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Quando Harry si svegliò, scese in salotto e trovò i suoi migliori amici. I due lo guardarono e lui andò in giardino da Eleanor che faceva il bagno in piscina con i gemelli. "Ehy Harry, ben svegliato. In cucina ce il pranzo" -disse la ragazza e il corvino annuì. Capì che nessun adulto era in casa e si insospettì. Tornò in casa e passò davanti una porta chiusa, e sentì il suo nome uscire dalle labbra di...Silente? Quindi, pensò, che era in corso la riunione dell'Ordine, ed ovviamente lui non sarebbe stato messo al corrente di nulla. 

"Harry, davvero parliamo. Non ce la facciamo più a vederti solo e distante da noi" -sbottò Ron che aveva perso la pazienza. "Mi direte tutto?" "Harry non lo sappiamo nemmeno noi, Silente ci ha solo detto che non dovevamo scriverti, niente più. L'ordine non ci lascia partecipare, ordine di Molly" -spiegò Hermione avvicinandosi al ragazzo. "Dicci cosa ti turba" -continuò poggiando una mano sulla sua spalla. "Herm, io voglio andare via. Non voglio più andare a scuola o esser cercato da Voldemort, credimi sono stanco e tutta questa storia mi sta mandando al manicomio." -spiegò sedendosi sul divano. "Andare via? Intendi abbandonare il mondo magico?" "Si, rinunciare anche alla bacchetta se serve ma voglio andare via. Non ho chiesto io questa cazzo di vita, non so nemmeno se domani sarò vivo o se potrò creare una famiglia in futuro." -continuò. "Harry non sei l'unico che si sente in gabbia, tutti noi abbiamo paura di non vedere il domani, sei spaventato come lo siamo anche noi" -disse la riccia abbracciandolo. 

"Ma voi non siete destinati a uccidere un pazzo omicida, non siete collegati con lui per una qualche profezia" -rispose ricambiando l'abbraccio. "Hai bisogno soltanto di tempo, vedrai che una volta iniziata la scuola tornerai di buon umore." -disse Ron dandogli una pazza sulla spalla.
Poco dopo, vide uscire tutti gli adulti dalla stanza e vide di sfuggita Silente, non poté che guardarlo male prima di vederlo sparire. "Harry, hai mangiato?" -chiese Marlene avvicinandosi. "No, non ho fame." -rispose alla donna, che gli sorrise preoccupata. "Domani hai l'udienza" -lo informò il padrino e il corvino annuì solamente. 

La giornata passò, Harry si chiuse in camera e non volle vedere nessuno, era ansioso per l'udienza e non sapeva nemmeno come sarebbe andata. Non sapeva cosa ne pensasse il ministero del ritorno di Voldemort, cosa pensassero di lui, nulla non sapeva nulla. Il giorno dopo venne svegliato all'alba prima di tutti, dalla signora Weasley. Si vestì lentamente e poi scese in cucina, dove trovò il padrino e Remus. "Buongiorno Harry" -salutò Remus e Harry alzò solo la mano, mangiò solo uno dei tre pancake, non avendo molta fame. Poi in cucina fece la sua comparsa Arthur. "Se sei pronto Harry andiamo" -lo informò e il corvino si alzò annuendo. Prima di andare vide Sirius avvicinarsi ma quando stette per abbracciarlo si scostò. "Non sono un bambino, non mi servono gli abbracci ma di sapere qualcosa." -disse acido prima di sparire insieme al signor Weasley e non vide il volto triste dell'uomo. 

Quando arrivarono al Ministero, vide molti stregoni guardarlo con timore, come se dovesse attaccare da un momento all'altro, ma non seppe il motivo. Poi il signori Weasley lo fece entrare in ascensore e vi trovarono Kigsley, che lo avvisò di un cambio di programma e che il processo si sarebbe tenuto in quel momento. Harry non era nervoso ne ansioso, avrebbe spiegato ciò che era successo e poi avrebbe accettato qualsiasi decisione. Quando entrò -da solo- nell'aula del processo, dove era stato pochi mesi prima con Eleanor e Sirius, si sedette al centro e vide entrare tutti gli stregoni con a capo Caramell, e notò di sfuggita la stessa donna che votò a sfavore della condanna di Lucius.

"Oggi, ha luogo il processo a Harry James Potter, per aver effettuato l'incanto patrono fuori dalla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, davanti ad un babbano, Dudley Dursley, suo cugino. Come si dichiara l'imputato?" -chiese il ministro guardandolo con sufficienza. "Colpevole, ma con una buona motivazione" -rispose e il ministro lo guardò male. "Puoi spiegare cosa è successo?" "Ero con mio cugino Dudley, stavamo tornando a casa e all'improvviso il tempo cambiò, divenne tutto scuro e gelido. Abbiamo iniziato a correre non appena ho visto i dissenatori e ci siamo nascosti sotto un tunnel. Uno dei due si scagliò contro mio cugino e ho dovuto per forza usare il mio patronus per cacciarli via." -raccontò. "Andiamo Dissenatori nel Surrey, lontano da Azkaban, stai raccontando frottole." -sbottò il Ministro, ma Harry non rispose alla provocazione. 

"Bene, se non ce altro.." "Testimone dell'accusa, Albus Percival Wulfric Brian Silente" -annunciò il vecchio preside entrando in aula, Harry non lo guardò, era incazzato con lui. Passò dieci minuti a cercar di far cambiare idea al ministro, chiamando anche una testimone, la signora Figg. Passò del tempo e venne poi fatto risedere sulla sedia. "Quanti a favore di una condanna?" -poche mani si alzarono, tra cui quella del ministro e della donna vestita di rosa. "Quanti a favore di una non condanna" -disse di nuovo Amelia Bones, e sta volta si alzarono quasi tutte le mani. "L'imputato è libero da ogni accusa" -disse restio il ministro e poi uscì dall'aula, lo stesso Silente che non lo degnò di uno sguardo.

Harry sospirò, se il preside non fosse intervenuto, lui poteva andare via da quel posto, ma no era costretto a tornare al castello e alla sua vita di merda. Uscì dall'aula e vide il signor Weasley andargli incontro, e senza parlare tornarono a Grimmauld Place. Una volta in salotto, Eleanor andò da lui. "Tutto bene?" "Purtroppo si, posso tornare a scuola, yee" -rispose tono e la ragazza rise abbracciandolo. "Volevi scappare eh" -scherzò non sapendo che lui davvero voleva andare via. "Harry, possiamo parlare?" -disse il padrino avvicinandosi. "Saprò qualcosa di ciò che succede?" "No Harry, te l'ho detto non puoi saperlo" "Allora no, non possiamo parlare" -rispose e salì le scale.

Eleanor Black, la chiave di tutto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora