(13; PARTE DUE)

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Roger scoprì a proprie spese che anche la ricetta più semplice al mondo poteva rivelarsi la più insidiosa per chi, come lui, non aveva alcuna dimestichezza con il mondo della cucina; si rese conto che c'era qualcosa che non andava dopo aver infornato le due teglie di stampini che contenevano l'impasto per i cupcakes che successivamente dovevano essere decorati con la glassa azzurra allo zucchero: anziché crescere e gonfiarsi, l'impasto continuava a restare un ammasso molliccio e mezzo crudo, più simile ad una gelatina che ad un dolcetto, ed avevano ancora quell'aspetto quando, allo scadere del tempo, il bassista, con uno sguardo sconcertato, tirò fuori dal forno incandescente entrambe le teglie.

Le posò sopra il tavolo, appoggiò le mani sui fianchi assumendo un atteggiamento contrariato, e rimase a fissarle con insistenza, come se si aspettasse di vedere i cupcakes lievitare da un momento all'altro sotto il suo sguardo intransigente.

"Questo non è possibile!" esclamò, scuotendo la testa, completamente incredulo perché non riusciva a capire dove avesse sbagliato; era sicuro di avere usato gl'ingredienti giusti, era sicuro di avere seguito alla lettera tutti i passaggi, era sicuro di avere regolato il forno alla giusta temperatura e di aver regolato il timer in modo corretto... Eppure quei maledetti dolcetti erano rimasti una poltiglia informe che non poteva essere servita.

A Waters non rimase altro che gettare il contenuto delle due teglie dentro il cestino della spazzatura, perché quella poltiglia informe non poteva essere mangiata neppure da Fender e Precision, altrimenti sarebbe stato costretto a portarli d'urgenza dal veterinario; preferì lasciare i cupcakes momentaneamente da parte per concentrarsi sul pan di spagna per la torta alla vaniglia, sicuro che avrebbe ottenuto risultati completamente diversi, ma sotto il suo sguardo sconcertato si verificò la stessa tragedia: anche in questo caso, per ragioni a lui del tutto sconosciute, l'impasto all'interno della teglia non si trasformò in un morbide, soffice e profumato pan di spagna come quelli che Jennifer era solita preparare al weekend perché andavano a pranzo da Pamela o da Mary.

"Non è possibile!" ripeté il bassista per la seconda volta, ancora più irritato, perché non era abituato a fallire e perché continuava a non capire dove avesse sbagliato; la situazione non migliorò quando sollevò il viso per vedere che ore fossero e si rese conto che era trascorso molto più tempo di quello che pensava: erano le tre ed un quarto del pomeriggio, e l'inizio delle festa era previsto per le sei.

Non aveva niente di pronto. Non aveva appeso né uno striscione né gonfiato un palloncino. Non aveva ancora svegliato, fatto il bagnetto e preparato Harry per la sua prima festa.

Aveva il tempo contato, troppe cose da fare e la cucina era diventata un campo di battaglia inguardabile.

La ciliegina sulla torta arrivò con incredibile tempismo, sotto forma del suono acuto della campanellina che Roger aveva dato a Jennifer prima di scendere in cucina.

Il giovane uomo si tolse i guanti da cucina, li sbatté sopra il tavolo e salì al primo piano; socchiuse la porta della camera da letto e rimase fermo sulla soglia, per impedire a Jennifer di vedere in quali condizioni versassero la sua maglietta ed i suoi pantaloni.

"Sì?" domandò, esibendo uno dei suoi migliori sorrisi per non lasciar trasparire nulla di quello che stava accadendo al piano di sotto.

"Va tutto bene?" domandò a sua volta Jennifer spegnendo la TV; Roger si affrettò ad annuire ed a rassicurare la moglie: tutto stava procedendo nel migliore dei modi, mancavano solo dei piccoli ritocchi qua e là.

"... Però mi sono appena reso conto che i palloncini che ho comprato non bastano. Devo uscire un momento per comprare delle altre decorazioni. Farò presto, non ti preoccupare, Harry sta ancora dormendo"

Remember A Day; Pink Floyd (✓)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora