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1967, novembre.



Pamela era impegnata con il negozio di fiori, Jennifer era a scuola e così, quando il campanello squillò, andò Ginger ad aprire; la ragazza era sicura che fosse il postino, ed invece si trovò davanti il suo migliore amico, con cui aveva troncato ogni rapporto appena due settimane prima.

Guardò Richard in silenzio, troppo sorpresa per dire qualunque cosa, ed alla fine il primo a parlare fu proprio lui.

"Posso entrare?" domandò in tono incerto, e subito dopo indicò alla giovane i due pacchetti che aveva portato con sé "ho preso qualcosa che potrebbe farti piacere: the ai frutti di bosco e pasticcini alla panna e fragole... Sono ancora i tuoi preferiti, giusto?"

"Sì, lo sono ancora" Ginger si scostò dalla porta d'ingresso, dando così il silenzioso permesso a Richard di entrare; i due ragazzi si spostarono in cucina: la rossa preparò due tazze fumanti di the ai frutti di bosco, le posizionò sopra il tavolo insieme al vassoio con i pasticcini e si accomodò davanti al suo migliore amico.

Sentiva di dover parlare per prima, dato che era stato Rick a fare il primo passo in avanti, ma venne interrotta dopo aver semplicemente socchiuso le labbra.

"No, non dire niente, lascia parlare me" il tastierista abbassò per un momento gli occhi verdi, e quando li rialzò, sul suo volto era impressa un'espressione colpevole "mi dispiace. Non so neppure io dirti quanto sia profondamente dispiaciuto per quello che è successo e per come abbiamo gestito male l'intera situazione. Giuro che se potessi tornare indietro, io..."

"No, Richard!" lo bloccò a sua volta Ginger, appoggiando la mano destra su quella sinistra del giovane "prima che tu vada avanti, c'è qualcosa che devi sapere e riguarda la sera in cui... Abbiamo discusso"

"D'accordo, ti ascolto, di che cosa si tratta?".

Ginger prese in mano il cucchiaino, lo immerse nella tazza di the bollente ed iniziò a tracciare dei cerchi invisibili; quando iniziò a parlare, i suoi occhi rimasero fissi sulla bevanda calda e dolce, perché adesso era lei a sentirsi profondamente colpevole ed imbarazzata da quello che stava per confessare al suo migliore amico.

"Quella sera stessa, dopo essere scesa dal furgoncino, sono ritornata a casa, ho raccolto le mie cose ed ho raggiunto Syd nel suo appartamento" mormorò la giovane, continuando a giocherellare con il cucchiaino "credevo di poterlo aiutare, credevo di riuscire a fare qualcosa di concreto per lui... Invece non è andata affatto così. Dopo... Dopo aver trascorso la notte insieme, mi sono svegliata in un'altra stanza e... E quando ho provato ad aprire la porta per uscire, era chiusa a chiave dall'esterno. Anche l'unica finestra presente era sprangata. È stato Syd a chiudermi lì dentro: credeva non fossi reale. Era pienamente convinto che fossi un'allucinazione creata dai vermi. Ho provato in qualunque modo a convincerlo di farmi uscire, ma non ci sono riuscita. Ha smesso di rispondermi, e... E ho trascorso tre giorni interi rinchiusa in quella stanza, completamente da sola, senza bere né mangiare, ad eccezione di qualche biscotto che di tanto in tanto Syd mi passava dalla fessura della porta"

"Mio dio, Ginger! Non avevo la più pallida idea di quello che..." Rick era così sconvolto per quello che la sua migliore amica aveva passato che non riuscì a terminare la frase "e come sei riuscita ad andartene?"

"Alla fine sono riuscita a convincerlo ad aprirmi la porta. Me ne sono andata e da quel momento non l'ho più visto" Ginger smise di giocherellare con il cucchiaino, allontanò la mano da quella del tastierista e prese a tormentare l'unghia del pollice destro "io... Sono stata una grandissima ingenua e ho rischiato di pagare un prezzo altissimo. Non ho voluto dar retta alle vostre parole, a quelle di mommi, e mi dispiace tantissimo, ma ero davvero convinta di poter fare qualcosa di concreto per lui. Io... Io mi ero messa in testa che... Ohh, dio, mi sento così stupida a dirlo ora... Ero convinta di poterlo aiutare davvero, visto che... Visto che stavamo insieme. Credevo che col mio amore...".

La rossa scosse la testa con forza e non terminò la frase; in compenso, le sue guance diventarono di un rosa più acceso, a causa della profonda vergogna che provava per il proprio comportamento sciocco ed infantile, troppo sciocco ed infantile per una ragazza di diciannove anni.

"La verità, anche se mi duole ammetterlo, è che Roger aveva ragione: non puoi aiutare una persona che non desidera affatto essere aiutata. Avrei voluto capirlo prima, ma ora, purtroppo, è troppo tardi per tornare indietro..."

"Non è affatto troppo tardi, Ginger, sei ancora giovane e vedrai che ti riprenderai. Dovrà passare un po' di tempo, ma sono certo che ci riuscirai"

"Syd mi ha fatto provare sensazioni che mai prima d'ora avevo provato e non penso proprio che sarò più la stessa. Anche se un giorno dovessi riuscire a lasciarmi questa storia alle spalle, a fare pace con il passato, non sarà mai come prima. Vivrò costantemente con i sensi di colpa per non aver fatto abbastanza per lui, e di non aver capito prima quello che gli stava accadendo. Chissà, se fossi riuscita a cogliere prima i segnali..."

"Non darti colpe che non hai, per favore. Forse in un modo o nell'altro la malattia di Syd era destinata ad esplodere, con o senza droghe, e noi non avremo potuto fare lo stesso qualcosa per lui"

"Ma ci sarà sempre qualcosa che mi lega a lui" mormorò la giovane, con un sospiro, prima di sganciare una vera e propria notizia bomba "ho scoperto da pochi giorni di essere incinta".

Richard spalancò gli occhi e rimase in silenzio per diversi secondi, mentre il suo cervello cercava di rielaborare il più in fretta possibile le parole della sua migliore amica.

"Tu sei... Cosa?" chiese infine, certo di avere preso un abbaglio.

"Incinta" confermò la rossa, passando a giocherellare con una ciocca di capelli; lo faceva sempre quando era nervosa, ed ora lo era terribilmente: sia per la notizia che aveva comunicato al suo migliore amico e sia per la notizia in sé "l'ultima volta che ci siamo visti, nel corso della notte che abbiamo trascorso insieme, non abbiamo usato alcun genere di precauzioni e non ho avuto la possibilità di fare ricorso alla pillola del giorno dopo, e... Sorpresa"

"Ohh, cavolo... E... E Pam che cosa ha detto? Come ha reagito?"

"Era un po' spiazzata, perché non se lo aspettava, ma in realtà è contentissima all'idea di diventare nonna"

"E tu? Sei contenta all'idea di diventare mamma?"

"Non lo so" la ragazza si strinse nelle spalle; a Richard apparve stranamente piccola e fragile, tutto il contrario di quello che solitamente faceva vedere alla gente "cioè... Penso di essere contenta, sì, è solo tutto quanto strano, sai... Devo ancora realizzare bene quello che accadrà, e poi... E poi sono già preoccupata per il piccolo... O la piccola... Crescerà senza un padre e quando sarà grande abbastanza per rendersi conto che la sua famiglia non è come tutte le altre, mi chiederà delle spiegazioni ed a quel punto che cosa gli dirò? Come potrò raccontargli la verità senza sconvolgere per sempre la sua vita? Sarò una madre orribile"

"Non pensare a questo ora, non fasciarti la testa prima del previsto e non agitarti, perché al bambino non fa bene. Devi stare calma, tranquilla e serena, e vedrai che tutto andrà per il verso giusto. E non provare mai più a dire che sarai una pessima madre perché è solo una bugia. Sarai una bravissima madre, fidati, nutro la massima fiducia nei tuoi confronti"

"Tu dici, Richard?"

"Ne sono convinto. Se ti conosco abbastanza bene come io credo, sono certo che sarai una mamma leonessa molto protettiva. Non vorrei mai essere lo sventurato che si metterà contro di te".

Ginger sorrise, in parte rasserenata dalle parole del migliore amico con cui si era riappacificata, ed allungò la mano destra per prendere uno dei pasticcini che ancora non erano stati sfiorati.

"Speriamo che le nausee della gravidanza non mi giochino brutti scherzi" disse, riferendosi al pasticcino alla panna e marmellata di fragole "non potrei mai vivere senza questi".

Remember A Day; Pink Floyd (✓)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora