3- Afrodite

41.5K 908 422
                                    

Pov's Alessandro
Le sue labbra carnose si muovono pronunciando qualche frase che io non ascolto minimamente.

Sono troppo incantato dalla sua bellezza.

Capelli biondi, naso perfetto, guance liscie e ciglia folte che rendono i suoi occhi azzurri ancora più belli.

Il suo fisico formoso, il suo seno prosperoso, i fianchi piccoli e il suo sedere magnifico mi fanno eccitare in un attimo.

È scesa dall'Olimpo.

È la dea Afrodite, senza dubbio.

Se non fosse stata così bella, delicata e ingenua, l'avrei sicuramente venduta a qualche depravato.

Ha visto un omicidio.

Io non uccido per sport ma perché ne sono costretto.

Se seguono i miei ordini vivranno una bella vita fatta di lusso, in caso contrario, moriranno.

Prendere o lasciare.

Non esistono seconde possibilità con me.

Quell'uomo mi aveva tradito.

Aveva svelato ai russi il mio ennesimo piano per uccidere il capo di quel fottuto clan.

Colui che ha ucciso mio padre.

Salvatore Rizzo.

Sono la fotocopia di Salvatore e in quanto primo genito ho ereditato il ruolo di capo.

Mio padre non era l'uomo più dolce del mondo, soprattutto con me.

Non trovo parole per descriverlo alla perfezione ma è stato un buon padre nonostante tutto.

È stato ucciso cinque anni fa dalla mafia russa.

Mi fece da scudo prendendosi una pallottola nel cuore.

Prima di morire mi disse "Ti voglio bene Alessandro".

Poi chiuse gli occhi e morì tra le mie braccia.

Scacciai via questi pensieri dalla mia mente e mi concentrai sulla ragazzina.

Trema come una foglia e gioca nervosamente con le mani.

《Seguimi!》
《No! T-i prego... N-on voglio fare la p-rostituta!》
Scoppia a piangere nuovamente mentre io ruoto gli occhi al cielo.

Singhiozza portandosi una mano sul petto.
《Cazzo Alessandro! Le manca il respiro!》
Urla Andrea preoccupato mentre io mi avvicino a lei velocemente e le prendo il viso tra le mani.

《Non ti farò niente》
Mi abbraccia improvvisamente ricominciando a respirare.
《H-o paura...》

Andrea ride sotto i baffi guardando la scena.

Nessuno mi ha mai abbracciato.

Si stacca da me asciugandosi le lacrime.

《Scusami...》
Ancora scombussolato, entro nel mio locale con lei alle mie spalle.

Apro la porta del mio ufficio e mi giro verso di lei.

Ha le ginocchia sbucciate.

《Andrea! Prendi l'acqua ossigenata e dei cerotti!》
Mi avvicino a lei e la sollevo facendola sedere sulla scrivania.

Andrea mi passa il kit di emergenza ed io estraggo l'acqua ossigenata.

《Ehm...faccio io》
Dice coprendosi le gambe con il vestitino.
《È raro che io sia così gentile, approfittane》
Appoggio una mano sulla sua coscia che lei sposta subito arrossendo.

𝑻𝒉𝒆 𝒘𝒐𝒓𝒍𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒎𝒂𝒇𝒊𝒂  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora