Capitolo 6.

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Il fine settimana lo trascorro tra telefonate e scartoffie varie, e guardando nel frattempo qualsiasi serie tv che mi passa davanti.
Lunedì mattina entro nel magazzino di Eli con nuove aspettative. Premo il bottone del montacarichi ed entro, facendo un piccolo sospiro.
Non mi saluterà.
Ascolterò dal suo ufficio solo movimenti e i rumori dei tasti del computer...la cosa migliore è che lavorerò sulla tavola della sala da pranzo. Esattamente come sempre.
Esco dall'ascensore e sistemo la tracolla della mia borsa mentre entro nel suo salone.
Canticchio l'ultima canzone che ho sentito nella radio...quando entro dentro...mi fermo improvvisamente.
<<Ehi!>>
Un Eli senza camicia e sudato, mi guarda dal tappetino da ginnastica appoggiato a terra. Mi mordo il labbro.
Si gira e continua a fare i suoi esercizi di routine per gli addominali. Il soffio del suo respiro che punteggia ogni movimento è troppo eloquente.
Facendo ginnastica? Come se ne avesse bisogno. Dio abbi pietà di me.
La flessione, i suoi bicipiti contratti e i suoi pantaloncini neri da corsa aderenti al suo corpo mi distraggono tanto come l'immagine surreale della Bestia così esposta.
I suoi capelli cadono umidi sulla fronte e mostra i suoi denti ad ogni esercizio. Tutti i suoi muscoli sono tesi e oh... sono così invitanti.
<<Ah...buongiorno. Non mi aspettavo di vederti...qua.>>
<<Beh, eccomi qua.>>
<<Giornata tranquilla in ufficio?>>
<<Non particolarmente, riservo del tempo per quello che mi sembra importante.>>
Sbatto le palpebre per resettare il mio cervello mentre guardo furtivamente il suo perfetto fondo schiena mentre si muove nei pantaloncini. Si allontana appoggiandosi leggermente sulla sua gamba sana.
Stupido sexy Eli Crane...mi sta facendo fare la figura dell'idiota!
Devo far finta di non aver visto nulla. E' pericoloso pensare ad Eli come se non fosse il bastardo che rende più difficile il mio lavoro.
Passo alcuni minuti cercando di concentrarmi sul lavoro, quando ecco che compare una tazza di caffè fumante accanto alla mia mano destra.
Eli, ancora a torso nudo, mi sta accanto. Il suo sguardo gelido si posa sul mio viso, ormai, arrossato.
<<Non pensare che non abbia notato che mi stavi fissando. Cosa...ti ho offeso di nuovo?>>
<<Non esattamente. Comunque non è un pò fuori luogo che un uomo possente come te si presenti mezzo nudo di fronte alla tua povera e indifesa assistente?>>
<<Fuori luogo? Se non vuoi essere esposta ai miei esercizi quotidiani, dovrai semplicemente lasciare questo lavoro.>>
Che subdolo bastardo! Sta ancora cercando di farmi crollare. E' solo una tattica. Se inizio a comportarmi in maniera poco professionale, mi farà crollare in modo completamente differente rispetto alle altre dieci assistenti.
In qualche modo sa che io dovrei licenziarmi per salvarmi la faccia. Ma come? Non sa che io sono la CEO! Tutto questo è...sorprendente.
Ha notato la mia lotta interna. E' amareggiato, ma anche...empatico? Ha notato che mi sto contenendo per mantenere questo lavoro.
Si dirige verso il bagno, girando la testa. C'è aria di sfida nei suoi occhi.
<<Adesso farò la doccia mentre tu sei qua. Suppongo che non ci sia fine alla mia indecenza. Se non riesci a svolgere le tue mansioni, c'è sempre una porta.>>
Si prende un istante per scrocchiare il collo e stirare le braccia in avanti. Mette in mostra la sua clavicola e con le labbra assume un'aria imbronciata.
<<Eli...sbrigati, hai una tabella di marcia da rispettare.>>
<<Dai ordini ora, eh? Fammi sapere come funziona.>>
Si allontana, le sue spalle si muovono leggermente, scosse da una risata. Rilascio il respiro che non sapevo di star trattenendo.
Oddio, chi è quest'uomo?
Cerco di concentrarmi sul lavoro, ma lascio che la mia giornata si trasformi in un caos di ansia e sogni a occhi aperti.
Non sto combinando nulla oggi, vero?
Temporeggio fino all'ora di pranzo. Quando arriva il cibo, mi rendo conto di non aver visto Eli per ore. 
Lo trovo seduto in fondo al suo ufficio, inclinato, mentre guarda lo schermo del suo computer.
Sta perdendo tempo come un adolescente o sta lavorando duro? Secondo me la prima opzione.
<<Se può rilassarti, ho qua il tuo pranzo. Sushi!>>
Sbatte le palpebre. Abbasso lo sguardo per vedere la sua ruvida barba mentre lui aggrotta le sopracciglia.
<<E già così tardi? Merda...>>
Si alza in piedi e raddrizza la schiena e le spalle. Si avvicina e prende un contenitore di cibo e una busta con le posate di plastica.
<<Quando è stata l'ultima volta che hai fatto stretching?>>
<<Una volta ogni ora, più o meno. Generalmente non ho qualcuno attorno che me lo ricordi, ma cerco di mantenere un buon ritmo.>>
<<Oh, anche io.>> Più o meno...
Gli sorrido leggermente. Per la prima volta sembra Elijah Crane voglia davvero avere...una conversazione?
<<Mi muovo molto. Suppongo che le mie scarpe sono una prova inconfutabile che in piedi e vado in giro, dato che le senti riecheggiare sul pavimento.>>
Emette un grugnito mentre lascia il contenitore sulla sua scrivania. Mi giro per andarmene.
<<Sable.>>
Mi giro e vedo il suo volto con un'espressione esitante. E' totalmente fuori dal personaggio, ma in qualche modo gli dona. Si schiarisce la voce e inizia a parlare tranquillamente.
<<Hai ordinato il pranzo per te?>>
<<No, stavo per uscire a pranzo.>>
<<Va bene.>>
Si siede sulla sua scrivania. Qualcosa di non detto rimane appeso nell'aria fra di noi.
<<Non prenderti il disturbo di tornare. Prenditi il resto della giornata libera.>>
<<Stai cercando di sbarazzarti di me?>>
Mi giro e mi avvio verso l'uscita quando mi viene in mente una cosa.
E' arrabbiato? Voleva mangiare con me?
Mi fermo e ritorno a guardarlo.
<<Eli...perché non vieni con me?>>
Alza lo sguardo verso di me per un momento prima di rivolgerlo ai contenitori sulla sua scrivania.
<<Io...>>
<<Non dire altro. Avrei dovuto indovinare.>>
Mi allontano dalla sala e apro lo porta. Prima che io esca, Eli s'incammina dietro di me.
<<Aspetta.>> ti dà il contenitore con il suo pranzo. <<Tieni, ho deciso di mangiare qualcos'altro.>>
<<Me lo stai dando? Sei sicuro?>>
Annuisce, senza osare rivelare le sue intenzioni.
<<Altrimenti sarebbe uno spreco.>>
Mi siedo al tavolo e inizio a mangiare. Per mia sorpresa, Eli mi sembra esperto in cucina.
Ha messo insieme un panino veramente gustoso e mi raggiunge al tavolo.
E' stranamente tranquillo...potrei abituarmici.
Mangiamo in un comodo silenzio e noto che Eli mi guarda di nascosto fra un boccone e l'altro, mentre io mangio.
Deve trovare qualcosa di interessante nel mio modo di comportarmi.
<<Canticchi sempre fra te e te mentre lavori?>>
<<Oh. Non me ne sono resa conto.>>
<<Lo immagino. Le persone fanno cose del genere quando sono rilassate.>>
Sembra perdersi in un pensiero dolce. L'angolo della sua bocca s'inclina in un timido sorriso.
Guarda l'orologio e mi rendo conto che sto facendo tardi per andare a bere un drink con Chloe.
<<Caspita...devo incontrare un'amica, se non ti dispiace me ne vado.>>
Mi guarda confuso.
<<Ti ho dato il resto della giornata libera. Perché dovrebbe importarmi?>>
<<E' vero, mi ero completamente dimenticata! Ci vediamo domani. Stesso posto, stessa ora.>>
Annuisce.
Si alza dal tavolo senza dire una parola e ritorna nel suo ufficio.
Strano. E come se non sapesse come dovrebbe essere un pranzo carino.

LA BESTIA DEL MILIARDARIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora