35. Bad romance

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I want your drama, the touch of your hand [...]

You know that I want you

And you know that I need you

I want it bad, your bad romance

[Lady Gaga]

***

Depositato il borsone sul sedile accanto, Lauren consegnò al tassista un biglietto con scritta la destinazione in bella grafia.

- Ma dove siamo, si può sapere? -.

Com'era pacifico, dopo un'intera giornata all'oscuro di ogni dettaglio, Camila cominciò a mostrare una certa insofferenza alla benda che le impediva la vista. Di un tale livello di fiducia nel prossimo, fiducia cieca per l'appunto, nemmeno Shawn aveva potuto godere. Assurdo!

- Devi portare pazienza ancora per poco -.

La corvina le prese entrambe le mani, perché non potessero rovinarle i piani, e se le portò alla bocca per ricoprirle di baci.

Le possibilità di successo equivalevano perfettamente a quelle di fallimento. Non aveva idea di quale sarebbe stata la sua reazione: poteva essere tanto entusiastica, come la propria, quanto disastrosa. Erano ore che tratteneva la gioia di essere lì, a casa, per la prima volta, e che smaniava per strapparle quella benda dagli occhi.

- Comincio a temere il peggio, Laur -.

Allorché il tassista si fermò innanzi a un semaforo rosso, ella abbassò il finestrino circa a metà: era pur sempre inverno, nonostante dove si trovavano non esistesse il medesimo concetto che Canada e Regno Unito adottavano.

- Ascolta -.

Schiamazzi popolari, allegre melodie latineggianti e rombi di automobili diffusero armonicamente nell'abitacolo, assieme a un penetrante odore di salsedine e a un tepore primaverile, quasi estivo. Un raggio di sole colpì Camila sul volto, stavolta direttamente, e per un attimo la trasmutò in un'eterea visione della diva Tyche, con il suo abito candido e leggero, dotato di pieghe emulative dello stile Impero tanto caro ai Neoclassicisti, nel secolo diciannovesimo.

Rimanendone ammaliata, Lauren non poté fare a meno di pensare a quanto in quel contesto ella fosse matching. Fu poi inevitabile che provasse il desiderio di svincolarsi dalla condanna che come una ghigliottina pendeva sul loro amore e che presto o tardi sarebbe precipitata, separandole l'una dall'altra.

- Siamo al mare, babe? -.

- Ora vedrai -.

Discesero in prossimità della spiaggia. Camila, in un moto d'arguzia, grattò a terra con le infradito e poi sondò la temperatura della sabbia che infestava il marciapiede.

- Fa troppo caldo per non aver cambiato continente – commentò, accigliandosi. - Ci saranno almeno ottanta gradi all'ombra! -.

Lauren ridacchiò. Davvero non aveva un'idea più precisa di dove fossero?

- Ragioniamo in Celsius - rilanciò. - Fanno ventisette -.

La prese per mano per guidarla, mentre cercavano un posto non troppo affollato e non troppo afoso che potesse contenere due teli di spugna e un piccolo ombrellone.

- Ti avverto, appena mi liberi ti salto addosso -.

- Puoi anche adesso, se sei pronta -.

La benda scivolò lontano dagli occhi scuri di Camila. Essi si assottigliarono a causa del brusco cambio nell'intensità della luce, poi, notando i riflessi e gli scintillii dell'acqua oceanina, si ingrandirono per la meraviglia. Il suo cuore cominciò a galoppare furiosamente, la bocca si schiuse, incapace tuttavia di proferire verbo diverso da un balbettio spaesato: - D-Dove siamo? -.

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