Remember A Day; Pink Floyd (✓)

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1974, agosto.

Roger Waters e Richard Wright possedevano due caratteri troppo diversi, troppo agli antipodi; l'unico punto in comune che possedevano era la passione per la musica, e se non fosse stato per quella e per il gruppo, con ogni probabilità non si sarebbero mai scambiati una sola parola e non sarebbero mai diventati quel qualcosa che poteva essere considerato quasi amici.

Eppure, nonostante la stranezza del loro rapporto in bilico tra un'amicizia ed una tacita sopportazione reciproca, i due ragazzi più grandi del gruppo si conoscevano ormai da abbastanza tempo per intuire subito se c'era qualcosa che non andava nell'altro; Richard intuiva sempre, grazie alla sua grande empatia, quando Roger era turbato, e Roger capiva sempre quando ad esserlo era Richard perché la sua consueta tranquillità veniva sostituita da un'espressione corrucciata ed un'assenza mentale.

Ed in quell'ultimo periodo, Richard appariva molto turbato agli occhi di Roger.

Il bassista era certo che ci fosse qualcosa che non andava nel compagno di band, come era altrettanto certo che per qualche strano motivo non volesse condividere i suoi problemi con tutto il gruppo; se voleva ottenere qualcosa, dunque, doveva agire d'astuzia, ed aspettare il momento opportuno per parlargli faccia a faccia ed introdurre l'argomento in modo delicato, anche se quei metodi non facevano parte del suo carattere: Roger non usava la dolcezza neppure nei confronti della donna che lo aveva messo al mondo e che si era presa cura di lui fino al giorno in cui se ne era andato di casa, figurarsi se avrebbe fatto un eccezione con Wright!

Ciononostante, Waters si armò di pazienza e trovò l'occasione perfetta una sera in cui, per puro caso, lui e Wright rimasero per ultimi all'interno dello Studio Tre; andò un attimo in bagno e quando rientrò nel loro personale Studio di registrazione, per un solo istante, gli sembrò di vedere il tastierista con gli occhi lucidi.

Non riuscì a dargli una seconda occhiata più attenta perché il giovane si voltò con la scusa di prendere la giacca, ma Roger era certo di quello che aveva visto di sfuggita e lo considerò la prova definitiva del dubbio che lo assillava da diverse settimane: Rick aveva un problema che voleva tenere per sé.

"Ehi" richiamò la sua attenzione schiarendosi la gola e fingendo di non aver visto il suo attimo di debolezza "ti andrebbe di farmi compagnia per una cicca? Non ho voglia di tornare subito a casa"

"Non lo so, Rog, a casa mi aspettano per la cena"

"Cinque minuti. Non ti ruberò altro tempo, e se la cena dovesse raffreddarsi, dì pure a Julie che la colpa è tutta mia. Andiamo, non vorrai farmi fumare una sigaretta tutto da solo, vero? È così deprimente fumare da soli. Te la offro io... Senza alcun interesse"

"Senza alcun interesse" ripeté Rick, fingendo un'espressione esageratamente sorpresa "cavolo, allora non posso proprio rifiutare questa occasione più unica che rara".

I due giovani si spostarono all'esterno dell'imponente edificio, fermandosi per puro caso nello stesso punto in cui David aveva confidato a Rick della sua relazione extraconiugale con Virginia; Wright accettò la sigaretta offerta da Waters con un sorriso, ma allo stesso tempo con una buona dose di diffidenza: Roger non offriva mai nulla senza uno scopo secondario, e non aveva mai offerto una delle sue preziose Marlboro; ne era così geloso, che sopra ai suoi pacchetti appiccicava sempre un post-it giallo che attestava la sua proprietà.

Era certo che gli avesse chiesto di fargli compagnia per una ragione ben precisa, solo che al momento la ignorava completamente.

Roger, dopo aver acceso la sigaretta di Richard, avvicinò il fiammifero acceso all'estremità della propria, prese una profonda boccata, lasciò uscire il fumo dalle labbra socchiuse e gettò a terra il fiammifero spento; si appoggiò con la schiena al muro e prese un profondo respiro, perché finalmente poteva tirare un po' il freno e rilassarsi, almeno fino alla mattina successiva.