19. Paris

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Mr. Serotonin Man, lend me a gram

You call yourself a friend? [...]

And I don't suppose you know where this train goes [...]

She said I've been romanticizing heroin

[The 1975]

***

Mentre premeva lo stantuffo della siringa, Dolores volse lo sguardo assottigliato al soffitto. Sottopelle, l'ago le donava una sensazione di fastidio e al contempo di sollievo. Abbandonò la cervice contro il bordo del letto e sciolse lentamente l'incordatura dei muscoli.

Dalla parte opposta della camera, seduta sul suo skateboard, Camila la osservava con espressione a metà tra l'angoscia e il biasimo. Infossò il viso nelle palme e sospirò gravemente. Il macigno che aveva sul cuore non si alleggerì di un grammo.

- Avevi detto di aver smesso con quella – borbottò, fissando il pavimento. Se non mi porta i fiori, meditava, è perché si compra la roba.

Dolores ridacchiò, scuotendo la testa.

- Sai che mi ha detto Raúl? – tergiversò. – "Sei un'overdose che cammina": e dire che mi stava tanto simpatico... -.

Rassettò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e riprese in mano la Bibbia.

- Ms. Honeychurch lo sa? -.

- Che cazzo deve sapere, Mila. Sto benone! -.

La cubana serrò la mandibola e incassò la testa tra le spalle minute. Dovevano per forza continuare così? Dov'era finito il conforto? E l'amore?

- E scommetto che in comunità non ci vai più... -. Dolores gattonò sino al suo cospetto. Nonostante tutto, rimaneva magnetica in ogni gesto. Le carezzò una guancia e testimoniò la caduta delle lacrime più acerbe e salate. – Dove li trovi i soldi, eh? Dove, Lola? -.

Quando Camila si ritrovò un paio di labbra sopra le proprie, non fu più capace di verbo.

***

Londra, Inghilterra


Normani fissava con sguardo vacuo i documenti che Allyson le stava mostrando, in vista dei prossimi lavori parlamentari. L'economia lanciava segnali molto positivi, mentre il consenso riscosso dal Partito cresceva di giorno in giorno. Pacifico che l'opposizione conservatrice fosse furiosa a riguardo: lo sfavore politico si intersecava alla congiura da mesi ordita e si risolveva in un clamoroso nulla di fatto. La condotta del Governo Jauregui I era inoltre molto apprezzata all'estero e non faceva altro che aggravare le tensioni interne tra Moore & Co.

- Mi stai ascoltando? -.

Normani emise un greve sospiro, sprofondando sulla sedia. Le mani permanevano sul grembo, inerti; la mente esplorava in profondità le eventuali soluzioni che aveva enumerato notte dopo notte, in seguito alla discussione con Dinah.

- Sì – borbottò, spostando lo sguardo sullo sgombraneve che passava proprio in quel momento, oltre la condensa accumulatasi sul doppio vetro della finestra. – Tutto cristallino, dico davvero -.

Allyson provò un'infinita tenerezza nei suoi confronti: non l'aveva mai vista ridotta così, nemmeno dopo la cocente batosta rimediata in ultima istanza a causa di tale Eileen. Nei contesti extralavorativi, sin dalla prima gioventù, ella aveva una certa tendenza a sminuirsi, a suon di profetici I'll mess up. Ma prima che potesse donarle una parolina di conforto, Dinah irruppe nell'ambiente, trafelata.

- Hai pronti quei bilanci che ti avevo chiesto? – domandò, senza degnare Normani di uno sguardo, anche casuale.

Complice il temperamento permaloso, dopo essersi esposta in modo irrimediabile e aver ottenuto pressoché nulla, si era assai offesa.

- Dinah... - abbozzò la scozzese.

- Questi bilanci?! -.

Allyson si affrettò a prelevare uno spesso plico di documenti inchiostrati dal primo cassetto della scrivania.

- Ecco a te – disse, quieta e diplomatica come si addiceva al suo ruolo.

