Capitolo 32.

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<<Sable, stai bene?>>
Eli sembra preoccupato mentre appoggia il suo bicchiere sul tavolo.
Faccio un profondo respiro.
<<Eli...è tutto quello che volevi condividere con me?>>
<<Non capisco. Questa è una bella notizia, no? Alcuni mesi fa la missione della tua vita era farmi assumere il posto di Direttore Operativo. Ora l'ho fatto.>>
Aggrotta le sopracciglia e abbassa la fronte.
<<E' una bella notizia e sono felice di sentirla. Solo che...pensavo che finalmente stasera mi avresti detto quali sono i tuoi veri sentimenti. Sono venuta qua con il cuore a mille solo per ascoltare quello che avevi da dire su di noi. Però invece stiamo parlando di lavoro, come al solito.>> sembra finalmente assorbire il peso di questo momento. Lo calma. <<Sai che non ho l'abitudine di usare mezzi termini e che non tengo le mie opinioni per me.>>
<<Hai ragione. Allora dimmi quello che vuoi sapere.>>
<<La verità è che...sono innamorata persa di te, Eli. E i miei sentimenti stanno crescendo. Sono così persa che non voglio essere ritrovata.>> deglutisco con un nodo alla gola mentre guardo attentamente Eli. Rimane impassibile, stranamente silenzioso. Ricomincio a parlare. <<Voglio un futuro con te. Voglio tornare a casa da te ogni singola sera. Cenare insieme, fare le vacanze insieme...voglio scriverti messaggi, chiamarti, vederti...voglio tutto di te. Non solo il tuo corpo.>> il silenzio si libera nella stanza attorno a noi. Sento la mia bocca che s'inclina agli angoli. <<Non voglio neanche che mi nascondi una parte di te.>>
Sospira.
<<Non so cosa vuoi.>>
<<Te l'ho appena detto.>>
Scuote la testa.
<<Intendo dire...non so cosa ti aspetto che io ti dica. Ti ho detto che avevo bisogno di tempo, Sable.>>
<<Lo so che lo hai detto, ma ho pensato che stasera mi avresti detto cosa provi. Invece che parlare degli Hotel Crane.>>
<<Pensavo che saresti stata felice.>>
<<Lo sono. E' fantastico. Solo che...pensavo che ci sarebbe stato altro di cui parlare.>>
<<Altro...capisco.>>
Inizia ad assomigliare di più all'uomo che ha fatto scappare dieci assistenti piuttosto che l'uomo con cui sono uscita tutte le sere durante l'ultimo mese.
<<E' come se tutti i sentimenti ardenti e felici fossero scomparsi in un istante. Cosa sta succedendo?>>
<<Non sta succedendo nulla. Stai dicendo le stesse cose che Crystal ha detto una volta.>> apro la bocca per rispondere ma lui m'interrompe. <<Lei diceva sempre che non ero capace d'impegnarmi. Voglio farlo. Dio solo sa quanto ci sto provando. Ho superato tutti i miei conti in sospeso, con Michelle e gli Hotel Crane. Sto facendo del mio meglio. Questo non è abbastanza?>> si alza in piedi bruscamente. Mi muovo per alzarmi con lui. <<Dannazione Sable! Pensavo che avresti festeggiato con me.>>
<<L'ho fatto! Lo sto facendo! Non ho mai detto che non sono felice per te.>> il mio corpo trema mentre guardo il pavimento. <<Questo non ha niente a che vedere con Crystal. Questo ha che vedere con noi due.>>
<<Noi. Esatto.>>
Lo fisso.
<<Sei capace di donarti solo quando è tutto rose e fiori?>>
<<E se fosse così?>> incrocia le braccia. Mi sento come se mi avessero dato uno schiaffo in faccia. <<Ti ho chiesto del tempo perché ne ho bisogno. Pensavo che tu fossi d'accordo.>>
<<E io ho pensato che...avresti visto quello che c'era tra di noi.>>
<<Che cosa c'è tra di noi, Sable?>>
<<Qualcosa di veramente speciale, Eli. Non senti la stessa cosa?>>
<<Io solo...>>
Si ferma in mezzo alla frase.
Rimango lì in silenzio per un momento.
<<Devo andare.>>
Prendo la borsetta e mi dirigo verso la porta. 
Lui mi viene incontro.
<<Aspetta, Sable.>>
<<Eli...sono stufa di aspettare.>>
Non mi fermo.
Esco dal loft ed entro nel corridoio, pronta per salire sul montacarichi e non farmi vedere mai più.
<<Sable!>>
Mi fermo poco prima dell'ascensore, giusto quando si aprono le porte di metallo.
<<Mi chiamo Jessica. Sei rimasto senza tempo.>>
Entro dentro e premo il bottone.
Mentre le porte si chiudono, guardo il pavimento.
Cado praticamente in ginocchio mentre mi appoggio alla parete dell'ascensore.
Cosa cavolo sto facendo? 
Le lacrime scendono sul mio viso. Tremo mentre tengo le mie braccia vicino a me.
Non mi ama, vero? Non ha potuto. Se fosse stato sincero...si sarebbe fatto avanti per stare con me. Deve essere disposto a fidarsi e assumersi dei rischi, se vuole che noi continuiamo a vederci.
Aspetto un momento fino a quando l'ascensore raggiunge il piano terra. 
Torno nel magazzino e lancio uno sguardo verso il loft di Eli.
Eli è alla finestra e mi guarda. Dopo un momento entra dentro chiudendo le persiane dietro di sé. 
Credo che questo sia tutto.
Esco nel parcheggio. Sospiro mentre cerco le chiavi nella borsetta. 
<<Cavolo, dove sono? Maledizione...>>
Mi lascio sfuggire un caldo respiro mentre le ritrovo.
Gli ho dato tutto e lui si è tirato indietro. Forse semplicemente non mi ama. Forse non mi amerà mai.
Torno a casa e passo la notte a piangere da sola nella mia stanza, sentendomi persa e arrabbiata.
La mattina successiva, mi alzo presto e vado in cucina. 
Sono ancora intorpidita quando ecco che il mio telefono suona.
Reese Crane? Che affari potrebbe avere con me? Strano. Metto il silenzioso. Sono stufa di parlare con i Crane.
Lo lascio suonare fino a quando risponde la segreteria. La chiamata finisce. Una frazione di secondo dopo, arriva un messaggio.

LA BESTIA DEL MILIARDARIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora