18. Messo a nudo

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Stava piangendo così tanto, erano anni che non faceva un bel pianto. Ci voleva, con le lacrime stava buttando fuori tutto lo stress accumulato in quegli ultimi giorni. Gli faceva male la testa, si sentiva gli occhi bollenti e aveva il naso completamente tappato.

Nella stanza accanto i suoi genitori stavano sfogliando il suo "diario". Era un piccolo quaderno rosso, colore puramente casuale, sul quale scriveva tutte le idee che gli passavano per la testa e annotazioni di vario genere. In quel piccolo quaderno aveva riversato i suoi pensieri per cercare di dargli ordine; si poteva dire che ci avesse inserito tutto sé stesso, in particolare una parte di sé che non mostrava mai agli altri, non sentendosi emotivamente vicino a nessuno.

E adesso i suoi genitori stavano tranquillamente leggendo tutte le sue più profonde riflessioni senza che lui avesse alcun modo per fermarli. Si sentiva messo a nudo, come se non potesse neanche pensare di avere qualcosa da tenersi per sé. Non che lui solitamente si comportasse male, ma il fatto che i suoi genitori cercassero di conoscere ogni minimo dettaglio della sua vita gli pesava incredibilmente e lo faceva sentire perennemente sotto giudizio. E in quel momento tutto ciò che sentiva, provava e pensava era sotto ai loro occhi, neanche i suoi pensieri erano solo per lui.

C'è stato un lungo periodo di pausa perché ero in zona rossa, solitamente scrivo in classe ma durante le videolezioni non ero ispirata.

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