La collega quasi glielo strappò di mano. Era visibilmente nervosa; una vampa scarlatta cominciava ad accendersi nel mezzo delle sue gote imbellettate. Si precipitò fuori a passo di marcia, biascicando un Grazie frettoloso.

Normani era già scattata in piedi, pronta a seguirla, ma sembrò rinunciare immediatamente.

- Valle dietro – la incoraggiò Allyson. – Parlale, spiegale; insomma, fa' qualcosa per non allontanarla da te ancor di più! -.

- No, lascia che vada. C'è sicuramente qualcuno di meglio, da qualche parte... I fucked up -.

Le sedie stridettero sul pavimento, riaccogliendo entrambe; l'una amareggiata, l'altra profondamente contrariata.

***

Miami, Florida


Il mio primo amore è morto di overdose. Le aveva detto proprio così, pur sapendo non fosse altro che una manipolazione della verità: non era stata certo l'eroina a renderla testimone di un bagno di sangue.

Per quanto Lauren la stringesse tra le braccia e il vento non soffiasse poi così forte, ella tremava e batteva i denti; al posto del corpo aveva petali di labile papavero; unica fonte di calore, le labbra che premevano sulla sua tempia: il debole tentativo di sanare una ferita sconosciuta che trascendeva la stessa esperienza ed era perciò impossibilitata a divenire cicatrice.

Attorno a loro la spiaggia era un totale deserto. La volta celeste prometteva una giornata troppo annuvolata e minacciosa per attrarre anime meno inquiete. La sabbia era una fresca carezza per le piante, i raggi del sole un timido cenno di partecipazione. Troppi chilometri di oceano incontaminato separavano Miami da L'Avana; e insieme a quella cupezza di spiriti nessun miracolo avrebbe potuto far approdare sulle coste statunitensi anche solo il sentore dell'isola.

- Avrei dovuto impedirlo, avrei dovuto aiutarla -. Quei rimorsi emergevano dalle sue labbra per la prima volta in sedici anni di silenzio. Nemmeno Shawn vi aveva mai avuto accesso direttamente, sebbene li avesse catalogati come possibili nei propri resoconti. – Invece cominciai a farmi anch'io, saltuariamente. Provavo una tale devozione nei suoi confronti che sarebbe stato più giusto se avessi abbandonato io questo mondo. Almeno nessuno ne avrebbe sofferto -.

Nel contatto con la sua pelle, Lauren percepiva le afflizioni che diffondevano nella sua mente. Parevano macchiarle le labbra d'inchiostro di china. Ma non fu certo il loro sapore amaro, quasi di fiele, a trattenerla lontano da esse. Voleva conoscerle e nutrirsene, alleviare Lola e mai, mai azzardarsi a retrocedere. Così, lasciò che proseguisse: - Poi, vedendola spegnersi, ebbi una violenta reazione di disgusto verso l'esistenza in generale. Mi domandavano perché se ne fosse andata anche lei, dopo i miei genitori. Forse impazzii, a un certo punto; non so dirtelo con esattezza. Ma la direttrice Reyez, fortunatamente dovrei dire, mi aveva già affiancato uno psichiatra; e questo è quello che sono oggi -. Quando sorrise, dopo aver rivangato tutta quella sofferenza, Lola parve tanto stanca che sembrò invecchiata di colpo. – Quindi se ti inquieto, Laur, è perché sono nata storta, perché qualcuno deve avermi maledetto quand'ero ancora un cumulo di fasce. Io sono la mia stessa croce: non so davvero come tu non sia ancora fuggita a gambe levate -. Dovresti. Fallo finché sei in tempo. – Ciò non toglie che tu mi piaccia molto. Sai, fai tanto bene alla mia salute -. Ma salvati, salvati da me.

Gettò il capo all'indietro, sollevando lo sguardo sulla corvina: nonostante avesse rivelato una verità intatta, la mente rimaneva gelida e distante anni luce. Accolse sulle labbra un bacio timido, e poi un altro, e un altro ancora, finché non rimpianse di non aver scelto un'altra strada da percorrere, in origine.

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