/30/

94 3 0
                                    

Quando Fred e il piccolo raggiunsero la cucina, il piccolo gattono versò la madre che lo prese in braccio e gli baciò la guancia. "Mamma, fame" disse il piccolo e Fred si mise all'opera per preparare la colazione al figlio, consisteva in una zuppa di latte con i biscotti sbriciolati dentro. "La colazione é pronta" disse il rosso e mise sulle gambe il figlio, che venne imboccato dalla madre. Harry a quella deliziosa scena, si sentì male ma non doveva fare nulla, lei non era sua. Nel pomeriggio i Weasley tornarono a Grimmauld Place e Georgie corse dallo zio George che lo prese in braccio. "Ecco qui il piccoletto." disse mentre gli faceva il solletico e il piccolo rideva. 

Eleanor stava partecipando alla riunione dell'ordine, e stava chiedendo protezione massima per il figlio. "Ovviamente, il piccolo starà ben protetto qui, ha tutti noi. Se Voldemort vuole colpire il piccolo, prima dovrà affrontare l'ordine. Ora che abbiamo chiarito questo punto, mi puoi far venire Harry e tutti voi uscite dalla sala?" disse Silente, che aveva un'aria strana, era mogio, e quasi non si sentivano le parole. Tutti uscirono e mandarono Harry dal preside. "Harry, caro ragazzo siediti. Abbiamo una lunga chiacchierata da fare" iniziò il vecchio preside e poi iniziò a raccontargli dei piani futuri. Intanto, in giardino gli adulti si contendevano il piccolo, che amava stare al centro dell'attenzione. El si era invece isolata con i due gemelli nella stanza egli ospiti.

"Mi mancherete" ripeté mentre si godeva le carezze dei due ragazzi, che sorrisero. "Dai, ci vedremo di nascosto, e poi Silente chiuderà un occhio, d'altronde hai un piccolo ometto che può fare da scusante." disse Fred alla sua ragazza mentre gli accarezzava i capelli. "Però, prima di salutarvi a settembre, voglio stare con voi." disse e si strinse a George che sorrise. "Ci stai prendendo più gusto di quello che pensavo" la presero in giro e poco dopo comunicarono agli altri che sarebbero andati al negozio di scherzi per finire di sistemarlo. Materializzandosi a Diagon Alley, entrarono nel negozio e El lo visitò, commentando di tanto in tanto. Poi il campanello suona di nuovo e nel negozio entra una ragazza bionda. "Ho letto sulla Gazzetta del Profeta che cercate una dipendente, io sarei interessata." disse sorridendo ai due rossi e senza degnare di uno sguardo la ragazza. "Si, cerchiamo un aiutante, sei esperta con i conti, e maneggiare i soldi?" chiese George avvicinandosi. "Si, ho lavorato alla gelateria di Florian Fortebraccio, so come funziona" rispose.

"Allora, scendi domani per una prova, se ci troviamo bene sarai assunta." finì George e la ragazza, che in seguito disse di chiamarsi Melody, andò via sculettando. El era andata nel retro bottega per evitare commenti aspri e occhiate poco cordiali, stava rovistando nei pacchi. "Sei qui, perché sei andata via?" gli chiese il fidanzato avvicinandosi. "Volevo scoprire cos'avevate in mente di vendere, ma questi scatoloni non si aprono." rispose mentendo. "Non possono solo io e George possiamo." rispose e con la bacchetta lo scatolone si aprì. "Wow" commentò la ragazza mentre guardava tutti le invenzioni dei due rossi. "Siete dei geni" commentò mentre usciva dalla bottega e andava a sedersi sul bancone. "Grazie, qualche volta ci porterò anche il piccolo, si divertirà." disse Fred porgendo alla ragazza una crostatina alla crema. "Sempre facendo attenzione" si raccomandò El e il fidanzato annuì.

Da quel giorno, ci fu l'inaugurazione del negozio, e la ragazza bionda era stata assunta, con molto rammarico di El che la teneva sulle scatole. Era la fine di agosto e la ragazza aveva deciso di portare il piccolo Georgie al negozio, lo vestì e quando fu pronta, con il padre si materializzò a Diangon Alley. Entrò nel negozio che era pieno di gente, ragazzi, bambini, persino adulti. El notò che quasi tutti i ragazzi nel negozio erano molto interessati alla ragazza che era alla cassa, che aveva indossato una camicia bianca con sotto una gonna a mezza lunghezza, molti sbavavano sulla scolatura che aveva sul davanti, El quasi vomitò. Poi il piccolo si divincolò da lei e corse, o meglio provò a correre, dal padre, che lo prese in braccio. "Ecco il mio piccolo angioletto." commentò mentre gli accarezzava i capelli. "Papà" urlò il piccolo e poi lo abbracciò. El invece si avvicinò a George che stava compilando una lista. "Giorno" lo salutò e il rosso sorrise. "Hai portato il piccolo?" "Si, gli mancava il papà" rispose mentre controllava a vista il piccolo.

"Due giorni fa ce stato un attacco, hai saputo?" "Si, voi almeno state bene e anche il negozio non é andato distrutto, mi chiedo solo dove sia finito quel poverino di Ollivander, il suo negozio era tutto messo sotto sopra e le bacchette tutte sparite." "Già, molti hanno paura, altri si danno al vagabondaggio, i tempi stano cambiando, tutti sono preoccupati." "Lo so George, anche io ho paura per tutti voi, non penso di poter accettare la dipartita di uno di voi." sospirò e George la strinse. "Non pensarlo, siamo in grado di difenderci anche da quei pazzi." e la ragazza sorrise lasciandosi stringere. Verso sera tornò a Grimmauld Place pensierosa, mise a letto il piccolo e andò in cucina. "Dorme?" "Si mamma, si é stancato tutto il giorno al negozio." rispose alla madre mentre questa gli passava una tisana. "Sei preoccupata vero?" "Tanto, tra due giorni torno a scuola e lascio qui il piccolo" ammise e la madre gli sorrise.

"Tranquilla il piccolo con noi starà bene, non correrà rischi." e le due parlarono del più e del mano, fino a quando Fred tornò a casa alle undici. Silenziosamente salì le scale ed entrò nella stanza dove dormiva con la sua ragazza e il piccolo. Si cambiò e si mise a letto, sentendo poi la sua ragazza stringersi e sorrise abbracciandola. "Buonanotte amore" sussurrò e stretto a lei, si addormentò. Il primo settembre fu difficile lasciare la casa, o meglio il piccolo. Eleanor non voleva staccarsi dal figlio, che si godeva le sue attenzioni non capendo cosa stesse succedendo. "Dai piccola, nel fine settimana lo vedrai, ma ora se non vai farai tardi e perderai il treno." disse per la quinta volta Fred. El sospirò e dopo un bacio veloce al piccolo, baciò Fred e con i genitori si materializzò sul binario. Lì, ad attenderli c'era il resto dei Weasley, con Harry. 

"Pronta?" chiese il corvino mentre salivano sul treno. "No" rispose sincera e per tutta la durata del viaggio, si strinse al corvino e si addormentò sotto le sue carezze, iniziare quel sesto anno non sarebbe stato facile, ed Harry lo sapeva bene. Quell'anno aveva scoperto il suo destino, che non disse a nessuno, nemmeno ai suoi migliori amici. Non voleva preoccuparli, e sapeva che se anche fosse morto, avrebbe in qualche modo vinto contro Voldemort. 

Eleanor Black, la chiave di tutto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora