Rimango seduta al tavolo di pranzo di Elijah, continuando a fissare il telefono e preparandomi mentalmente.. Uffa, mia madre no! Non adesso! Mi guardo intorno per controllare se ci sia Elijah e faccio un sospiro prima di risponderle.
"Non è il momento migliore. Di cosa hai bisogno?"
"Questo è il modo di salutare tua madre?"
"Scusa, sto solo cercando di concentrarmi sul lavoro. Ho un cliente molto esigente e..."
"Beh, mi dispiace che gli affari di famiglia non siano abbastanza interessanti per te."
"Mamma. Non ho niente contro la Sawyer Financial."
"Solo perché siamo i tuoi principali investitori, Jessica. Così mi definisco dato che ti abbiamo pagato la tua dimenticata laurea in finanza. Ascolta, io e tuo padre vorremmo vederti per cena. Abbiamo alcune proposte di cui vorremmo parlarti."
"Quando e dove?"
"Alle 18 al Flaire, quel posto italiano in città."
"Va bene, ci vediamo lì."Riaggancio e poggio la mia testa sul tavolo.
Fantastico! I miei genitori stanno cercando di coinvolgermi nuovamente negli affari di famiglia. Come se avessi bisogno di qualcun altro che mi dia ordini.
Faccio un gran sospiro osservando il mucchio di lavoro che ho davanti a me.
Ora che ho organizzato metà del calendario di Eli, non mi sento molto fiduciosa. Sicuramente non lascia molto spazio alle riunioni degli Hotel Crane...quasi come se le stesse evitando deliberatamente. Cosa sono tutti questi impegni sociali? Non ci sono appunti su di loro. Forse il Signor Crane sta nascondendo un segreto...una fidanzata. Questo spiegherebbe tutte le vaghe diciture e le chiamate notturne che ha programmato...
Però considerando come tratta i suoi assistenti...non posso immaginarmi che la Bestia abbia un debole per qualcuno.
Porto la schiena all'indietro poggiandomi sullo schienale della sedia mentre sospiro. Guardo verso la finestra, il sole del pomeriggio riflette dentro.
Quindi questo lavoro è sia più facile che più difficile di quello che pensassi. Ho riflettuto. Devo solo concentrarmi sul mio obbiettivo.
Devo fare affidamento sul mio fidato motto: "Perfino i serpenti hanno paura degli serpenti".
Se faccio la stronza come Eli, sarà intimidito da me quanto io lo sono da lui. Questa è una vittoria, no?
Mi raddrizzo e guardo il tavolo. Ci sono ancora fogli ovunque.
Alla fine di tutto questo, Sable Concierge otterrà il marchio dorato degli Hotel Crane...sempre se sopravvivo.
Sento un movimento provenire dall'ufficio, e guardo il telefono. Mi alzo in piedi e imposto un allarme per più tardi: "Cena con genitori, uccidetemi!"
E' arrivato il momento di affrontare le mie paure.Salgo le scale per andare nell'ufficio di Eli che è senza porte. Mi rivolge la schiena e nonostante i miei sforzi, non riesco ancora ad evitare di pensare al suo corpo così...tentatore.
<<Ho alcune domande da farti.>>
<<No, grazie.>>
Non mi sta neanche guardando. Il suo volto è vagamente illuminato dallo schermo del computer. I suoi occhiali, poggiati sopra il naso, riflettono una email.
Sembra che abbiano scolpito sul suo volto le linee della montatura per accentuare perfettamente i suoi tratti. Però sembra un pò pensieroso...
Ha bisogno di migliorare il suo atteggiamento...però almeno adesso sembra tranquillo.
Inizia a scrivere qualcosa, mettendoci forse un minuto mentre sospira.
<<Non te ne vai? Prima che io possa fare qualcosa che ti costringa a fuggire e non tornare mai più?>>
<<Stiamo ancora giocando a questo gioco? Ascolta...io rimango. Non mi fai paura>>
<<Questo lo dici tu. Non importa, comunque sono occupato.>>
Alza una mano verso di me per congedarmi. Se fossi stata qualsiasi altra persona, dopo aver ricevuto un ordine da Eli Crane, a quest'ora, penso, che sarebbe già stata a metà strada per il parcheggio.
Però io non sono una qualunque. Io sono la fondatrice della Sable Concierge, dannazione!
<<Occupato con cosa? Beh...quando avrai un pò di tempo per me?>>
Inizia a sorridere in un modo molto inquietante e anche seducente, al tempo stesso.
<<Mai.>>
Eccolo di nuovo, ricomincia di nuovo a controllare quali sono i miei limiti...
<<Scusa, ma...non me ne vado da nessuna parte, qualsiasi cosa tu faccia>>
<<Okay, questa è la mia controfferta. Sei licenziata.>>
<<Non credo che tu dica sul serio e mi sembra che adesso tu abbia tempo per parlare con me.>>
<<Interessante. Perché?>>
<<Beh, se me ne vado, porterò via questa agenda. Tu perderai tutti i tuoi appuntamenti e Reese...>>
<<Basta. Va bene, vinci tu. Ma parlare di Reese è off-limits da adesso in poi.>>
<<Riguardo l'agenda o in generale?>>
<<Entrambi. Mio fratello si mette sempre in mezzo e mi incastra con testarde assistenti come te.>>
<<Lo considererò come un complimento.>>
Mi indica la sua scrivania mentre si china sulla sua sedia. Cammino verso di lui mentre mi avvicino una sedia che si trovava all'altro lato della stanza. Con fatica la sollevo fino alla sua scrivania; in questo modo posso bloccarlo per ogni via d'uscita. L'appoggio a terra e mi siedo, incrociando le gambe e tiro fuori l'agenda.
<<Primo punto; Reese richiede la tua presenza domani al consiglio di amministrazione dell'Hotel Crane.>>
<<Sei sorda tacchi? Ho detto di non parlare di...>>
<<Scusa?>> faccio finta di non sentirlo.
Sa benissimo che sto giocando con lui, ma lui è in intrappolato. Perfetto, tutto secondo i piani.
<<Allora, ci andrai?>>
<< No, non ci andrò.>>
Si toglie gli occhiali e li lascia cadere sulla tastiera.
<<D'accordo. Credo che tu abbia ricevuto la mia email al riguardo?>>
<<Odio le email e non le uso mai.>>
<<Stavi rispondendo a una email poco fa. L'ho visto nel tuo schermo.>>
Con un rapido movimento chiude il computer e si inclina verso di me. I suoi occhi sono iniettati di fuoco.
<<Dimostralo.>>
<<Sai cosa? Mentirò e dirò che vai.>>
Mi guarda di sottecchi. Lo ignoro mentre faccio una crocetta a una delle voci della mia lista di "cose da fare".
<<Prossimo punto, pranzo. Parliamo delle tue richieste.>>
<<Posso nutrirmi da solo, tacchi, l'ho fatto per anni.>>
Chiudo gli occhi per un momento prima di doverlo correggere. Devo rimanere calma.
<<Mi chiamo Jessica, e comunque, nutrirti fa parte del mio lavoro. Ovviamente non letteralmente. Mi immagino che tu sappia usare una forchetta.>>
Ride mentre evita il mio sguardo.
<<E se non mi piacesse, Jessica?>>
<<Allora ti ricorderò di nuovo di chiamarmi Signorina Sawyer. Davvero vuoi giocare di nuovo al gioco dei nomi, Signor Crane?>>
<<Per favore, il Signor Crane è mio padre.>>
Incrocia le braccia e si appoggia alla sedia. Posso vedere ogni suo muscolo del torso.
<<Beh, ti suggerisco di trovare un nome adeguato se non vuoi che ti faccia invecchiare accidentalmente di 30 anni.>>
Vedo una scintilla nel suo sguardo. Ovviamente si sta divertendo. Mi mordo il labbro inferiore mentre incrocio nuovamente le gambe.
Sta funzionando. Io...continuo a parlare. Sta facendo quello che voglio.
<<Sai, sembri quasi contento di avere la mia compagnia.>>
Sghignazza mentre si volta.
<<Ho avuto momenti peggiori. Questo almeno è divertente.>>
<<E' per questo che non vuoi andare alla riunione di consigli? Hai paura di non divertirti abbastanza?>>
<<In realtà, l'opposto. Ci sono abbastanza pagliacci in quella riunione da riempire un circo.>>
<<Allora hai paura di diventare il leader?>>
<<Pensavo che usassi la bocca per altre cose e non per parlare così tanto.>>
Capisco cosa intende. Mi ha fatto ricordare il commento sul fatto che pensasse che la Sable fosse un'agenzia di squillo.
Che colpo basso...se non la smette con questo, io giuro...
Aspetta...mi è venuta un'idea. E' un piccolo compromesso che posso fare con lui e nessuno perderà la faccia.
<<Sable.>>
<<Scusa?>>
<<Come l'agenzia per cui lavoro. Se sei così contrario a Jessica, puoi chiamarmi Sable.>>
<<Che cosa diavolo vuol dire Sable?>>
Prendo il telefono, cerco il logo della mia impresa e glielo mostro.
<<E' una specie di donnola siberiana.>>
Spalanca gli occhi e sussurra qualcosa. Si tappa la bocca con la mano e poi sposta lo sguardo, cercando di trattenere la tosse.
<<Che hai detto?>>
<<Niente.>>
Si gratta il naso e guarda dall'altra parte. Qualsiasi cosa abbia detto, non era qualcosa che ero destinata a sentire...che peccato.
<<Mi dispiace...so che pensi che sia stupido.>>
Guarda in basso verso i suoi piedi, per un momento.
<<Sable...>>
Mormora nuovamente, però questa volta il suo timbro di voce fa accelerare il battito del mio polso. Il suo volto, stranamente, diventa più dolce, ma giusto un pò.
Eli non è quello che sembra e si nasconde dietro il suo atteggiamento.
Allora chi è? Qualcuno che soffre? Qualcuno con delle cicatrici del passato? Non riesco a decifrarlo...ma per qualche ragione vorrei farlo.
Comunque è ovvio che è misterioso...è un Crane.
<<Allora ritorniamo all'argomento pranzo. Qualche cibo preferito?>>
<<Niente carne a meno che siano frutti di mare.>>
La sua risposta così diretta è una boccata di aria fresca.
<<Perfetto! Ti farò sapere quando arriverà il pranzo.>>
Gli faccio un cenno con la testa e me ne vado dalla stanza. Sento i suoi occhi dietro la mia schiena.
Arrivo nel salotto e mi siedo davanti al computer.
Questo è la vera sfida. Che cosa ordino? Ci pensò un pò su e decido di ordinare cucina mediterranea: con il falafel e la pita non si sbaglia mai.
Prendo il telefono digitando il numero del ristorante più vicino. Appena rispondono faccio il mio ordine.
E' stata una mossa rischiosa aggiungere il gyro di frutti di mare, ma dicono che il modo migliore per arrivare al cuore di un uomo sia attraverso il suo stomaco.
I seguenti dieci minuti li uso per controllare la mia lista di "cose da fare" iniziando ad evidenziare quelle più urgenti.
Sembra che sia a posto per il momento. Almeno abbastanza per prendermi una pausa.
D'un tratto balzo in piedi spaventandomi. Inizio a sentire una serie d'insulti e colpi provenire dall'ufficio di Eli. Cosa è successo?
Dopo qualche minuto Eli esce sostenendosi sulla sua gamba buona. Tiene gli occhi bassi per evitare il mio sguardo.
<<Sono stufo di guardare il mio schermo. Ho pensato di fare una pausa.>>
<<Tempismo perfetto! Il tuo pranzo è appena arrivato.>>
Sento suonare e vado al piano di sotto e ritorno su con il pranzo. Eli mi guarda mentre inizio a sistemarlo.
<<Stai facendo una faccia...non ti piace il cibo mediterraneo?>>
<<Mi piace qualsiasi cibo.>>
<<Eccetto la carne, ma i frutti di mare sì.>>
<<Tranquilla, Sable. Non ottieni punti extra per rispondere a quiz a sorpresa su di me.>>
<<Sei sicuro? Perché...ho appena battuto il record: sono la più duratura assistente di Eli Crane.>>
Mi scruta attentamente, però non mi risponde. Alzo le spalle indifferente e inizio a tirare le cose dal sacchetto, sistemandole sul tavolo davanti a lui.
Dio, che silenzio imbarazzante! E' meglio delle grida, ma...rapido! Dì qualcosa! Fallo parlare!
<<Quindi Eli...un magazzino?>> faccio una pausa mentre ripiego il sacchetto.
Sto iniziando a balbettare, ma...non riesco ad evitarlo.
<<Ho sempre pensato che essere un'assistente fosse un'avventura. Non sapevo però che i miei compiti fossero, beh lo sai.>>
Rimane in silenzio guardandomi, mentre sistemo ordinatamente le mie cose, sovrapponendo il mio computer, i fogli e i sacchetti uno sopra l'altro.
<<Lo fai sempre?>>
<<Faccio cosa?>>
Mi sistemo i capelli sulle spalle e lui sbatte le palpebre.
<<Aiutare.>>
<<Oh, sì, certamente. Dopo tutto questo è il mio lavoro.>>
Apro il coperchio di uno dei contenitori di plastica e gli passo una forchetta. L'odore delle spezie inonda l'aria.
<<Bene, questo potrebbe essere il tuo ultimo giorno. Non ho bisogno del tuo aiuto.>>
Prende un boccone da uno dei contenitori e i suoi occhi si riempono di lacrime.
<<Oh, avrei dovuto avvisarti che ho ordinato i tuoi piatti piccanti come i miei.>> prendo anche io un boccone dal mio piatto e mastico lentamente. <<Penso che rimarrò ancora un pò se ti va, posso finire dopo pranzo, ma poi ho un impegno che richiede la mia attenzione.>>
Non che i miei genitori si meritino la mia attenzione...
Lo guardo mentre butta via una bottiglia d'acqua per prenderne un'altra all'altro lato del tavolo e berla. Continuo a mangiare mentre lui riprende fiato. Dopo un momento tossisce.
<<Cosa devo fare per farti andare via da qua?>>
<<Beh...tuo fratello può dirmi di andarmene.>>
<<Che diavolo c'entra Reese con questo?>>
<<E' il mio titolare, Elijah. Tu sei solo un mio cliente.>>
Sospira mentre si mette una mano sul viso.
<<Lascia stare. Dammi solo i tuoi dati e vattene.>>
<<I miei dati? Per contattarmi? Posso tornare domani?>>
<<Fai quello che ti pare.>>
Tiro fuori il mio biglietto da visita dalla tasca e lo metto sul tavolo.
<<Sable è a una chiamata di distanza.>>
Borbotta mentre ritorna nel suo ufficio.
Dopo aver sistemato un pò di cose, raccolgo tutto e finalmente termino la mia giornata lavorativa.
Esco raggiungendo il parcheggio. Il telefono inizia a suonare. Guardo lo schermo e vedo il nome di Chloe.
Spero che vada tutto bene in ufficio. Sono contenta di aver lasciato Chloe al comando. E' sempre stato il mio braccio destro."Jessica?"
"Chloe, come va?"
"Dovrei chiedere lo stesso a te. Come vanno le cose con il bel Crane?"
"Ha reso questo...lavoro interessante, questo è sicuro."
"Interessante nel senso positivo o negativo?"
"Non lo so ancora. E' come se gli stessi strappando i denti quando cerco di farlo parlare con me."
"Posso capire perché tutte le altri assistenti non c'è l'hanno fatta."
"Beh, quelle assistenti non erano Jessica Sawyer."
"Dunque ti ho chiamato solo per aggiornarti. Ho risposto alle email, ho mandato le fatture e abbiamo ricevuto i pagamenti."
"Molto bene."
"Ho qua un raccoglitore con delle cose che solo tu puoi fare. Passo a lasciartelo a casa?"
"Certo, sai dov'è la chiave."
"Perfetto! Ti vedrò più tardi per un drink?"Borbotto.
"Stasera no. Devo vedere i miei genitori."
"Accidenti, dalla padella..."
"Alla brace. Grazie per l'aggiornamento, Chloe."
"Ah. Prima di chiudere, volevo dirti che...ho sentito che i Crane saranno al club stasera."
"Cosa? Tipo Reese."
"Tipo tutti."
"Davvero? Elijah andrà al club? Allora sicuramente non vado. Scusa, ma no! Devo solo riuscire a sopravvivere a questa serata con i miei genitori. Occupati di Sable Concierge per me, okay?"
"Certamente, capo."Chiudiamo la chiamata e faccio un gran sospiro mentre entro nella auto.
Credo che andrò direttamente al ristorante.
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LA BESTIA DEL MILIARDARIO
RandomEli Crane è maledettamente sexy, intelligente e, lo voglia o no, vale un miliardo di dollari. E' un tipo rude. Così rude che ha licenziato le sue ultime dieci assistenti!