XX.

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Quel giorno, mentre tornavamo a casa da scuola, Alice mi appariva triste e sconsolata.

-stai pensando ai re?- le chiesi sorridendo.

Lei mi guardò indispettita, come se quel suo pensiero riguardo ai re fosse una cosa davvero seria.

-no, non sto pensando ai re-

-e cos'hai allora?-

-l'anno prossimo io farò quinta-

-e quindi?- le chiesi.

-quindi? Sei serio? Conto così poco per te?-

-è una cosa bella fare quinta no? Poi sei libera di-

-di non vederti più- mi interruppe lei -dopo la quinta non ti vedrò più così spesso-

Da quando avevo iniziato il liceo non avevo mai immaginato la mia vita senza Alice, e ora lei mi aveva messo davanti alla realtà.

-sei triste per questo? Ma guarda che abitiamo così vicini che verrò da te ogni volta che vorrai-

-sei sincero?-

-mai stato più sincero-

-bene- disse Alice con una voce debole, come se volesse farmi avvicinare a lei.

-stai meglio ora?-

-sì- disse mentre mi prendeva una mano per trasportarmi sulla parte opposta della strada.

Il sole era molto forte quel giorno di giugno, ma la strada che percorrevamo per andare verso casa era riparata da grandi alberi posti su entrambi i lati della via. Era una piccola zona residenziale, con ville a schiera, ognuna con un suo giardino. Alice mi portò vicino ad un cespuglio di Oleandri bianchi in fiore, posti di fianco ad una pianta d'evonimo.

Poi si fermò davanti a me e si mise in punta di piedi.

-non ho che te, Augusto, mi prometti che non mi lascerai mai?-

-certo, lo prometto-

Alice sorrise. In quel momento i suoi occhi brillavano come il mare sotto il sole cocente di luglio.

-allora facciamo finta di essere in un altro posto, chiudi gli occhi- e attese qualche secondo -Lo senti il profumo degli oleandri in fiore?-

-sì, lo sento- dissi.

-perfetto, ora resta con gli occhi chiusi e non fiatare- mi disse sottovoce ad un orecchio. -ti sto per baciare, Augusto. Ma questo non è un bacio normale, quello che sto per darti è un bacio all'evonimo. Può essere come una maledizione se un giorno ti stuferai di me, mi respirerai nel vento caldo che soffia d'estate, mi vedrai nelle notti stellate e ogni volta che sentirai il profumo di un oleandro ti verrò in mente io. Sei sicuro di volere tutto questo? Dal momento esatto in cui le nostre labbra si incontreranno noi due saremo legati da una cosa più forte della morte, tu farai parte di me ed io farò parte di te, non ci sarà altra medicina se non quella di completarci a vicenda.- poi attese un attimo prima di continuare -Però io dopo i miei 34 anni morirò, e lascerò un vuoto incolmabile dentro la tua anima, sei disposto a vivere il resto della tua vita a metà?-

Era come se mi trovassi alla fine del mondo ed avessi una paura tremenda di cadere di sotto, sentivo il cuore in gola e stavo per perdere il controllo di me stesso. Poi annuii, e Alice mi baciò.

IL CADAVERE DI UNA FARFALLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora