I might be petite, but I'm a fucking monster
Everything I do hits the roof [...]
Everything I fear's on a noose, I got nothing to lose
[Jessie Reyez]
***
Alcuni Tories avevano prestato occhi e orecchie per monitorare accuratamente gli spostamenti dell'obiettivo lungo il centro della città, finché non l'avevano sorpreso in un prezioso momento di solitudine, nel quale nessun'altra figura incravattata cercasse chiacchiere o una stretta di mano. Allora era entrata in gioco Camila con le sue invidiabili doti recitative; tacchi alti, sguardo smarrito e un marcato accento straniero.
- Mi scusi, Sir - esordì, parandosi davanti al politico. Pareva un pulcino abbandonato dalla madre. - Credo di essermi persa - soggiunse, inscenando un principio di panico. In mano aveva una piantina del centro di Londra. - Saprebbe dirmi come raggiungere Hyde Park? -.
Robert Pearce era un giovane deputato laburista, talmente ingenuo da costituire il profilo perfetto per una silenziosa uscita di scena. Cordiale, sorrise.
- Non è molto lontano da qui, Ma'am. Non si agiti - la rassicurò. - Basta proseguire vers... -.
Quando Shawn, giunto alle sue spalle con passo felpato, gli premette sulle narici un fazzoletto impregnato di un potente narcotico, egli ammutolì, e subito tentò di liberarsi dalla presa ferrea. Presto però perse i sensi, e si accasciò tra le sue braccia.
- Hyde Park, davvero? - scherzò il canadese, mentre lo adagiava nella berlina di Campbell, sopraggiunto con puntualità. - Ma se ci siamo appena passati! -.
- È il vantaggio che danno i soggetti idioti – tagliò corto Camila, prendendo posto nell'automobile.
Sfilò il cappello dalla tesa ridicolmente vistosa che aveva indossato per calarsi meglio nella parte della donna straniera, rinunciando a un caldo berretto di lana. E dire che straniera lo era davvero.
Nata sulla florida isola di Cuba, nell'orbita de L'Avana orientale, ella vantava anche sangue messicano da parte paterna. Trasferitasi nella magica Miami in giovanissima età, aveva velocemente appreso l'inglese con cadenza statunitense e assorbito i nuovi ritmi frenetici, divenendo una splendida, quanto letale, macedonia di culture. Sicario latitante, aveva conservato l'anonimità per quasi metà della sua vita ben prezzolata.
Sebbene la lista delle sue vittime fosse pressoché infinita, quello londinese era un lavoro di caratura superiore a tutti gli altri. Poteva tanto consacrarla tra i più, per così dire, talentuosi criminali della storia, quanto annoverarla tra i profili fallimentari, destinati a cadere presto preda della giustizia.
- Moon Street, Islington – ordinò a Campbell, scuotendo il crine della sigaretta fuori dall'abitacolo. – E vedi di sbarazzarti di lui -.
***
Hackney
Una volta fuori dal cab, Lauren sprofondò nel caldo abbraccio della sciarpa. Con indosso un poncho variopinto, ella sfuggiva alle grinfie del Paese legale e accedeva a quello reale. Fino a che la sua faccia non fosse comparsa su ogni testata giornalistica poteva certo permettersi di snobbare Westminster per mescolarsi tra i londinesi meno abbienti. Era questione di qualche giorno ancora, giusto il tempo di ricontrollare l'esito dello spoglio elettorale e organizzare le presentazioni tradizionali tra Camere e Governo.
Con il Tamigi alle spalle e una mentina sotto la lingua, Lauren si addentrò a passo veloce nel quartiere, che era tristemente noto per la bassa qualità di vita, la diffusa povertà e le svariate declinazioni del crimine. I mendicanti e i senzatetto abitavano ogni angolo impervio, augurandosi che fosse il migliore per ripararsi dal gelo. Il buio, insieme al sole, stava già calando. Si prospettava una notte rigida. Pur camminando rapidamente, avvolta in tre strati di indumenti, Lauren rabbrividiva. Al pensiero delle tante vite spezzate dall'algore annuale le si straziava il cuore. Ora che aveva un potere non insignificante, forte della maggioranza progressista a suo supporto, avrebbe tentato in ogni modo di migliorare la situazione del Paese, specie quella degli strati sociali più disagiati.
Una volta oltre la zona più sofferente, fece il suo discreto ingresso nel pub dove l'attendeva Allyson.
Allyson B. Hernandez, nata a Southampton da immigrati messicani, superava l'amica solo per età e non in altezza. Ma per l'incarico di Cancelliere dello Scacchiere bastava che vi fosse un cervello pensante dietro la statura carente e l'apparenza bonaria. Ella infatti, laureata in Economia a Oxford, aveva da sempre nutrito un'ardente passione per il mondo politico, tanto da presiedere le riunioni del circolo in prima persona, scalando le gerarchie dei militanti. Carismatica e risoluta, aveva saputo conquistarsi la stima dei colleghi più presuntuosi e l'affetto incondizionato delle attuali colleghe di governo.
- Yo - la salutò Lauren, porgendole la guancia gelida per un bacio materno.
Allyson alzò ambo le sopracciglia, divertita.
- Intendi salutare così anche Sua Maestà? - scherzò.
- Perché no? Intendiamo pur sempre modernizzare il sistema... -.
Un cameriere, che era già passato in precedenza a ritirare le ordinazioni, servì due tazze di incandescente tè nero e un cestino di vimini colmo di golosi biscotti.
- In realtà ti ci vedo nel ruolo: sai, entrare in Parlamento vestita come una teppista di periferia al grido di Yo, gang! Sup? -.
Lauren scosse la testa, ridacchiando. Con perfette maniere da British lady, prese un prudente sorso di tè.
- Avremmo cose più serie di cui discutere, dear - chiosò, aggrottando la fronte.
- Purtroppo o per fortuna, sì - confermò Allyson, picchiettando la copertina rigida del fascicolo che riposava sul tavolo. - Situazione critica come nelle campagne, vero? - domandò, retorica.
- Più che vero. Ho avuto modo di esperirlo, venendo qui -.
- Procederemo come programmato? -.
- Assolutamente -.
***
8, Moon Street, Islington
Prima di spiccicare parola, Shawn aveva dovuto attendere che l'aria della stamberga dove alloggiavano si saturasse di fumo al sapore di Liberté toujours, il motto delle sigarette Gauloises. Dire che Camila ne andava matta era assai riduttivo. Le aveva bramate durante i suoi soggiorni criminali intorno a tutto il globo, ma solo quand'era capitata a Parigi le aveva conosciute di persona; e non se ne era più privata.Sul tavolo della cucina, che Shawn si era premurato di lucidare con uno spazzolino da denti e molto olio di gomito, erano sparse diverse fotografie dell'obiettivo, fornite diligentemente da Mr. Moore.
- Come hai detto che si chiama? -.
- Lauren Jauregui -.
- Lauren Jauregui -.
Camila soffiò una nuvoletta di fumo verso l'alto, gustandosi la dipartita di quel nome dalla propria bocca.
- Lauren. Jauregui – ripeté, più lentamente.
Vagheggiò con attenzione il bel viso che offriva una fotografia: occhi verdi, folte sopracciglia ben curate, tratti dolci e armonici da Venere botticelliana. Dovrei sedurla? meditò, divertita. Scosse il crine bruno della sigaretta nel suo posacenere di legno.
- È cubana come te, se te lo stai chiedendo -.
- Qui c'è scritto Manchester, hermano -.
- So a cosa stai pensando – ribatté Shawn, mentre le mostrava il resto delle informazioni.
Schioccò la lingua sul palato, stravaccandosi sulla sedia, intrecciando le mani dietro alla testa.
- Ma non mi dire – lo schernì Camila.
Aspirò un'ultima volta e spense il mozzicone a ritmo di twist. Incrociò lo sguardo del canadese, infondendo nel proprio l'impassibilità più impenetrabile. Il cinismo era la sua specialità.
- Non è la prima volta che un obiettivo ti affascina -.
- Non sarà neanche l'ultima, quando avrò finito con lei -.

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Take a sip
FanfictionDopo più di un secolo, alla guida del Gabinetto del Regno Unito torna un leader di orientamento liberaldemocratico: a raccogliere parzialmente l'eredità di David Lloyd George è Lauren Jauregui. Mediamente molto giovane per il ruolo, Lauren, 34, brit...