Capitolo 19.

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Mi guardo allo specchio mentre sono nel bagno del loft di Eli Crane. Sorrido al mio riflesso mentre rimetto a posto i vestiti. Sistemo i capelli, ammirando le mie guance rosa. 
Accidenti, non sembro solo soddisfatta, mi sento soddisfatta.
Non mi sono mai comportata così. Spogliarmi per il mio capo e poi fare l'amore sulla sedia della sua scrivania nel bel mezzo di una giornata lavorativa? 
Voglio dire, è assolutamente...scandaloso.
Se i media se ne accorgessero...la mia vita verrebbe fatta a brandelli.
Mi allungo e tocco il mio riflesso, solo per assicurarmi di essere davvero qui.
Il freddo specchio è senza macchie e davvero reale. 
E' passato molto tempo da quando mi guardavo in uno specchio e vedevo nient'altro che la solitaria e indaffarata proprietaria di un'agenzia di assistenti.
Sable...
Mi piace quando Eli mi chiama così. E' come...se fossi sua. E' il suo modo per ricordarmi che gli appartengo. Ma lo sono?
Porto le dita alla mia bocca per nascondere un altro sorriso che scompare rapidamente.
Eli non è solo il mio capo...è il mio amante. Credo.
Sospiro mentre cammino nel corridoio. Torno nell'ufficio di Eli.
E' un pò folle pensarlo, ma improvvisamente, la mia vita è così emozionante.
<<Allora.>>
<<Allora...?>>
<<Sembra che hai qualcosa per la testa, Sable.>>
<<C'è qualcosa che vorrei sapere.>>
<<Fatti avanti e chiedimi.>>
<<Beh...che cosa siamo, Eli? Noi due, insieme.>>
Mi guarda dalla testa ai piedi, con uno sguardo di fuoco. Gli angoli della sua bocca si piegano in un mezzo sorriso.
<<Mi stai chiedendo se abbiamo l'esclusiva?>>
<<Sto chiedendo cosa siamo o cosa potremmo essere.>>
<<Immagino...che dipenda da quello che stiamo cercando.>>
Mi gira la testa.
Come posso aspettarmi che Eli sappia cosa vuole quando io stessa non ne ho neanche una mezza idea?
<<Io...ehm...>>
<<Non è così facile, vero?>> ride e prende la mia mano e la mette nella sua. La bacia dolcemente, più dolcemente di quanto abbia mai pensato che una Bestia potesse fare. <<Per il momento, diciamo che siamo due persone che non riescono a togliersi le mani di dosso. O, se preferisci, una relazione fra capo e dipendente con molta più chimica del previsto. E per quando riguarda la coppia...tu sei tutto quello di cui ho bisogno, Sable. Fino a quando avrò te, non vedrò nessun altro. Non ci proverò neanche.>>
<<In questo caso...farò lo stesso.>>
<<Bene.>>
Il mio sguardo scende lungo il suo corpo. I miei occhi rimangono fissi sulla sua protesi.
Si alza e cammina verso di me, incontrandomi nel centro della stanza. Io guardo verso di lui.
Sollevo la testa per raggiungere la sua altezza.
Dopo un momento posa la sua bocca sulla mia...
<<Mmm...>> sento il tocco soffice delle sue labbra sulle mie prima che lui mi spinga via, lasciandomi bramosa. Sospiro. <<Alla stessa ora domani?>>
Il suo sorriso illumina i suoi occhi blu come la superficie dell'oceano illuminata dal sole.
Quasi non riesco più a pensare razionalmente.
<<Credo che abbiamo un problema etico, vero?>>
<<E se...la smettessi di preoccuparti?>>
<<Questo dovrebbe essere un segnale o due di allarme, ma...tu sei così persuasiva che ci passerò sopra. Ci vediamo domani, Sable.>>
Raccolgo le mie cose e torno nel mio appartamento, praticamente al settimo cielo.

La mattina successiva, con il mio borsone sulle spalle, mi trovo nell'ascensore pensando alla settimana precedente.
Non appena le porte si aprono, incontro l'alta figura di Eli Crane, che incombe su di me. 
Senza dire una parola, mi prende per la vita con un braccio e mi spinge a sé per un bacio fervente e affettuoso. 
<<Sei incantevole oggi. Te lo avevo già detto?>>
C'è dolcezza nella sua voce mentre preme il corpo contro il suo. Io alzo un sopracciglio.
<<Sei lo stesso Eli che ho vissuto ieri in ufficio o devo preoccuparmi?>>
Mi sorride delicatamente.
<<Buongiorno anche a te. Vedo che ti sei rimessa i tacchi.>>
<<Non ero sicura in che cosa mi sarei imbattuta. Nelle tue labbra, a quanto pare.>>
Chiudo gli occhi per poi baciarci dolcemente. Dopo qualche minuto ci stacchiamo.
<<Entriamo.>>
Lo seguo dentro il loft. Mentre lo guardo camminare lui appoggia il borsone sul tavolo.
I muscoli delle sue spalle si tendono sotto la sua camicia. I miei occhi scendono verso il suo fondo schiena ricoperto da jeans consumati.
Che sexy...
Noto che carica di più su una gamba mentre cammina e a ogni passo fa una smorfia. Lo guardo.
<<Ehi...che succede?>>
<<Niente, non è niente.>>
<<Posso aiutarti, lo sai.>> alza un sopracciglio, incuriosito. Per un secondo, vedo nel suo volto un altro sussulto di dolore, ma lui lo spazza via all'istante. <<Posso farti un massaggio?>>
<<Domanda migliore. Perché non te ne faccio uno io?>>
<<Cosa? Ma...>>
<<Suvvia Sable, quei tacchi, che indossi sempre, ti staranno uccidendo. Mi aiuti tutto il tempo, fammi restituire il favore per una volta.>>
Io...va bene, lascio che Eli mi faccio un massaggio. Lui vuole distrarsi e io voglio lui.
<<Bene. Se sei proprio intenzionato a fare a modo tuo, allora prego.>> mi butto giù sul divano e allungo le braccia in modo drammatico. <<Fammi quello che vuoi, Bestia. Sono assolutamente indifesa.>>
Uno sguardo malizioso attraversa il suo volto per un secondo, non capisco se ha deciso di farmi il solletico, sedurmi o peggio.
Ma in quel momento il dolore attraversa il suo volto ancora una volta e lui si calma, almeno un pò.
<<Siediti e rilassati, Sable. Lascia che ti faccia sentire bene.>>
Il mio corpo obbedisce istintivamente.
E' impossibile resistere, a qualcosa nella sua voce roca e autorevole.
Mi siedo mentre lui si piega su un ginocchio, quello buono, come un principe delle fiabe. 
Solleva gentilmente il mio piede e sfila la scarpa con il tacco a spillo.
<<Eli...da quanto tempo lo desideravi farlo?>>
<<Dalla prima volta che mi hai fatto il culo con la tua arguzia tagliente.>>
I suoi polpastrelli massaggiano delicatamente il mio piede, concentrandosi proprio nel punto giusto. Sfrega in movimenti circolari, facendo attenzione se quello che tocca mi fa sussultare e gemere.
Dopo alcuni minuti cambia di piede, prodigandogli la stessa attenzione. Sfrega insistentemente e profondamente. 
Mentre chiudo gli occhi, sento le sue mani morbide massaggiare per allentare la tensione dei miei polpacci indolenziti.
<<Ehi...non sei per niente male.>>
<<Hai ragione, sono peggio. Per questo mi chiamano la Bestia.>>
Dopo questo, i suoi movimenti si spostano in sù fino a quando arriva all'altezza delle cosce e mi sfiora il fondo schiena. Mi bacia le ginocchia, poi le cosce e più in alto, ancora più in alto fino...si ferma.
<<Sei un provocatore, Eli Crane.>>
<<Uno dei miei vari talenti.>> mi solleva in piedi. Mi muovo per avvolgerlo fra le braccia, ma mi fermo, improvvisamente, consapevole della distanza tra di noi. <<Se vuoi mettermi le mani addosso, fai pure.>>
<<Credo che lo farò.>>
Faccio scivolare le mani sulle sue spalle mentre lui mi prende dalla vita. Entrambi ridiamo mentre ci avviciniamo le nostre teste.
<<Cosa hai in programma oggi?>>
<<Lavoro per te, Eli. Non dovresti essere tu a dirmelo?>>
<<Bella mossa. Ma sono piuttosto sicuro che mio fratello che ti firmi gli assegni.>>
<<Mmm...li firma con il tuo nome, Elijah Crane.>>
<<Una spiacevole conseguenza di essere Direttore Operativo a lungo termine.>>
Mormoro un pò, fermandomi a riflettere per un momento. Sento la sua mano stringere la mia vita.
<<Ho dei documenti che devi controllare e firmare. Reese ha richiesto la tua presenza a una riunione di consiglio questo mese.>> si lamenta <<Credo che dovresti andare!>>
<<Devo proprio? Che sorpresa.>>
Fa un'espressione annoiata e alza gli occhi.
<<Davvero. Non lo dico solo perché Reese lo vuole. Io credo onestamente...che potresti prendere spunto da questa riunione per la tua fondazione. Gestire un ente di beneficenza è molto simile a gestire un'impresa. Dovrai prepararti sulla politica di bilancio, l'organizzazione dei direttori, il lancio di nuove iniziative e tutto il resto.>>
<<Mmm...okay...>>
Non sta prestando attenzione neanche a una parola di quello che sto dicendo. 
Invece il suo sguardo è caduto proprio sulla mia scollatura.
<<Ehi, alza lo sguardo soldato!>>
<<S-scusa, io...>>
<<Riguardo alla riunione di consiglio, andrai o devo inventare qualche debole scusa?>>
Si passa una mano nei capelli, sembra nervoso. 
Dopo un momento la sua determinazione si esaurisce.
<<Ci penserò. Per te.>>
Beh...non è un no.
<<E tu invece? Cosa fai oggi?>>
<<Ho del lavoro da svolgere per la fondazione, ma lo avrò finito questo pomeriggio. Forse possiamo riunirci più tardi?>>
Il mio corpo di eccita mentre mi arrivano pensieri lussuriosi.
<<Forse possiamo.>>
Scompare nel suo ufficio lasciandomi con il desiderio di averlo.
C'è così tanta tensione. Stare con Eli è...più di quanto pensassi.
Cerco di pensare ai lavori che non ho completato per colpa della sua civetteria e faccio una smorfia. La professionalità va a farsi benedire se non recupero il controllo.
Mi siedo al tavolo e inizio a guardare i fascicoli. Non riesco a concentrarmi a nulla se non all'orologio.
Quando tempo dovrà passare prima che torneremo a stare di nuovo uno sopra l'altro?
Dopo aver passato ore ad analizzare fascicoli e programmazioni, mi alzo e mi stiro.
Mi chiedo cosa stia facendo. Potrei portargli uno snack.
Prendo una mela dalla cucina e cammino nel corridoio. Giro l'angolo per andare nel suo ufficio e lo sento arrabbiato con qualcuno.
<<O forse non dovresti metterlo in dubbio.>>
<<Cosa?>>
<<Sable.>>
Mi guarda sorpreso. 
Io sbatto le palpebre. Non ha in mano il telefono o altro attraverso cui parlare.
<<Io...pensavo che volessi uno snack.>>
<<E' ora di pranzo?>>
<<Sono le due.>>
<<Ah...>>
Il suo stomaco brontola. Gli faccio un gesto tenendo ancora in mano la mela.
<<Uhm...okay. Immagino che sia stato un bene che sia arrivata ora. Hai bisogno di una pausa pranzo, soldato.>> sorrido e incrocio le braccia. <<Non sapevo se portarti o no la mela. Mi piace la mia camicia oggi...>> sorrido nuovamente mentre lui si alza dalla sedia. Prende la mela dalla mia mano e la lancia sulla scrivania <<Eli, perché tu...>>
Le mie parole scompaiono quando le sue labbra catturano le mie.
Il bacio è profondo e infinito. Il tempo passa e io non so quanto.
Quando si allontana i suoi denti sfiorano delicatamente il mio labbro inferiore e io sospiro di desiderio.
<<Se pensi che lo facciamo qua di nuovo, ti sbagli.>>


LA BESTIA DEL MILIARDARIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora