23. Robbers

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Said one more line, will I know you?

Now if you never shoot, you'll never know

And if you never eat, you'll never grow

[...] But if you'd just take off your mask

You'd find out everything's gone wrong

[The 1975]

***

Richmond

Nonostante dopo una doccia ristoratrice non fosse affatto fresca come una rosa o pronta a ricevere i peggiori sermoni simil-paternali della sua vita, Lauren decise ugualmente di presentarsi sotto casa di Lucía: cappuccio ben calato sulla testa, occhiali scuri, andatura ciondolante e frastornata; a regolare il flusso in aorta, il ricordo fresco di Camila.

Per come conosceva le proprie colleghe, a causa di quell'improvvisa sparizione, Normani sarebbe potuta arrivare alle mani, Dinah avrebbe svegliato anche il quartiere adiacente, a suon di grida e improperi, mentre Allyson... beh, Allyson rimaneva un'incognita: certo era che non voleva sorbirsi alcunché in presenza del marito.

Citofonò una, due, tre volte, a distanza di qualche minuto, finché non udì un latrato canino proveniente dal quarto piano.

- Chi è? – l'apostrofò la voce di Lucía, gracchiante e impastata di sonno.

- Sono Lauren, mi apri? -.

- È uno scherzo? Chi sei? -.

- Lucy, sono Lauren. Per favore, fammi salire -.

Seguì una lunga pausa, durante la quale Lauren temette che l'amica avesse riagganciato. Ma come poteva biasimarla? Mancava un soffio alla mezzanotte.

- Dove cazzo sei stata fino ad adesso?! - sbottò invece quella, amore o non amore.

Il ronzio di sblocco della serratura del portone sancì la fine della comunicazione.

Lauren trovò la portoricana ritta sulla soglia di casa propria; pigiama di flanella rosa, cipiglio adirato, braccia conserte. Accanto alle ciabatte di pelo sintetico, il suo cucciolo di volpino, Cookie, ostile anch'egli.

- Entra - disse solamente, aprendole la strada. Smanettò per qualche istante al cellulare e poi: - Non voglio sapere niente adesso -.

***

Il mattino seguente, risvegliandosi pigramente, Lauren trovò quattro visi familiari intenti a fissarla. Ma non ebbe nemmeno il tempo di capire se si trattasse di una realtà onirica o verace perché Allyson le lanciò le braccia al collo, singhiozzando.

- Oh, ma dove sei stata? - piagnucolò, prendendole le guance. - Siamo arrivate a pensare al peggio! -.

Lauren si accigliò, ancora lenta e confusa. Forse, prima di partire, avrebbe dovuto lasciare una qualche sorta di avviso, o quantomeno non spegnere il cellulare; ma era andata in Italia con uno solo scopo, la pace di Camila; e dato che sembrava proprio essere riuscita a perseguirlo, avrebbe affrontato in totale serenità la dose di rimproveri che le amiche avevano in serbo, torpore permettendo.

- Ero con C... Lola - si corresse, in volto placida. - A Roma -.

A quel punto, dopo aver scambiato un'occhiata d'intesa con le colleghe, intervenne Normani: - Ma certo, con chi altro se no? -. La patina di scherno che impregnava il suo tono non durò tuttavia a lungo. - Tu non hai idea di cosa hai rischiato fino ad ora - aggiunse, criptica. – Non ne hai proprio idea! -. Serrò la mandibola e si voltò di spalle, prima che una lacrima si rendesse manifesta, sotto le ciglia. - Qualcuno glielo dica, per cortesia – esortò, dissimulando abilmente il tutto, fingendosi soltanto incollerita.

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