XXXVII.

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Venni a conoscenza della morte di Alice tramite i telegiornali. Io ero molto indaffarato col lavoro, stavo seguendo una causa penale molto rischiosa e dovevo trovare un cavillo che potesse rendere innocente il mio assistito. Fu proprio lui che mi parlò del disastro aereo.

-ha visto le ultime notizie?- mi disse il mio cliente mentre giocava con le manette. Era stato messo in carcere per misura cautelare perché accusato di aver violentato una donna per strada. Ma non c'erano prove che fosse stato lui.

-no, è successo qualcosa d'importante?- gli chiesi mentre sfogliavo il lungo rapporto della polizia su quel caso.

-beh veda lei- mi disse indispettito -è caduto un aereo sulle alpi e ci sono decine di dispersi-

-sul serio? Feci io alzando lo sguardo dal rapporto per guardarlo in faccia.

-e da dove partiva l'aereo?-

-dall'Italia, dicono-

A quel punto ebbi un vuoto allo stomaco, Alice mi disse che sarebbe morta poco prima del suo trentacinquesimo compleanno, e lei faceva gli anni a Luglio. Ci trovavamo a giugno, ed io iniziai a sudare freddo nonostante fuori ci fossero 25 gradi come minimo.

Iniziarono a tremarmi le mani, poi realizzai che non aveva senso tutto quello. Magari Alice si era scordata di me da un pezzo e non ero altro che un vecchio ricordo per lei.

IL CADAVERE DI UNA FARFALLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora