8. Wasabi

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Oh-oh, the shit the papers write about me

Oh-oh, I fold it up like origami

[...]

Oh-oh, "I bet they gonna break up"

Oh-oh, but what the hell do you know?

[Little Mix]

***

10, Downing Street, City of Westminster


In quel piovoso giorno poco distante dalle calende novembrine, dietro il portone di quercia nera del celeberrimo Number 10, si nascondeva la febbrile attività di quasi trenta individui, tra liberaldemocratici e laburisti. Per la copiosa quantità di cibo che Lauren e Allyson cucinavano, Lucía aveva l'abitudine di chiamarli Simposi deliberativi.

Proprio mentre ormai tutti i commensali erano intenti tanto a conversare tra loro, abbozzando le proposte più disparate, quanto a rimpinzarsi di ogni bene mondano, Normani, che fino ad allora aveva costituito la grande assente del collegio, con non poca cura di Dinah, irruppe nella sala da pranzo; il viso fumante di collera, le braccia rigide lungo i fianchi; stretto in un pugno ferreo, una copia arrotolata dell'Evening Standard, l'erede designato del London Paper.

- Jaguar – tuonò, imperiosa. – Dobbiamo deliberare in privato -.

Tanto furente da marchiare a fuoco il pavimento, si diresse a passo di carica nella Sala del Gabinetto.

Allyson trattenne la compagna di manicaretti per un braccio, prima che potesse rimediare una metaforica ustione. Pregò tra sé e sé che Normani sbollisse un po', nel frattempo, altrimenti ci sarebbe stato un autentico scontro tra titani; e probabilmente esso avrebbe lasciato, al posto della residenza ufficiale del Primo Ministro, un enorme cratere, emulativo dell'isola greca di Santorini.

- Che hai combinato stavolta? – domandò, sinceramente preoccupata.

- Nulla di illegale o scandaloso, che io sappia – replicò la corvina, facendo spallucce. – Sarà l'opposizione che inizia a rompere gli zebedei... -.

Si congedò educatamente da tutti i colleghi, stringendo mani e assestando pacche in mezzo alle scapole e approdò solidamente al proprio destino.

Normani sedeva in pizzo alla scrivania con un cipiglio irato in viso; braccia conserte, sangue ribollente, un diavolo per ogni capello ricciuto. La punta di uno dei suoi stivali batteva minacciosamente il pavimento. Pareva un rottweiler inferocito.

- Perché non mi ascolti mai, eh? – abbaiò, sguainando il giornale come una sciabola affilata.

Appena ebbe richiuso la porta, Lauren si accigliò. Strappò il quotidiano dalle mani della collega e vi scorse avidamente gli occhi. Sulla prima pagina troneggiava una fotografia formato maxi che la pizzicava insieme a Lola nella caffetteria italiana di Soho.

- La misteriosa fiamma del nostro amato Ministro Jauregui – lesse, volgendo lo sguardo sul titolone che sottostava al nome della testata. – Deduco sia sarcastico... -.

- Sai com'è, è un giornale conservatore - rispose Normani, salace.

- Non voglio sentire prediche, Mani. Ti avviso -.

- E invece dovrai, che ti piaccia o meno. Avanti, siediti che ne ho per molto -.

***

8, Moon Street, Islington


Appena udì Shawn chiudersi la porta d'ingresso alle spalle, dopo un sonoro Bada di tornare con il cibo, Camila sprofondò nel vapore della vasca da bagno. Riemerse appena con gli occhi e il naso; i lunghi capelli erano ormai lontani anni luce dalla loro consueta vaporosità. Ai gorgoglii languidi del proprio stomaco si accigliò: proprio quel giorno dovevano rimanere senza spesa?

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