintegra un Veterano'? E' una fondazione benefica?>>
<<Sì, sarà il lavoro della mia vita.>>
<<E' questo il lavoro che stai facendo invece di essere il Direttore Operativo degli Hotel Crane?>>
Lo guardo. Si ferma mentre mi ricambia lo sguardo con un'espressione tenera.
<<Puoi aiutarmi o no?>>
Sospiro.
<<Sono pagata dai Crane per fare lavoro per gli Hotel Crane. Sai...cose che generalmente farebbe un Direttore Operativo. Se inizio a lavorare a questo progetto, qualcuno dovrà aiutarmi con l'altro lavoro. Ci vorrà del tempo. Però...se per una volta facessi il tuo lavoro...>>
Mi risponde fra i denti.
<<Va bene, giocherò allo stupido gioco di Reese. Mi comporterò come Direttore Operativo.>>
<<Perfetto!>> gli passo una cartella. <<Gli appunti e i numeri degli appuntamenti della prossima settimana. Tuo fratello vuole sapere cosa ne pensi e io non li ho ancora letti.>> i suoi occhi si socchiudono come se stesse sospettando di me. Io lo guardo con un'espressione da innocente. <<Mi metterò a lavoro per cercare un webmaster, per assicurarmi una home page e...mmm...>> rapida! Parole di Internet. Mmm...meta dati? <<Perché sono dati dentro altri dati, e abbiamo bisogno di altri. Una specie di sandwich di dati.>>
<<Non hai bisogno di esagerare. Sicuramente sai di quello di cui stai parlando.>>
Prende la cartella e se ne sta per andare.
<<Ed Eli?>> faccio una pausa. Il mio cuore accelera mentre cerco di apparire tranquilla davanti a lui. <<L'evento è il prossimo fine settimana. Vieni?>>
<<Certo. Odierei lasciarti nelle mani di Zach.>>


LA BESTIA DEL MILIARDARIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora