43. Fuori luogo

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Bione trecce decolorate, con un dito di ricrescita alla base, partivano unite dalla sommità della testa per poi dividersi in due percorrendo i lati della testa e scendere sulle spalle e sul petto. Dove iniziavano a diradarsi i capelli, lasciando spazio a dei cordini di un acceso verde acqua, che man mano li sostituivano e continuavano fino alla vita. Per un breve tratto insieme alle trecce scendevano due dilatatori per lobi non troppo grandi di un bianco sporco. Sulla parte alta delle orecchie c'erano numerosi altro orecchini, alcuni molto simili a quelli che portava anche alle labbra. Indossava una camicia a strisce rosa e grigie che non aveva allacciato agli ultimi bottoni per tirarla in alto a scoprire la pancia e poi allacciare i due lembi in un modo.
Sotto indossava una gonna bianca che le arrivava alle ginocchia coperta da uno strato in rete nera un po' più lungo che sui lati aveva cucito un nastrino rosso e bianco. Ai piedi, poi, portava degli anfibi alti sia sulla caviglia che di suola.
Tutti la guardavano meravigliati, ciò la metteva abbastanza a disagio. Il piazzale della chiesa era pieno soprattutto di anziani che aspettavano i nipotini, come lei aspettava sua sorella. I bambini stavano facendo la cresima ma, causa covid, solo un numero limitato di ospiti poteva entrare.
Nonostante potesse partecipare solo a metà della celebrazione, la festa in casa con il cibo, che comunque avrebbe avuto pochi partecipanti, si era vestita in modo curato, indossando una delle sue gonne preferite nonostante lo strato superiore fosse molto fragile. Perché teneva a sua sorella. Ma tutte quelle persone che la guardavano come se fosse uno degli essere più schifosi sulla faccia della terra la facevano sentire male. quasi senza accorgersene strinse la mano di suo nonno che le stava accanto, aveva bisogno di qualcosa che la rassicurasse. Lui si girò verso di lei sorridendole, per poi tornare a parlare con un altro paio di anziani, che fingevano di ignorarla. Camilla prese un respiro, la presenza di una figura così protettiva e affettuosa nei suoi confronti la faceva sentire un po' meglio. Era l'unico tra i suoi parenti più grandi, quindi tutti tranne i fratelli, che non la giudicava ogni volta che incrociava il suo sguardo. Anzi, la supportava a prescindere.

Mentre si guardava intorno vide i suoi due fratelli che giocavano, mentre li guardava sorridente che sporcavano e stropicciavano i completi eleganti, Francesco cadde di faccia sulle ruvide piastrelle in pietra, inciampando sulla gonna. Attraversò di corsa il cortile della chiesa per aiutare suo fratello con metà degli sguardi inorriditi dei presenti su di lei, l'altra metà guardava con lo stesso disgusto suo fratello. Giacomo, il più piccolo, era scoppiato a piangere e, mentre gli altri sue si allontanavano verso una fontanella, il nonno lo consolava.

Camilla e Francesco non tornarono indietro alla chiesa perché incrociarono prima il resto dei parenti e quindi si avviarono direttamente con loro verso casa. Appena la cresimanda  vide le condizioni del suo fratellone corse da lui a chiedergli cosa fosse successo, mentre gli zii e i cugini sembravano aver notato solo il suo vestiario, che non consideravano adatto a un ragazzo, irrilevante il fatto che gli piacesse.

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