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avevamo già preso il volo da un po' e stavamo per atterrare sull'hangar della C.A.T.T.I.V.O.
notai che alcuni addetti stavano facendo la guardia al posto, così lo feci notare anche a Newt.
estrasse dai pantaloni la pistola «anche se ancora per poco la possiamo ancora usare» lo fermai subito «non devono vedere voi, devono vedere solo me. se spari attirerai l'attenzione. segui il piano»
atterrammo. tre guardie si posizionarono davanti a me. scesi dalla berga.
«salve, sono Ly- Sophia, sono qui per terminare le prove come mi è stato chiesto»
non fecero alcuna domanda su chi ci fosse dentro alla berga si limitarono e chiedere se mi avessero accompagnato fino a qui.
due delle tre guardie mi presero per i bracci e l'altra si posizionò davanti a noi e fece strada.
prima di scendere verso terra, guardai indietro e con il labiale affermai «c'è la farò, vi voglio bene»

arrivammo davanti l'ingresso principale. ci fecero passare ed entrammo subito.
«ehi perché non ha suonato?» disse una guardia rivolgendosi a me
«di che parla?»
«dovresti essere timbrata. sei la vera Sophia?»
«ehm, si certo sono io.»
«allora ti porteremo dal nostro capo. vedrà lui che fare»
Janson era uno dei primi problemi a cui Scott mi aveva detto di fare attenzione. se mi avesse riconosciuto molto probabilmente non mi avrebbe lasciata andare e io non avrei potuto piazzare il dispositivo. dovevo trovare una soluzione alla svelta.

arrivammo all'ascensore. mancava sempre meno. non c'è l'avrei mai fatta.
le porte si aprirono. «sali» mi disse uno dei due.
salii. dovevamo arrivare al sesto piano. lo stesso che mi aveva detto di salire premette il bottone dell'ascensore, non smettendo, neanche per un secondo, di fissarmi.
l'ascensore si fermò poco prima: al quarto piano.
«buongiorno!» disse una donna.
riconobbi subito quella voce. non potevo sbagliarmi.
anche se le due guardie erano davanti a me e non riuscivo a vedere molto, sapevo già chi c'era dall'altra parte.
«salve signora Monroe. stiamo portando questa ragazza a terminare le prove. è l'immune di cui Janson parla spesso»
si spostarono di poco per far vedere alla donna chi fossi.
la sua faccia in un attimo cambiò. sapevo che mi aveva già riconosciuto, come io avevo fatto con lei.
«tranquilli la porto io» disse la Monroe. non potevo oppormi in nessun modo.
le guardie scesero dall'ascensore e ci lasciarono da sole.

The Maze Runner - È tutto reale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora