34. Noia

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La testa appoggiata sul cuscino ricamato ai piedi del letto, mentre ai suoi, di piedi, erano appoggiati sul cuscino di piume, a sua volta appoggiato sul quello sottostante, più grande. Aveva i capelli cortissimi, quindi non era propriamente comoda, il tessuto ricamato grattava abbastanza. Erica si stava annoiando, non aveva niente da fare. I suoi genitori erano entrambi a lavoro, non se la sentiva di uscire se no strettamente necessario perché la situazione contagi non era delle migliori, era salta la corrente e anche il suo telefono era morto. Non aveva niente da fare. Si tirò sui gomiti e si passò una mano tra i capelli corti, avrebbe voluto accorciarli ancora un po'.  Magari avrebbe potuto farsi anche il terzo buco. Invece qualche tatuaggio? Aveva varie idee, ma ancora tempo per pensarci. Le principali opzioni erano tre frasi, tra le quali doveva ancora scegliere il suo motto:
- "Ricordati che devi morire. E ogni secondo che passa quel momento si avvicina"
- "Se mi capisci, bene. Se non mi capisci, ti capisco"
- "Una pezza serve per migliorare l'insieme"

Anche tingersi i capelli di nero, o decolorarli per farli biondo platino potrebbe essere un'idea.

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