26. Tangerine dreams

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You sing yourself to sleep at night

Melodies behind closed doors

While I'm over by the corner

Listening to you from the second floor

[Charlie Puth]

***

Sulla soglia del numero otto di Moon Street le percosse si ripetevano sempre più feroci e impazienti, marcando e a tratti scrostando la vernice color lapislazzulo. Poi, quando si aggiunsero i calci, gli stipiti cedettero miseramente e la porta precipitò per inerzia all'interno, atterrando con un sonoro tonfo.

Sotto gli sguardi fiammeggianti dei tre scagnozzi reclutati da Mr. Moore, armati fino ai denti e provvisti di passamontagna, l'abitazione permase placida e silenziosa, e anzi: pareva non prendere aria da giorni. Il salotto si presentava ordinato, la cucina linda, i vetri delle poche finestre perfettamente lustrati. Un forte odore di detersivo al limone permeava gli ambienti.

La frenetica ricerca, o meglio la caccia, non durò molto, giusto il tempo di disseminare bossoli di cartucce esaurite sul pavimento e di foderare di piombo e distruzione ogni angolo.

***

Periferia di Londra


La microtelecamera aveva compiuto egregiamente il suo dovere. In un moto di sollievo, Shawn abbassò lo schermo del portatile che aveva in grembo e si abbandonò sul materasso cigolante. Una gran fortuna, meditò, calando placidamente le palpebre. Dopo una notte di fuga insonne, era il minimo che potesse concedersi.

Camila invece stazionava accanto, seduta contro la testiera del letto. Fumava e al contempo lacrimava copiosamente, per nulla interessata alla razzia compiuta da quei tre imbecilli: il fumo si mesceva al sale e al fiele che, silenti, sgorgavano dai suoi occhi, sgretolando la compattezza delle iridi. Lauren, Lauren, Lauren. Ai rintocchi di quel nome, ogni parte di lei doleva, eppure non si udiva un singulto. Soltanto dopo la morte di Dolores era rimasta parimenti inerte, come radon; forse anche dopo la perdita dei genitori, ma non lo ricordava vividamente, in ogni caso.

Oh, come avrebbe voluto spiccicar parola qualche istante prima! E, diamine, come anelava i suoi preziosi occhi verdi, perché la guardassero ancora con amore e desiderio, perché l'annegassero piacevolmente, perché la vestissero di baci e carezze senza sfiorarla. Ogni mattina al risveglio, ogni sera prima che il sonno sopraggiunga; ogni attimo di coscienza è dedicato al tuo rimpianto e alla mancanza di te, Lauren.

- Shawn? -.

- Dimmi -.

- Vorrei non essere... questa -. Non esserlo mai stata.

Non aveva mai considerato che sarebbe giunta a un capolinea emotivo tanto provata e annichilita da ammettere implicitamente di voler modificare l'immutabile, di voler regredire pascolianamente allo stato originario dei suoi dolori e disgrazie, perché non la tramutassero in un'anima delittuosa.

Spense una sigaretta che era ancora lungi dall'essere mozzicone. Se in essa non trovava giovamento, né distrazione, né conforto, allora meglio non permetterle di essere nemmeno di danno. Scivolò in avanti con il solo ausilio dell'inerzia e, mentre fissava le lenti squadrate di Shawn, senza tuttavia osare oltre, si asciugò gli zigomi umidi. Mostrare le dita di una mano sarebbe bastato a includere tutte le volte in cui aveva sofferto un tale pianto disperato, inerme come una creatura in fasce.

Lentamente si approssimò a colui che poteva considerarsi molto più di un provetto psichiatra; forse un confidente, forse un custode, forse l'ennesima nuova opportunità.

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