«ascoltami bene» iniziò la donna «non so come voi siate riusciti a sopravvivere, sinceramente non mi interessa neanche, ma sappi una cosa: se cercherai in qualunque modo di ostacolare la C.A.T.T.I.V.O con i tuoi stupidì amichetti, non la passerai liscia.»
non risposi. «forza vieni» mi ordinò subito dopo.
dovevo fare qualcosa alla svelta. ma per fortuna un'occasione mi capitò a pennello.arrivammo in una stanza a luci blu. al suo interno c'era l'uomo ratto che, evidentemente, era già stato informato del mio arrivo.
«okay Sophia» iniziò «ora vai nella porta accanto, c'è un bagno, cambiati e metti questi vestiti» mi porse la sua mano con dei capi d'abbigliamento sopra.
mi stavo dirigendo verso la porta da cui ero entrata poco prima «un passo falso, uno solo, e non la passi liscia» non replicai niente. chiusi la porta alle mie spalle e pensai a cosa avrei dovuto fare subito dopo.
entrai nel bagno, presa dal panico, e iniziai a camminare avanti e indietro finché non mi accorsi di un mobiletto. se il dispositivo era abbastanza piccolo da poter essere messo nello zaino avrei potuto metterlo lì dentro senza destare sospetti. mi sorse subito un dubbio però.
era abbastanza centrato?
uscii dal bagno e camminai per un po' prima di trovare una mappa dell'edificio.
feci un po' di fatica ma riuscii a capire dove si trovasse il bagno, era molto vicino alla sala operatoria che si trovava esattamente al centro, ma non avrei mai potuto metterlo li, quindi lo lasciai nel bagno.
mentre tornavo vidi Janson e la Monroe che bussavano all porta del bagno e chiedevano se avessi finito.
corsi verso la mappa e mi iniziai a cambiare velocemente, per fortuna non passò nessuno di la.
presi i vestiti che avevo prima addosso e mi diressi verso il bagno «e-eccomi mi ero persa»
«okay non importa andiamo»
entrammo nella stanza di prima, ma le luci blu erano scomparse e due persone, un uomo e una donna, erano seduti davanti alla scrivania.
«loro sono i miei collaboratori» indicò con la mano le due persone. «siediti nella sedia accanto a loro»
l'Uomo Ratto si sedette sulla sedia dietro la scrivania. si inclinò indietro, piegando lo schienale e congiunse le mani sopra la pancia.
La Monroe invece si sedette nel divanetto dietro le tre sedie in cui eravamo seduti, la donna, l'uomo ed io.
«bene» disse Janson «sei qui per completare le ultime prove, perciò diamoci una mossa»
«cosa volete farmi?» «controllarmi il cervello ancora una volta? inserire qualche strano micro-cip dentro di me?» dovevo stare al gioco, ma non dovevo essere per forza gentile.
«no, niente del genere, abbiamo finito con queste tipologie di prove. qui c'è in ballo qualcosa di più serio»
«ah si? e che cosa dovrei fare?»
«ti porteremo in una stanza, e dovrei stare lì dentro per un po'»
«tutto qui?»
«tutto qui»
era tutto troppo facile, ma non potevo oppormi.
«okay non perdiamo altro tempo, già mi sto annoiando»
tutti insieme camminammo per gli infiniti corridoi del quartieri generale della C.A.T.T.I.V.O. quel giro a zig zag mi stava facendo girare la testa.
«okay allora cammina per altre tre porte poi gira a destra, entra dentro e poi chiudi bene la porta. quando la porta sarà completamente chiusa le luci si accenderanno, tranquilla ti sentirai a tuo agio»
«va bene» dissi girando gli occhi al cielo.
camminai per un po', e mi stavo innervosendo perché non trovavo la stanza di cui mi aveva parlato l'Uomo Ratto.
finalmente riuscii a trovare la stanza.
allungai la mano e afferrai la maniglia. spinsi verso fuori, ma ovviamente non avevo visto la scritta tirare. quando entrai mi girai e chiusi la porta dietro di me. le luci si accesero.
c'erano vari monitor, ormai spenti e una scala a chiocciola. quella stanza poteva contenere non più di sei o sette persone.
girai per un po', quando vidi un foglio pigiato su uno dei monitor.sali la scala a chiocciola
così seguii l'ordine.
non potevo credere ai miei occhi...
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The Maze Runner - È tutto reale
AdventureSophia è intrappolata alla C.A.T.T.I.V.O ma non ricorda come ci sia arrivata. un giorno decide di scappare dopo la presunta morte dei genitori. si ritrova in una specie di ascensore. non capiva dove portasse ma il "tetto" sopra di lei si aprì e da l...