l'ingresso non si era aperto, e pensavo che non lo avrebbe fatto finché non avessimo trovato una soluzione.
qualcuno urlò qualcosa che ci fece avvicinare al Dolente. una specie di scatolina con sopra il numero 5 era appena uscita dalla sua zampa. che stava a significare quel numero?
Alby si fece avanti «che succede qui?» appena vide la scatolina cambiò espressione. la prese in mano molto delicatamente e la esaminò con cura.
mentre Alby ispezionava la scatola la zampa del Dolente si mosse colpendolo. gli fece un taglio molto profondo. qualcuno urlava cose tipo «l'hanno punto!» non capivo cosa stesse succedendo. Thomas mi tirò via e mi disse di seguirlo nella capanna con Newt. «l'hanno punto okay? ora devi promettermi di stargli lontano il più possibile. può ucciderti chiaro?» «aspetta Thomas!» si girò immediatamente «dove vai?» «a cercarlo. lo dobbiamo guarire» «sta attento!» mi fece un sorriso e sparì. io rimasi con Newt che mi sembrava un po' a disagio.
«io non penso che sia un posto molto sicuro su cui nascondersi da uno punto. che dici Newt?»
«già. ma ho promesso a Thomas che lo avrei aspettato qui»
«beh tu, io posso uscire perciò?»
«e dove vorresti andare?»
«ad aiutare Thomas»
«oh no no no. lo vuoi capire che ti ucciderà?»
«e invece dovrei lasciare morire lui?»
«lui non morirà. riesce a far calmare le persone punte e poi li cura. è speciale. non abbiamo
mai capito come faccia»
«okay, ma se non torna entro un ora io lo vado a cercare»
«tornerà anche prima»
in effetti così fu. dopo una mezz'ora tornò con Alby sulle spalle che aspettava di ricevere la cura. uscimmo e lo aiutammo a portarlo nella capanna che fungeva da "ospedale". Thomas gli fece una siringa che era con me nella scatola quando sono arrivata.
Alby cadde disteso nel lettino di legno. «beh aspettiamo che si svegli»
uscimmo tutti. Newt, Minho e Gally mi sembravano preoccupati. li rassicurai dicendogli due parole e stranamente funzionò. Thomas mi tirò per un braccio e mi portò dietro la capanna.
«ci hai preso gusto a tirarmi per le braccia eh»
«ah ah ah. il punto non è il tuo stupido braccio»
«ehi il mio braccio non è stupido»
«Sophia ascoltami. la siringa che ho fatto ad Alby. quella che era nella scatola con te, hai presente?»
«si ho presente»
«in realtà non la avevo mai usata, non so che effetti potrebbe avere su di lui.»
«e come facevi a curare le persone prima?»
«non lo so. li portavo nell'ospedale, si distendevano e passava come per magia»
«E ADESSO PERCHE HAI DOVUTO FARE QUALLA CASPIO DI SIRINGA?»
«non lo so mi è venuto e l'ho fatta»
«oddio Thomas. ora cosa facciamo?»
«aspettiamo che si svegli e vediamo.»
«e se dovesse peggiorare?»
«non so»
«dovremmo dirlo agli altri»
«no. non se ne parla»
«quanto meno a Newt»
«okay okay.»
gli disse tutto. Newt decise di rimanere con Alby per vedere cosa succedesse nel corso del tempo in cui rimaneva sdraiato.
«THOMAS, SOPHIA SI È SVEGLIATO!» la mattina dopo ci svegliò così. entrammo nella capanna e lui era seduto con uno sguardo triste. Thomas si avvicinò e gli chiese che stesse succedendo e perché era così triste. «è tutta colpa sua se siamo qui» e mi indicò. non capivo. non era colpa mia. non avevo fatto niente. perché mi indicava. cosa stava succedendo. stava impazzendo. o stavo impazzendo io?. difficile capirlo. ma io ero preoccupata. mi stava accusando ed io ero innocente. non sapevo che fare. «io non ho fatto niente.» Newt mi disse di stare tranquilla. sapevo che sarebbero andati in fondo a questa storia ed io con loro.
Alby protestò di nuovo la sua teoria «si invece tu hai fat-» non fece in tempo a finire la frase che cadde. corremmo a soccorrerlo. Thomas cercò di sentire i suoi battiti ma niente. avevo appena visto morire Alby davanti a me. quanti morti ci sarebbero stati ancora? nessuno lo poteva sapere. Newt mise la testa piena di lacrime sul suo petto, come un cuscino. io invece avevo gli occhi pieni di lacrime, si anche perché mi dispiaceva, ma sopratutto perché non avevo mai visto un uomo morire davanti ai miei occhi. sentii qualcosa allo stomaco e uscii correndo. Thomas si alzò e mi seguì. caddi a terra anche io per la paura provata poco prima. lui si distese vicino a me e mi abbracciò piangendo.
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The Maze Runner - È tutto reale
AdventureSophia è intrappolata alla C.A.T.T.I.V.O ma non ricorda come ci sia arrivata. un giorno decide di scappare dopo la presunta morte dei genitori. si ritrova in una specie di ascensore. non capiva dove portasse ma il "tetto" sopra di lei si aprì e da l...