Take a sip

22. I warned myself

Do you remember when you told me I don't have to worry?

[...] I shoulda know it was a lie

I warned myself that I shouldn't play with fire

But I can tell that I'll do it one more time

[Charlie Puth]

***

Roma, Italia

Marzo

«La primavera romana fioriva con inaudita letizia: la città di travertino e di mattone sorbiva la luce, come un'avida selva; le fontane papali si levavano in un cielo più diafano d'una gemma; la piazza di Spagna odorava come un roseto; e la Trinità de' Monti, in cima alla scala popolata di putti, pareva un duomo d'oro».

A un tratto, Il piacere dannunziano recita così. Lauren non l'aveva mai letto, ma ugualmente apprezzava, riempiendosene gli occhi, i colori e le ombre con cui il sole tramontante trasmutava il giorno della Città Eterna nella sua notte e lasciava il palcoscenico alla luna. Porgendo l'omero a Camila, superò le mostruosità di Palazzo Zuccari per salire sulla Trinità dei Monti, che proprio in quell'istante batteva le diciotto in punto.

- Aspetta! -.

- Ti avevo avvisato, io -.

La cubana si chinò sulle ginocchia, rifiutandosi di proseguire. Allentò le fibbiette dei sandali e con sommo sollievo smontò dalle zeppe. Le sue piante nude incontrarono la roccia fresca dei gradini finali e ne trassero sommo beneficio.

- Proseguo così – sentenziò, scostando vanitosamente i riccioli che le scendevano sul petto.

Una volta che fu al cospetto dell'Obelisco Sallustiano, abbozzò una piroetta scoordinata.

Se Lauren sorrideva a quella goffaggine inedita, Camila invece sapeva alla perfezione che quel soggiorno estero, organizzato in gran segreto ma che nulla aveva a che spartire con la politica, piuttosto con la sua sanità di mente, costituiva l'ultima oasi di quiete prima dell'ineluttabile tempesta.

***

Mr. Moore sembrava aver appreso la lezione: se non esisteva gesto più sconsiderato che avventurarsi tutto solo nel territorio nemico, allora aveva ben pensato di reclutare anche Evans e Campbell, prima di accendere al covo della belva.

Dopo averli disgraziatamente accolti, Shawn dovette opporre una strenua resistenza, ritto innanzi alle scale che conducevano alla mansarda, dove Camila si era reclusa, ferma sulla decisione di svincolarsi da ogni dovere criminale cui avrebbe dovuto adempiere, contro Lauren.

- Vi invito a uscire -.

- Non credo proprio, signor Estrabao -.

All'erroneo cognome con cui era stato rimbeccato, Shawn levò lo sguardo al cielo, assai esasperato da quella faccenda. Quando lo riabbassò, incrociando le braccia al petto per apparire più irremovibile e statuario, ecco che una rivoltella carica stazionava innanzi al suo naso, pronta a fare fuoco. Preso alla sprovvista, sgranò gli occhi.

- Lola! – chiamò, indietreggiando sino ai piedi della scalinata. Si schiarì rumorosamente la gola, nel tentativo di rimanere lucido. – Scendi, per cortesia? -.

Al piano di sopra, udendolo, Camila sbuffò: quella non era affatto una richiesta. La voce di Shawn, per quanto calma e moderata potesse essere, saliva di un'ottava solo in una situazione estremamente tesa.